Pensione a 65,8 anni per gli uomini, 64,1 per le donne: com’è possibile?

Simone Micocci

04/07/2021

02/12/2022 - 15:09

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Sempre più persone in Italia vanno in pensione prima dei 67 anni: l’età media, effettiva, è di 65,8 anni per gli uomini, 64,1 per le donne.

Pensione a 65,8 anni per gli uomini, 64,1 per le donne: com’è possibile?

Come noto, in Italia si va in pensione a 67 anni. O meglio, questa è l’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi. Non è detto, infatti, che bisogni necessariamente aspettare il compimento dei 67 anni per andare in pensione; tant’è che sono pochi quelli che lo fanno.

Come confermato dal report della Commissione europeaPension Adequacy Report 2021”, infatti, in Italia si va in pensione prima dei 67 anni. Nel dettaglio, in media gli uomini ci vanno all’età di 65,8 anni, le donne a 64,1.

Com’è possibile? Questo abbassamento dell’età per l’accesso alla pensione dimostra che nel nostro sistema pensionistico c’è già quella flessibilità tanto richiesta dalle parti sociali. Ci sono, infatti, diverse misure che consentono l’accesso alla pensione comunque prima dei 67 anni e sempre più uomini e donne ne ricorrono così da ridurre l’età pensionabile effettiva a 65 anni e 8 mesi per i lavoratori e a 64 anni e 1 mese per le lavoratrici.

Pensione effettiva uomini e donne: smettere di lavorare prima dei 67 anni

Nonostante la Legge Fornero del 2011 sia intervenuta per equiparare l’età pensionabile per uomini e donne, portandola per entrambi a 67 anni, esistono ancora delle differenze tra queste due categorie. Lo dimostra il fatto che se si guarda all’età effettiva - media - dei pensionamenti in Italia, abbiamo gli uomini che vanno in pensione a 65 anni e 8 mesi, le donne a 64 anni e 1 mese.

La prima misura di flessibilità, nonché la più utilizzata in alternativa alla pensione di vecchiaia, è la pensione anticipata, la quale appunto prevede dei requisiti differenti per uomini e donne. Nel dettaglio, questa permette alla persona di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica, in quanto si guarda esclusivamente ai contributi maturati che devono essere:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Basta dunque aver iniziato a lavorare tra i 23 e i 24 anni, e aver mantenuto una carriera senza interruzioni, per poter andare ampiamente in pensione prima dei 67 anni.

E non è la sola misura che lo consente. Per i lavoratori cosiddetti precoci, ossia per chi ha iniziato a lavorare molto presto maturando 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni, vi è infatti la possibilità di accedere alla pensione con soli 41 anni di contributi. La cosiddetta Quota 41 precoci, però, è riservata ad alcune categorie di persone, quali disoccupati, invalidi, caregiver, e lavoratori usuranti e gravosi.

Ma la differenza tra uomini e donne non è dovuta solamente alla pensione anticipata. Per le lavoratrici, infatti, ancora oggi vi è la possibilità di accedere alla pensione con 58 anni di età (59 anni per le lavoratrici autonome) e con 35 anni di contributi grazie all’Opzione Donna (che richiede tuttavia un ricalcolo contributivo dell’assegno per chi vi accede).

Consente di andare prima in pensione, contribuendo dunque all’abbassamento dell’età media per i pensionamenti effettivi in Italia, anche la pensione anticipata contributiva, riservata a chi ha iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996. Questa prevede il pensionamento all’età di 64 anni e con 20 anni di contributi, a patto che l’assegno maturato sia superiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.

E ancora: in questi anni ha contribuito a ridurre l’età effettiva della pensione, portandola ricordiamo a 65,8 anni per gli uomini e a 64,1 anni per le donne, anche Quota 100, con la quale andare in pensione già all’età di 62 anni (e con 38 anni di contributi). Come noto, però, questa sparirà dal 1° gennaio 2022, consentendone l’accesso solo a coloro che ne maturano i requisiti entro il prossimo 31 dicembre.

Anticipare la pensione in Italia: i dati dell’Inps

A conferma di quanto indicato dal “Pension Adequacy Report 2021” della Commissione Europea, il quale ci dice che in Italia generalmente si va prima in pensione rispetto ai 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia, ci sono i dati dell’Inps riferiti al 2020.

Questi ci dicono che lo scorso anno l’Istituto ha erogato oltre 234.000 pensioni anticipate rispetto ai 195.000 assegni di vecchiaia. C’è la tendenza massiccia, dunque, all’utilizzo dei suddetti canali per il pensionamento anticipato, tant’è che in media si va comunque in pensione tra i 64,1 anni (donne) e i 65,8 anni (uomini).

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