Addio al Reddito di cittadinanza, stipendi più alti e rivoluzione fiscale: il piano di Meloni per il 2023

Stefano Rizzuti

9 Febbraio 2023 - 09:50

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato una serie di misure in campo economico per il 2023: dall’addio al Reddito di cittadinanza al taglio del cuneo fiscale, ecco cosa vuole fare.

Addio al Reddito di cittadinanza, stipendi più alti e rivoluzione fiscale: il piano di Meloni per il 2023

Una rivoluzione fiscale nel 2023, l’addio al Reddito di cittadinanza confermato e l’impegno per proseguire con il taglio del cuneo fiscale e aumentare gli stipendi: sono questi gli obiettivi che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fissato per l’anno da poco iniziato in un’intervista al Sole 24 Ore.

Per Meloni il 2023 deve essere “l’anno delle grandi riforme che l’Italia aspetta da anni, ma che nessuno ha avuto il coraggio di fare”. Si deve partire dalla riforma fiscale, da quella della burocrazia e da una revisione istituzionale. Il punto su cui si sofferma di più la presidente del Consiglio è il primo: “Occorre rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancora che si realizzi”.

Inoltre la legge delega deve toccare tutti i settori della fiscalità, modificando le regole in vigore anche per dipendenti e pensionati. Altro tema affrontato da Meloni è il debito pubblico: l’obiettivo è che aumenti il numero di italiani e residenti in Italia che ne detengono quote.

Poi c’è l’impegno a proseguire “nella direzione di tagli consistenti al cuneo fiscale” e la conferma dell’addio al Reddito di cittadinanza, che deve essere sostituito da “misure concrete di contrasto alla povertà”. Ecco cosa ha detto Giorgia Meloni e quali sono i suoi obiettivi per il 2023.

Addio al Reddito di cittadinanza, la conferma di Meloni

Sul Reddito di cittadinanza Meloni conferma la scelta di voltare pagina: a suo giudizio si tratta di una “misura che ha fallito tutti gli obiettivi per i quali era nata, non ha abolito la povertà e non ha creato posti di lavoro”. Per questo, spiega, “abbiamo deciso di sostituire il Reddito di cittadinanza con misure concrete di contrasto alla povertà e, separatamente da queste, di rafforzare le politiche attive del lavoro”.

L’errore è stato, a suo giudizio, quello di mescolare strumenti di contrasto alla povertà con le politiche attive. Ora il modello cambierà, come annuncia la presidente del Consiglio: “Stiamo lavorando per costruire un nuovo strumento che accentuerà il concetto di inclusione attiva e che sostituirà e migliorerà le politiche attive del lavoro”.

Stipendi più alti, quando arriva il nuovo taglio del cuneo fiscale?

Una delle promesse più volte fatta da Meloni riguarda il taglio del cuneo fiscale: sarà il 2023 l’anno di nuove riduzioni delle tasse sul lavoro? La presidente del Consiglio ricorda quanto deciso con la legge di Bilancio - conferma del taglio al 2% per i redditi sotto i 35mila euro ed estensione al 3% fino a 25mila euro - e, spiegando che è solo un primo passo, assicura che l’obiettivo è “proseguire in questa direzione, compatibilmente con le risorse economiche disponibili”. Non definisce quindi una data, ma l’intenzione sembra quella di aumentare il taglio del cuneo fiscale.

Il debito pubblico in mano agli italiani

Meloni parla anche di debito pubblico, spiegando che non bisogna mai perdere di vista la sostenibilità finanziaria. Al momento, assicura, “la situazione finanziaria italiana è sotto controllo”: nonostante il rialzo dei tassi d’interesse della Bce, infatti, lo spread è rimasto basso e il debito non è esploso.

Mentre si lavora per mettere in sicurezza il debito, la presidente del Consiglio ha anche in mente un piano per ridurre la dipendenza dai creditori stranieri: lo si può fare “aumentando il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote di debito”.

La rivoluzione fiscale e la lotta all’evasione per Meloni

Meloni vuole che la lotta all’evasione e all’elusione fiscale diventi una priorità internazionale, puntando anche su accordi di cooperazione extra-Ue. Al momento, però, serve agire in Italia. Non basta, a suo giudizio, puntare solo sulla riscossione come hanno fatto i governi precedenti. Bisogna invece “rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancora che si realizzi, facendo parlare in modo preventivo l’amministrazione finanziaria con i cittadini”.

La legge delega si occuperà di tutti i settori della fiscalità. Per le piccole e medie imprese servono “strumenti in grado di favorire l’adempimento spontaneo”, istituendo un concordato preventivo biennale. Per le grandi imprese, invece, serve incentivare la cooperative compliance, cioè un confronto preventivo tra Agenzia delle Entrate e aziende. E poi ci saranno anche “misure ad hoc” per dipendenti e pensionati.

Aiuti a imprese negli Usa, cosa deve fare l’Ue per Meloni

Dopo il piano d’aiuti alle imprese statunitense, secondo Meloni serve una rapida risposta europea. Non serve, però, un piano quello degli Usa, ma un “rafforzamento del dialogo transatlantico, che privilegia il coordinamento delle politiche economiche delle due aree”.

Meloni ritiene sbagliato puntare solo a un allentamento del quadro di crisi e sugli aiuti di Stato, perché il rischio è che si formi una concorrenza dannosa tra gli Stati membri. Servono, invece, “parità di condizioni” e un “fondo sovrano europeo per sostenere gli investimenti e proteggere la sovranità industriale e tecnologica”. Nel frattempo, invece, la presidente del Consiglio torna a chiedere massima flessibilità all’Ue sull’uso dei fondi del Pnrr.

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