Sì ad aiuti, ma per Tria le banche italiane sono solide

Elisabetta Scuncio Carnevale

28/10/2018

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria non teme per le banche italiane, ma guarda con attenzione all’aumento dello spread

Sì ad aiuti, ma per Tria le banche italiane sono solide

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria rassicura sulla tenuta delle banche italiane, ma torna a esprimere qualche preoccupazione sull’andamento dello spread, ad oggi troppo alto.

“Le nostre banche sono ancora solide, sono in grado di superare i test sulla capitalizzazione - o almeno quasi tutte - e per ora non ci sono pericoli. Se andranno in crisi, poiché hanno un effetto sistemico, l’intervento dello Stato è doveroso”,

questo il parere del titolare del Tesoro, intervistato a Firenze.

Le banche sono solide, ma lo spread è troppo alto

Nonostante il ministro torni a sottolineare la bontà delle politiche del Governo Conte, tiene sotto osservazione il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni che definisce “alto e dannoso”.

In merito alle dichiarazioni di Mario Draghi, Tria non si discosta di molto dal presidente della Bce: “non ha detto nulla di strano”, e ribadisce - come già aveva fatto in precedenza- che l’aumento dello spread fa male agli istituti di credito. Qualche passaggio anche sulla legge di bilancio:

“Non da tecnico, ma da ministro dell’economia, avrei preferito un livello di deficit più basso, per prima cosa perché forse non serviva”.

Per contrastare il rallentamento dell’economia, da economista avrebbe optato invece per il 2,4 o 2,5%.

“Un deficit più alto del previsto è considerato quasi normale per una manovra espansiva”.

Poi chiede prudenza per garantire stabilità politica e sociale, necessaria per tranquillizzare i mercati. Tria continua a sostenere l’ipotesi della crescita stimata dal governo Conte per il 2019 all’1,5%. Nei suoi piani non ci sarà una revisione del pil.

Sulle banche opinioni contrastanti tra Di Maio e Salvini

Per il leader leghista nessuna banca salterà e, qualora fosse necessario, il governo sarà presente pur di evitarlo.

“Se qualcuno pensa di speculare sulla pelle dei risparmiatori e degli italiani, sappia che c’è un governo e c’è un paese pronto a difendere le sue imprese, le sue banche e la sua economia, costi quel che costi”,

il commento di Matteo Salvini. A smentirlo, poco dopo, è Luigi Di Maio che esclude salvataggi con denaro pubblico:

“siamo vicini alle banche, ma non ci metto un euro degli italiani. Ce ne abbiamo già messi troppi in questi anni”.

Intanto, gli istituti di credito tremano e corrono ai ripari. Nonostante il bilancio dell’esercizio 2017-2018 di Mediobanca si sia chiuso con un utile netto di 864 milioni di euro (+24%), ricavi per 2,4 miliardi (+10%) e un utile operativo di 1,057 miliardi (+24%), l’amministratore delegato Alberto Nagel, intervenendo in assemblea dei soci, tiene a precisare:

“il momento attuale per i mercati è molto triste, il rischio Italia è percepito per come è percepito ed importante per le banche italiane dotarsi di un indice di capitale piuttosto solido e di un attivo altrettanto solido”.

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