Corte dei Conti su Stabilità 2016: no al deficit in copertura, dubbi sul taglio Tasi

Livio Spadaro

4 Novembre 2015 - 08:32

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La Corte dei Conti solleva dubbi sulla sostenibilità della Legge di Stabilità 2016 del Governo Renzi, dall’uso del deficit al taglio della Tasi.

Corte dei Conti su Stabilità 2016: no al deficit in copertura, dubbi sul taglio Tasi

Continuano le audizioni e le contestazioni circa la Legge di Stabilità e le manovre previste per risollevare l’economia italiana. E’ il turno della Corte dei Conti, che contesta la nuova Legge di Stabilità 2016 voluta dal Governo Renzi nella quale si prevede un taglio delle tasse e un sostentamento del bilancio pubblico con massima flessibilità dei livelli di deficit. In particolare, la Corte rileva i rischi circa l’uso improprio del deficit, e avverte la necessità che le coperture siano temporanee.

Corte dei Conti contro la Legge di Stabilità: dubbi su uso del deficit e taglio Tasi

La Corte dei Conti esprime dubbi sulla fattibilità della Legge di Stabilità 2016 del Governo Renzi. Nel particolare, la Corte dei Conti attraverso il Presidente Raffaele Squitieri nell’audizione al Senato ha commentato:

“La Legge di Stabilità sfrutta al massimo la flessibilità del deficit, riducendo il margine di protezione dei conti pubblici e lasciando sullo sfondo nodi irrisolti e questioni importanti”.

Inoltre, il Presidente della Corte dei Conti si è detto preoccupato di come il taglio della Tasi possa incidere sulla capacità fiscale dei Comuni.

Alle preoccupazioni della Corte dei Conti si aggiungono quelle delle Regioni che sono preoccupate di come il taglio da €17 miliardi previsto per l’inizio del 2017 metta a rischio la sopravvivenza degli Enti locali.

Inoltre, il mancato incremento della spesa sanitaria nel 2016 potrebbe far aumentare i ticket e i prezzi dei medicinali di prima necessità.

Renzi si incontrerà domani con gli Enti Regionali per discutere di questi argomenti. Tuttavia, il Presidente non sembra orientato a cambiare l’impostazione della manovra sostenendo che nella Sanità ci siano più soldi rispetto al passato e che è necessario tagliare tasse e sprechi.

Legge di Stabilità 2016: pericoloso l’uso del deficit e mancanza di riforme strutturali

Su questo punto il Presidente potrebbe aver ragione considerando che l’Italia in media spende meno della media dei Paesi Ocse.

La statistica rileva che in Italia la spesa sanitaria pesa sul Pil per l’8,27% nettamente meno di Paesi come Francia o Germania. Inoltre, nel 2014 secondo l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Nazionali ha registrato un incremento della spesa sanitaria con un costante decremento del disavanzo delle Regioni.

In sintesi, potremmo dire che effettivamente la spesa sanitaria in Italia non incide più di tanto sul PIL ed è tutt’altro che insostenibile come diceva Mario Monti. Il Presidente ha ragione nel dire che vanno tagliati gli sprechi ma dovrebbe anche fare qualcosa per cercare di riassettare i management delle principali aziende ospedaliere che tendono ad essere troppo legati con la politica e quindi inefficienti.

Considerando che la spesa sanitaria in Italia non è elevatissima, un incremento della stessa non sembra possa aggravare più di tanto il bilancio dello Stato e quindi potrebbe essere benissimo attuata, portando un beneficio migliore ai cittadini di quanto può rivelarsi il taglio della Tasi.

Renzi dovrebbe invece mostrarsi ben più flessibile per quel che riguarda il sostentamento del bilancio attraverso il deficit perché potrebbe essere un gioco molto pericoloso di cui abbiamo parlato recentemente in un altro articolo.

Nell’articolo sollevavamo preoccupazioni su come una manovra finanziata in deficit possa impattare gravemente sul bilancio italiano. Nel particolare, la mancata inclusione delle clausole di salvaguardia per quest’anno potrebbe farle ripresentare tra 2-3 anni in misura ben più pesante rispetto ad adesso.

Il taglio della Tasi non comporterebbe un grande risparmio pro capite per le famiglie ma sarebbe una mazzata per i Comuni che si troverebbero privati di una fonte primaria di finanziamento.

Il taglio delle clausole di salvaguardia del 2016 potrebbe non impattare i consumi, il che metterebbe a rischio il rapporto deficit/PIL che farebbe incappare l’Italia nelle pesanti sanzioni del Fiscal Compact.

Inoltre, il Governo dovrebbe porre freno al fenomeno della corruzione che incide non poco sul PIL e pensare di alleggerire la burocrazia che crea problemi strutturali all’economia del Paese.

Fa bene Renzi ad impuntarsi sul taglio degli sprechi perché è vero che ce ne sono tanti, ma sono dovuti all’inefficienza statale causata in primis da anni di instabilità governativa e poi da burocrazia massiccia e manager pubblici scelti su base di dubbia meritocrazia.

Il Presidente sembra che abbia rivelato ad alcuni dei suoi che nella riunione di domani con le Regioni ci sarà da divertirsi ma, se non farà le mosse giuste, i prossimi anni sembrano tutt’altro che una festa per il sistema Italia.

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