Nonostante le innumerevoli incognite ed immutate tensioni i mercati azionari internazionali hanno reagito facendo nuovi record. Settembre parte con il piede giusto
La settimana che si è conclusa ha subito le tensioni sul versante del debito globale e alle inevitabili ripercussioni sull’intero comparto obbligazionario favorendo, pertanto, la corsa da parte del “bene rifugio” oro che, senza smentirsi, ha registrato nuovi record.
Basterebbe questo per poter commentare una debacle sui mercati azionari internazionali. E invece, nonostante tali evidenze e le incertezze di fondo sull’andamento dell’economia globale, i principali listini azionari hanno saputo reagire concludendo con una frazionale positività (rif. MSCI World Usd) e posticipando un’eventuale resa dei conti.
Settembre, quindi, è partito calmierando l’incertezza che fin dalla vigilia ha alimentato la “falsa credenza” di una sua presunta negatività stagionale. Umilmente, in questa nostra sede, vogliamo smentire tale ipotesi attraverso l’impiego dei soli ed unici elementi a supporto di una tesi: i numeri.
Monitorando l’arco di tempo che parte dal 1999 e arriva ad oggi si può vedere come il principale benchmark azionario MSCI World Usd abbia concluso il presunto “settembre nero” in territorio positivo per ben 14 volte sulle complessive 26 rilevazioni. A questo riscontro, alcuni osservatori, potrebbero obiettare per il “circoscritto” orizzonte temporale, ma, fin da ora, rispondiamo loro che la tematica “fattore tempo” sarà da noi debitamente affrontata in una prossima occasione: portate pazienza.
Mercato azionario internazionale: la volatilità potrebbe aumentare
Come riportato, la componente equity ha capitolato la trascorsa ottava con un marginale saldo superiore alla parità (MSCI World Usd +0,32%) e mantenendo, pertanto, un ottimo livello delle stesse quotazioni ancora in prossimità dei record recentemente conquistati.
Osservando attentamente il trascorrere delle ultime tre sessioni settimanali appare evidente una contrazione del divario tra i valori di apertura e chiusura che, operativamente, si traduce in un più che concreto segnale di incertezza. Di certo, il trascorrere di questa ottava, potrà fornire ulteriori elementi al fine di poter delineare l’eventuale scenario che caratterizzerà l’andamento dei listini azionari internazionali.

In ottica rialzista il sottostante MSCI World Usd gravita sui propri massimi storici e, salvo correzioni di brevissimo termine, potrà ulteriormente aggiornarne i valori con un iniziale approdo in corrispondenza di area 4.248,49 punti. Viceversa, qualora dovessimo assistere ad un ribasso dei prezzi, la soglia di primo supporto statico può essere individuata con quota 4.126,16 punti ovvero un fondamentale argine ad una veloce deriva ribassista di più ampio respiro con obiettivo di poco superiore ai 4.000 punti.
Mercato azionario USA: Nasdaq verso nuovi record
Oltre oceano si distingue l’andamento positivo del principale indice tecnologico statunitense. Il Nasdaq 100, infatti, beneficiando di una ottava conclusa oltre la parità (+1,01%), si riporta a ridosso dei valori record conseguiti a metà agosto. Un’unica perplessità, però, rimane e si concretizza con la seduta finale settimanale che, nonostante la conclusione pressochè invariata (+0,08%), ha rappresentato una vera e propria retromarcia in capo ai compratori.

Dal punto di vista tecnico, comunque, il listino high tech a stelle e strisce appare ben intonato per conseguire ed aggiornare i pregressi record. Un chiaro segnale propedeutico a tale traguardo potrebbe giungere attraverso il superamento di quota 23.748,16 punti che, se raggiunto, favorirebbe un successivo upside con target superiore rispetto agli attuali massimi ed un traguardo oltre la soglia psicologica dei 24.000 punti.
A margine di questa nota rialzista, però, non deve essere sottovalutata l’impostazione algoritmica di brevissimo termine che trova alcuni leading indicators in lieve contrazione: un loro ennesimo indebolimento, purtroppo, coinciderebbe con un ribasso delle quotazioni in prossimità di area 22.965 punti.
Europa: incertezza e qualche dubbio sulla tenuta
A contrastare la positività dell’area America giunge “pericolosamente” la debolezza diffusa sui listini europei che, sintetizzati dall’importante benchmark azionario Stoxx Europe 600, accantonano il secondo parziale negativo settimanale consecutivo. Nonostante il saldo weekly sia di marginale entità (-0,17%) è, invece, l’intero binomio grafico-algoritmico a dover obbligatoriamente soffermare l’attenzione in sede operativa.

Monitorando, infatti, la dinamica degli scambi che hanno costituito l’ultima decina borsistica emerge chiaramente l’intensificarsi di una debolezza che, contrastata a fatica nel corso dell’ultima ottava, potrebbe (ancora) incrementare la propria pressione ribassista con inevitabili conseguenze sulla tenuta delle quotazioni.
Tecnicamente, l’attuale sessione weekly, rivestirà i panni di bussola per le successive sedute: l’incertezza e, quindi, l’equilibrio tra compratori e venditori appare scontato e, una immediata rottura di tale precario stallo, alimenterà il primo ed importante monito per innescare la conseguente direzione.
Graficamente gli obiettivi di brevissimo termine si posso facilmente individuare poiché coincidenti a livelli di supporto e resistenza statici circoscrivibili a quota 539,96 (supporto) e 556,49 (resistenza): con il trascorrere delle ore sarà sicuramente importante il monitoraggio della tenuta di soglia 547,08 che, se violata, favorirebbe una flessione dei prezzi con target a quota 543,17 punti. Positivo, invece, il ritorno degli scambi oltre area 552,19 punti che, di fatto, servirebbe per l’immediato e successivo rilancio dei listini in direzione dell’obiettivo riportato.
In Asia, Cina al bivio
La pesante flessione (-2,83% in tre sedute) che ha sentenziato sulla potenza cinese deve far riflettere sulle molteplici variabili che ne caratterizzano l’investimento in tale segmento geografico. Nulla da obiettare sull’importante performance messa a segno da aprile da parte del dragone, ma, parallelamente, è doveroso richiamare l’attenzione sulla sempre presente incognita riconducibile all’opacità della stessa piazza orientale.

Nel corso dell’ultima ottava l’indice SSE Composite ha testato i suoi recenti massimi senza oltrepassarli e rendendo, quindi, tale area di prezzo (3.888 punti) il primario obiettivo di brevissimo termine. Il rialzo avvenuto venerdì potrebbe alimentare un nuovo accenno rialzista che, in caso di superamento di soglia 3.827 punti, agevolerebbe un plausibile upside con target a quota 3.868,69 punti. Da temere, invece, un ripiegamento dei corsi inferiore ai 3.771,10 punti che, oggettivamente, vedrebbe rappresentato l’inizio di una possibile inversione ribassista.
Per questa ottava gli occhi sono puntati alle risultanze che saranno diffuse giovedì in occasione del meeting della Bce mentre, oltre oceano, sarà prioritaria la diffusione dei dati sull’inflazione. In capo all’Istituto centrale europeo non sembrano poterci essere grosse incognite; negli Usa, invece, quanto si potrà apprendere sarà, comunque, materia di contradditorio tra gli operatori che, prudenzialmente, potrebbero scegliere di alleggerire le loro posizioni sul mercato in vista dell’ormai imminente meeting della Fed.
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