Busta paga, nuovi aumenti per 480 mila lavoratori. Lo ha deciso il governo

Simone Micocci

24 Luglio 2025 - 10:49

Stipendi, nuova proposta di aumento per il rinnovo di contratto degli enti locali. Ma i sindacati fanno ancora resistenza.

Busta paga, nuovi aumenti per 480 mila lavoratori. Lo ha deciso il governo

Sono ancora in corso le trattative per il rinnovo di contratto del pubblico impiego relative al triennio 2022-2024, per le quali al momento si è arrivati a un accordo solamente in due comparti: quello Centrale, che ad esempio coinvolge i lavoratori dei ministeri, o delle agenzie fiscali, come pure i lavoratori impiegati nella Difesa e nella Sicurezza del territorio, le Forze dell’ordine quindi.

Vanno avanti le trattative nella Sanità e nella Scuola, ai quali si aggiunge anche il comparto degli Enti locali dove proprio in queste ore l’Aran, l’Agenzia nazionale che rappresenta il governo nelle trattative per il rinnovo, ha presentato una nuova bozza di accordo con la speranza di arrivare a una firma subito dopo l’estate, nell’incontro in programma il 9 settembre.

Una data importante perché solo in questo modo gli aumenti possono arrivare già nel corso di quest’anno, altrimenti slittano al 2026 per quella che sarebbe una vera e propria beffa per 480 mila lavoratori impiegati in comuni, regioni ed altri enti locali, per i quali al momento i contratti scaduti sono ben due visto che va considerato anche quello relativo al triennio corrente.

Tant’è che questi lavoratori oggi percepiscono in busta paga ben due indennità di vacanza contrattuale, quella riferita al triennio 2022-2024, maggiorata al 3,85%, e quella per il contratto scaduto il 1° gennaio scorso, portata all’1% dall’ultima legge di Bilancio.

Lo stato delle trattative, tuttavia, non è dei migliori: nonostante la nuova bozza i sindacati sono ancora lontani dal dare il loro via libera, con lo stallo che proseguirà appunto per tutta l’estate.

Di quanto aumenta lo stipendio negli enti locali?

Secondo la nuova bozza del contratto collettivo nazionale delle Funzioni locali per il triennio 2022-2024, gli aumenti stipendiali previsti risultano più consistenti rispetto alla proposta iniziale, grazie al parziale conglobamento dell’indennità di comparto nello stipendio tabellare.

Nel dettaglio, gli aumenti medi lordi mensili, su tredici mensilità, ammontano a 158,48 euro per i funzionari e le elevate qualificazioni (rispetto ai 144 euro inizialmente proposti), 145,50 euro per gli istruttori, circa 129 euro per gli operatori esperti e 122,48 euro per gli operatori semplici (contro i 113 euro della precedente bozza).

In termini annui, al netto della tredicesima, le nuove retribuzioni tabellari salirebbero a 25.114 euro per l’area dei funzionari, 23.138 euro per gli istruttori, 20.583 euro per gli operatori esperti e 19.753 euro per gli operatori semplici.

Cos’altro prevede la bozza di contratto

Oltre agli aumenti retributivi, la nuova bozza del contratto collettivo delle Funzioni locali per il triennio 2022-2024 introduce importanti novità sul piano normativo, con l’obiettivo di innovare l’organizzazione del lavoro negli enti locali e rispondere alle nuove esigenze del pubblico impiego.

Tra le misure più significative figura l’estensione del buono pasto anche ai lavoratori in modalità agile, colmando un vuoto normativo che penalizzava chi operava da remoto e allineando il comparto a quanto già previsto in altri settori della pubblica amministrazione. Si punta inoltre alla sperimentazione della cosiddetta “settimana corta”, già prevista nel rinnovo del comparto Centrale, ovvero la possibilità di concentrare l’orario settimanale su quattro giorni lavorativi, senza riduzione del monte ore complessivo.

Altra novità rilevante è l’introduzione di misure di age management, ossia strumenti pensati per valorizzare le competenze dei lavoratori più anziani e accompagnarli in modo graduale e sostenibile verso il pensionamento.

Queste misure possono includere passaggi a mansioni meno gravose, percorsi di accompagnamento alla cessazione del servizio o forme di affiancamento ai colleghi più giovani, per favorire un ricambio generazionale equilibrato.

Sul fronte delle progressioni di carriera, viene prorogata per un altro anno la deroga al titolo di studio richiesto per gli avanzamenti verticali, a condizione che l’esperienza maturata sia ritenuta equivalente: un modo per premiare le competenze sviluppate sul campo, soprattutto nei contesti territoriali dove è più difficile reperire figure qualificate.

Infine, la nuova bozza prevede ulteriori interventi specifici: maggiori margini di sviluppo economico per i dipendenti dei piccoli Comuni, compensi più alti per gli agenti della Polizia Locale con incarichi di elevata qualificazione, una nuova disciplina per il lavoro festivo infrasettimanale e l’obbligo per gli enti di costituire i fondi decentrati, per rafforzare la contrattazione integrativa.

Cosa manca alla firma?

Come anticipato, nonostante i progressi compiuti con la nuova bozza, alla firma definitiva del contratto delle Funzioni locali manca ancora l’accordo pieno tra tutte le parti sindacali.

Cgil e Uil continuano a ritenere insufficienti le risorse stanziate, sottolineando come gli aumenti proposti non siano in grado di compensare l’inflazione del triennio 2022-2024 né di recuperare il potere d’acquisto perso dai lavoratori. Inoltre, permangono divergenze su temi come il salario accessorio, la contrattazione decentrata e il riconoscimento di specificità professionali.

La firma è attesa entro settembre: in caso contrario, il contratto rischia di slittare al 2026.

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