Salvini, voce grossa a Bruxelles? In Europa il suo gruppo ha meno deputati dei Verdi

Alessandro Cipolla

5 Giugno 2019 - 09:41

Alle recenti elezioni europee la Lega in Italia ha ottenuto un risultato straordinario, ma Matteo Salvini in Europa con il suo gruppo non ha sfondato e al momento sembrerebbe essere tagliato fuori dalle principali trattative per le nomine.

Salvini, voce grossa a Bruxelles? In Europa il suo gruppo ha meno deputati dei Verdi

Chiuse le urne delle elezioni europee, a Bruxelles adesso è in pieno svolgimento una partita fondamentale con in ballo la nomina del prossimo presidente della Commissione Europea, quello della BCE e dei vari commissari.

Una delicata partita a scacchi che però, a fronte del solito attivismo di Francia e Germania, vede l’Italia al momento in una posizione defilata con il nostro paese alle prese soprattutto con i dissidi interni alla maggioranza gialloverde.

Matteo Salvini, che è stato il grande vincitore delle europee in Italia con la Lega arrivata al 34%, subito dopo il voto aveva promesso di fare la voce grossa a Bruxelles ripetendo il leitmotiv della sua campagna elettorale: dopo le elezioni con l’ascesa dei sovranisti le cose sarebbero cambiate nell’UE.

Invece al momento il gruppo capeggiato da Salvini, ora chiamato EAPN ovvero “European Alliance of People and Nations”, può contare su 74 deputati, ovvero tre in meno dei Verdi, visti i rifiuti incassati da Orban e da Farage.

Mentre Francia e Germania si stanno scontrando per spartirsi le poltrone che contano, l’Italia rischia clamorosamente di rimanere a bocca asciutta a causa della debolezza del premier Conte e del sostanziale isolamento di Salvini a Bruxelles.

Il peso di Salvini in Europa

Senza dubbio in Italia l’uomo politico del momento, probabilmente anche del futuro, è Matteo Salvini fresco trionfatore alle elezioni europee visto che la sua Lega è stata capace di prendere il 34% facendo così man bassa di eurodeputati.

In vista di una più che complessa legge di Bilancio da dover affrontare il prossimo autunno, il leader del Carroccio ha le idee chiare su come evitare l’aumento dell’IVA e al tempo stesso portare avanti il discorso della Flat Tax: fare nuovo debito sforando il tetto del deficit imposto da Bruxelles.

Quanti sono però gli alleati in Europa pronti ad appoggiare questa battaglia che il governo carioca si appresta a portare avanti? Pochi, anzi pochissimi. Oltre a Marine Le Pen che però Oltralpe è all’opposizione, non si intravedono mani tese verso l’Italia.

Fonte Europe Elects

Con 74 deputati eletti in totale, l’EAPN ha senza dubbio aumentato la propria rappresentanza all’interno del Parlamento Europeo ma è ben lontana da poter cullare velleità di comando.

Questo è dovuto soprattutto al fatto che Nigel Farage, in attesa di capire come evolverà la trattativa della Brexit, ha scelto di non aderire al gruppo di Salvini così come Viktor Orban, che ha preferito invece rimanere come separato in caso nei Popolari piuttosto che far fronte comune con gli amici sovranisti.

Con il Movimento 5 Stelle che rischia di rimanere fuori da ogni gruppo, il problema di Matteo Salvini è che anche i Paesi che possono essere considerati amici sono contrari alla scelta della Lega di forzare la mano sul fronte del deficit.

Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, sono tutti paesi che devono il loro buon momento economico ai tanti fondi comunitari che arrivano da Bruxelles e, di conseguenza, sono molto freddi verso qualsiasi gesto che potrebbe portare instabilità all’interno dell’Unione.

L’Italia e le nomine nell’Unione

Michel Barnier oppure Jens Weidmann sono nomi sconosciuti ai più in Italia, ma ben presto potrebbero diventare volti molto conosciuti essendo in pole position per diventare rispettivamente il prossimo presidente della Commissione Europea e della BCE.

Trattative queste per le nomine più pesanti dove il nostro paese al momento è il grande escluso, tanto che rischiamo seriamente alla fine di non ottenere neanche un commissario di peso all’interno della prossima governance dell’Unione.

Anche visivamente si può notare come non ci sarà una marea nera nel prossimo Parlamento Europeo, con Matteo Salvini che così è messo all’angolo tanto che ora con Bruxelles sta litigando soltanto in merito alla scorta a Roberto Saviano.

Paradossalmente il governo gialloverde sta faticando non poco anche a individuare chi potrebbe essere il nostro commissario in Europa, tanto che si parla dell’attuale ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e del sottosegretario Giancarlo Giorgetti come unici nomi spendibili.

Fatto sta che la maggioranza gialloverde, sempre che non vada in frantumi a breve, si appresta a dover affrontare mesi durissimi senza avere al momento sponde degne di questo nome in Europa, per un pericoloso isolamento che non è ideale quando ti appresti a mettere l’elmetto e fare una guerra dove potremmo ritrovarci totalmente da soli.

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