Calcolo pensione INPS, la guida: importi, requisiti e agevolazioni

Simone Micocci

14/03/2018

Ecco una guida per comprendere l’articolato sistema pensionistico italiano; informazioni utili su requisiti (aggiornati al 2018) calcolo dell’assegno pensionistico e agevolazioni.

Calcolo pensione INPS, la guida: importi, requisiti e agevolazioni

Come fare il calcolo della pensione INPS? Quando andrò in pensione e quale sarà l’importo dell’assegno? Queste sono domande molto frequenti da parte di chi lavora da molti anni ed è curioso di sapere quando maturerà i requisiti per l’accesso alla pensione.

Quando si raggiunge una certa età infatti si comincia a pensare insistentemente alla tanto attesa pensione di vecchiaia. “Quando vado in pensione?”, infatti, è forse una delle domande che ci si pone più spesso, sognando quel momento in cui finalmente potremo goderci un po’ di riposo dopo aver faticato per una vita intera.

Rispondere a queste domande, però, non è semplice dal momento che le riforme delle pensioni susseguitesi negli ultimi anni - tra innalzamento dell’età pensionabile e pensione anticipata - hanno reso difficile il calcolo pensione per molti cittadini.

È stata la riforma Monti-Fornero entrata in vigore il 1° gennaio del 2012 a modificare sostanzialmente i requisiti per il pensionamento, mutandone anche le tipologie di lavoratori che possono farne richiesta.

Una riforma che ha introdotto dei requisiti molto restrittivi per il pensionamento, tant’è che negli anni successivi sono stati approvati alcuni “correttivi” così da permettere ad alcune categorie di lavoratori di andare prima in pensione.

Ad esempio, sono stati introdotti Ape e quota 41, le pensioni anticipate che permettono ad alcune categorie di andare in pensione prima dell’età ordinaria fruendo o di un’indennità gratuita erogata dall’Inps, o di un prestito bancario agevolato.

Capire come funziona questo articolato sistema non è semplice, ecco perché l’INPS mette a disposizione dei lavoratori uno strumento molto utile che permette di operare il calcolo della pensione. Questo strumento si chiama “La mia pensione”, un simulatore per il calcolo sia dell’importo che dell’età per il pensionamento dove tra l’altro è possibile verificare l’ammontare dei contributi versati.

Per effettuare il calcolo pensione INPS sulla piattaforma online dell’Istituto si deve essere in possesso del PIN o dello SPID.

Per chi non ha intenzione di utilizzare il calcolo pensione INPS, qui proponiamo una guida che vi aiuterà a capire quando andare in pensione e come calcolare l’età per la pensione di vecchiaia e quella anticipata e qual è l’importo di entrambe.

Sistema retributivo e contributivo?

Nel regime attuale successivo alla riforma pensioni Fornero vi sono due modalità di calcolo dei contributi pensionistici: retributivo o esclusivamente contributivo.

Il primo è stato è stato abolito a partire dal 1° gennaio 2012 e permetteva di determinare l’importo della pensione in base alla media delle ultime mensilità percepite. Il sistema retributivo però può essere utilizzato ad oggi per il calcolo di una parte della pensioni nel regime misto, in parte contributivo, in parte retributivo.

Il sistema attuale, quello contributivo, garantisce un risparmio sulle casse dello Stato dal momento che il calcolo pensione Inps viene effettuato sulla base dei contributi effettivamente versati dal lavoratore e non sul solo importo degli ultimi stipendi ricevuti.

Con l’abolizione del regime esclusivamente retributivo e con l’introduzione del calcolo della pensione in quello contributivo si sono venute a creare tre situazioni differenti:

  • chi aveva almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 avrà un calcolo pensione con sistema misto: retributivo fino al 31 dicembre 2011, contributivo per il montante accumulato successivamente;
  • chi aveva meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 aveva la pensione calcolata applicando il criterio del pro rata uguale a quello precedete nel sistema misto: per le anzianità maturate fino al 31 dicembre 1995 si applica il sistema retributivo e per quelle successive si applicava il sistema contributivo;

  • chi iniziava a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 aveva la pensione interamente liquidata con il sistema di calcolo contributivo.

