Tangentopoli in Italia non è mai finita

Alessandro Cipolla

7 Maggio 2019 - 15:18

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Da Roma a Milano passando per la regione Umbria: sono tanti i casi trasversali di corruzione che nelle ultime settimane hanno investito il mondo politico, segno di come in realtà in Italia la stagione di Tangentopoli non è mai finita.

Tangentopoli in Italia non è mai finita

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” recita un famoso passo de Il Gattopardo, scritto da Giuseppe Tomasi da Lampedusa e ambientato nella Sicilia del secondo ‘800.

Anche nel nuovo millennio sembrerebbe prevalere la stessa logica: nonostante la fine della Prima Repubblica e, secondo alcuni, anche della Seconda, in Italia cambiano le sigle e i protagonisti ma l’abitudine al malaffare nel mondo della politica rimane la stessa.

La vicenda della sanità in Umbria che ha coinvolto la giunta di centrosinistra, l’arresto per corruzione di Marcello De Vito del Movimento 5 Stelle, l’indagine sempre per corruzione riguardante il leghista Armando Siri e, per ultimo, il vorticoso giro di tangenti che ha coinvolto esponenti di Forza Italia in Lombardia, ci fanno capire come la stagione di Tangentopoli in fondo nel Bel Paese non sia mai finita.

Certo per tutti questi politici coinvolti vale sempre la presunzione di innocenza, spesso però dimenticata dai nostri leader quando il “mostro sbattuto in prima pagina” è un poveraccio, ma il sentore è che come nella Sicilia raccontata da Tomasi da Lampedusa, in Italia con Mani Pulite si è cambiata la classe dirigente ma le cattive abitudini sono rimaste le stesse.

“Dalle forchette alle manette”

A chi è un po’ più agé potrebbe tornare alla memoria un vecchio manifesto del MSI che, già prima dell’arresto nel febbraio del 1992 del “mariuolo” Mario Chiesa, recitava in un modo quasi profetico “dalle forchette alle manette”.

Da lì a poco dalla Procura di Milano sarebbe nata l’inchiesta Mani Pulite che, facendo emergere un sistema corruttivo praticamente strutturale all’interno del mondo politico, avrebbe poi coinvolto la quasi totalità della classe dirigente di allora, portando alla fine del dominio del Pentapartito che in pratica durava fin dalla nascita della Repubblica.

Niente più Democrazia Cristiana, Partito Socialista o anche Partito Comunista, vista la svolta voluta da Achille Occhetto con la nascita del PDS, ma largo a nuove forze politiche come Forza Italia e la Lega.

Per vent’anni l’Italia ha assistito al bipolarismo centrodestra-centrosinistra, con il berlusconismo e l’antiberlusconismo. Due decenni dove non sono mancati scandali e manette, vista anche l’azione spesso benevola del Parlamento nei confronti dei reati commessi dai “colletti bianchi”.

Neanche l’avvento del governo del cambiamento Lega-Movimento 5 Stelle sembrerebbe aver fermato questo vizietto dei nostri politici e dei nostri dirigenti, nonostante l’approvazione di una legge come la Spazzacorrotti che senza dubbio apporta importanti novità nella lotta alla corruzione.

Un provvedimento più che mai necessario ma che da solo sembrerebbe non bastare: come dimostrano le recenti indagini, Tangentopoli in Italia non è mai finita e finché ci sarà quel sentore di sostanziale impunità per chi delinque, ci sarà soltanto un cambio nei protagonisti ma il copione rimarrà sempre lo stesso.

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