Calcolo con il sistema contributivo

Per dare una risposta a chi si chiede quanto prenderò di pensione per il sistema contributivo sono necessari i coefficienti di trasformazione e i coefficienti di capitalizzazione. Entrambi verranno forniti in coda all’articolo.

I coefficienti di trasformazione sono parametri che, ai fini dell’applicazione del metodo contributivo, sono utilizzati per convertire nell’importo per la pensione annua il montante individuale maturato alla decorrenza della pensione. I coefficienti di capitalizzazione servono ad adeguare i contributi versati con l’andamento del Pil, rivalutando l’importo del calcolo.

Per eseguire il calcolo della pensione per il sistema contributivo bisogna eseguire i seguenti passaggi:

  • calcolo dell’importo dei versamenti contributivi anno per anno. A tal fine si può applicare all’imponibile previdenziale (la somma assoggettata al calcolo dei contributi previdenziali) la percentuale relativa alla propria situazione previdenziale: 33% per lavoro dipendente, 23% per lavoro autonomo, tra il 27% al 30% per parasubordinati a seconda della situazione.
  • moltiplicare l’importo così ottenuto per il coefficiente di rivalutazione anno per anno. La somma di questi numeri sarà il montante contributivo totale.
  • applicare la percentuale relativa al coefficiente di trasformazione relativo all’età di quando si va in pensione. L’importo sarà quello della rata annua.

Per quanto riguarda l’ultimo passaggio, ipotizzando un montante contributivo di 170.000 euro se il lavoratore conseguisse la pensione a 62 anni otterrebbe infatti un importo pari a circa 8.245 euro lordi annui (170.000 x 4,85% = 8.245); se conseguisse la pensione invece a 70 anni l’importo salirebbe a 10.842 euro annui (170.000 x 6,378% = 10.842).

La pensione di vecchiaia

Per ottenere la pensione di vecchiaia bisogna rispettare un determinato requisito anagrafico e aver maturato 20 anni di contributi. In aggiunta a ciò, l’assegno di pensione non deve risultare inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale, vale a dire a circa 673 euro.

Oltre agli anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 66 anni e 7 mesi d’età (valido per tutti). Dal prossimo anno, però, questo requisito subirà una variazione; il calcolo dell’età pensionabile, infatti, va incontro a cadenze regolari ad un incremento a causa delle stime relative alla speranza di vita. Il prossimo adeguamento entrerà in vigore il 1° gennaio 2019, quando si potrà andare in pensione una volta compiuti i 67 anni.

Dal 2019 inoltre l’adeguamento alla speranza di vita relativo al calcolo pensione Inps sarà operato con cadenza biennale.

La pensione anticipata

Un’ulteriore possibilità disponibile esclusivamente per chi è attualmente all’interno del regime misto è quella offerta dalla pensione anticipata.

Da non confondere con il calcolo pensione Inps delle nuove misure introdotte nel 2017 (come l’Ape), la pensione anticipata per regime misto permette di accedere all’assegno pensionistico senza alcun limite di età, purché si siano maturati 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.

Bisogna tenere presente però che per chi sceglie questo tipo di pensione anticipata sono operative delle penalizzazioni per chi si pensiona con meno di 62 anni, ai quali viene applicata una decurtazione sul calcolo pensione pari all’1% annuo, per ogni anno dal 60° al 62°, e pari al 2% per ogni anno sotto il 60°.

Per la pensione anticipata contributiva, ossia per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995, per ottenere il trattamento nel 2017 bastano 63 anni e 7 mesi di età, assieme al possesso di 20 anni di contributi, e di un assegno che deve essere superiore a 2,8 volte quello sociale.

Bisogna in ogni caso considerare che l’età pensionabile è soggetta all’adeguamento alla speranza di vita. I limiti di anzianità riportati fino ad ora quindi saranno validi fino al 31 dicembre 2018: dopo questa data entreranno in vigore gli effetti del prossimo adeguamento.

Quindi, per gli uomini saranno necessari 43 anni e 3 mesi di contributi, mentre per le donne 42 anni e 3 mesi.

Quali deroghe?

Vi sono però possibili deroghe ai requisiti pensionistici in alcuni casi, vediamo quali sono:

  • totalizzazione: sono sufficienti 65 anni e 7 mesi di età (per tutti), con 20 anni di contributi, o 40 anni e 7 mesi di contributi;
  • salvacondotto Fornero: si può accedere alla pensione se sono stati compiuti 60 anni entro il 31 dicembre 2012, e sono stati maturati almeno 35 anni di contributi, entro la medesima data, per gli uomini, o 20 anni di contributi, per le donne. Attenzione, però, in quanto l’agevolazione non è fruibile dai dipendenti pubblici, dai lavoratori agricoli, e dai non occupati al 31 dicembre 2011;
  • opzione donna: fruibile da chi matura almeno 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età (58 e 3 mesi se lavoratrice autonoma), entro il 31 dicembre 2015;
  • ottava salvaguardia: consente ai lavoratori in mobilità, ai contributori volontari, ai cessati dal servizio, ai lavoratori a termine, ai fruitori di congedi per l’assistenza di figli disabili, di poter andare in pensione con le regole precedenti alla Legge Fornero;
  • lavori usuranti e notturni: per i lavoratori che hanno effettuato turni notturni, o attività considerate faticose e pesanti, sono previsti dei requisiti ridotti per la pensione, computati in base alle quote.

Ape e Quota 41

Dal 2017 è stato introdotto anche uno strumento chiamato Ape (acronimo di Anticipo PEnsionistico) che consente ad alcune tipologie di lavoratori di accedere a forme di pensione anticipata.

I lavoratori che possono beneficiare dell’Ape sono quelli che hanno raggiunto i 63 anni di età a cui mancano non più di 3 anni e 7 mesi al pensionamento di vecchiaia nel regime obbligatorio.

L’Ape è contenuto nella Legge di Bilancio 2017, ed è suddivisa in due diversi strumenti:

  • Ape volontaria: è una forma di anticipo pensionistico che si basa su un prestito agevolato concesso da alcune banche aderenti a particolari accordi. La misura però non è gratuita per chi ne fa domanda in quanto il prestito e i relativi interessi dovranno essere restituiti con rate di ammortamento da corrispondere nei successivi 20 anni dall’accesso alla pensione ordinaria.
  • Ape sociale: è un sussidio che lo Stato eroga ai lavoratori meritevoli di particolare tutela e non implica alcun costo per il richiedente. Ciò però è valido per gli importi di massimo 1.500€ e solamente quattro categorie di lavoratori ne sono meritevoli: disoccupati, invalidi, chi assiste i disabili e gli addetti a lavoratori gravosi.

Insieme all’Ape la riforma delle pensioni ha messo in campo un’ulteriore modalità per poter accedere alla pensione anticipata. Stiamo parlando della cosiddetta quota 41 che permette di accedere al calcolo della pensione Inps al raggiungimento del solo requisito contributivo di 41 anni di versamenti.

La quota 41 è però aperta solo ai lavoratori precoci che hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi al compimento del diciannovesimo anno di età. Come ulteriore requisito d’accesso è necessario rientrare all’interno di alcune categorie soggette a particolare tutela (disoccupati, invalidi, chi assiste parenti disabili, addetti a lavoratori gravosi).

Coefficienti di trasformazione e di rivalutazione

Ecco la tabella dei coefficienti di trasformazione per il triennio 2016-2018:

EtàDivisoriValori %
57 23,55 4,246
58 22,969 4,354
59 22,382 4,468
60 21,789 4,589
61 21,192 4,719
62 20,593 4,856
63 19,991 5,002
64 19,385 5,159
65 18,777 5,326
66 18,163 5,506
67 17,544 5,7
68 16,922 5,91
69 16,301 6,135
70 15,678 6,378

Ecco la tabella per i coefficienti di rivalutazione annui dal 2000:

AnnoCoefficiente
2018 1,1
2016 1,005058
2015 1
2014 1,001643
2013 1,011344
2012 1,016165
2011 1,017935
2010 1,033201
2009 1,034625
2008 1,033937
2007 1,035386
2006 1,040506
2005 1,039272
2004 1,041614
2003 1,043698
2002 1,047781
2001 1,051781
2000 1,056503

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