Legge di Stabilità 2016: è sostenibile? Le conseguenze per l’economia italiana

Livio Spadaro

21 Ottobre 2015 - 12:55

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La Legge di Stabilità 2016 voluta dal governo Renzi potrebbe aggravare l’economia italiana. Il rischio è di veder salire il deficit e il debito pubblico.

Legge di Stabilità 2016: è sostenibile? Le conseguenze per l’economia italiana

La nuova Legge di Stabilità 2016 del governo Renzi rischia di essere un potenziale crack per l’economia italiana.
Con la nuova Legge di Stabilità, Renzi vorrebbe tagliare le tasse per risollevare i consumi e dare una nuova spinta all’economia italiana.
Il problema è che sembra che lo voglia fare più con un artificio contabile che non realmente. In pratica si vuole finanziare il PIL con il deficit reale, ma con un taglio di imposte lorde.

Legge di Stabilità 2016: è sostenibile per l’economia italiana?

Nel dettaglio, si parla di disinnescamento delle clausole di salvaguardia ossia quelle clausole contenenti aumenti delle accise (ad esempio Iva o tasse sui carburanti) volte a fornire le coperture per il bilancio dello Stato. Le clausole di salvaguardia tolte ammontano ad un entrata fiscale per lo Stato di circa 17 miliardi ed il calo di entrate fiscale di 20 miliardi previsto è calcolato tenendo conto di queste clausole di salvaguardia.

Gli effetti del taglio delle clausole di salvaguardia e della Tasi
Il problema è che la cancellazione delle clausole di salvaguardia per il 2016 non avranno alcun impatto sui consumi degli italiani perché è difficile che qualcuno abbia comprato un bene nel 2015 pensando che nel 2016 avrebbe pagato più tasse. Inoltre l’eliminazione delle clausole per il 2016 potrebbe essere un fatto che non sarà contabilizzato nei piani di spesa dei consumatori, il che renderebbe il taglio di tasse reale a 3 miliardi.

Per spingere i consumi nel settore immobiliare, si è pensato all’eliminazione della Tasi che per ogni famiglia mediamente pesa circa 220 euro annui. Non un grande aiuto per incentivare acquisti nel settore edilizio.

Inoltre, la mancanza della Tasi rischierebbe di mandare in difficoltà i Comuni che dovrebbero per forza ricavare nuovi introiti da qualche altra tassa o da qualche forma di aiuto dello Stato (cosa improbabile). Quale tassa sarà lo si vedrà in futuro.

Il deficit e la Legge di Stabilità: il ruolo dell’Europa

Quindi la Legge di Stabilità 2016 è una manovra che si basa totalmente in deficit, il che è un gioco molto pericoloso. Innanzi tutto bisognerà vedere se l’Europa possa approvare un piano del genere visti i rigidi controlli sui bilanci dei Paesi dell’Eurozona ma i problemi veri potrebbero sorgere tra qualche anno in 2 modi.

Il primo modo è che per far riquadrare il bilancio finanziato in deficit e senza clausole di salvaguardia, potrà indurre queste ultime a bussare alla porta del Governo che sarà costretto a reintrodurle in misura maggiore o, se decidesse di rinviarne ancora l’introduzione, con forti tagli della spesa pubblica.

Siccome difficilmente Renzi deciderà di reintrodurre le tasse, continuerà il finanziamento a deficit che per ora è previsto all’1,1% per il 2017 e allo 0,2% per il 2018. Cifre che dovranno essere riviste se si gioca al rilancio e che potrebbero far riavvicinare alla soglia pericolosa del 3% con un rialzo del debito pubblico.

Si parla di soglia pericolosa perché in contrasto con il fiscal compact ossia il patto di bilancio dell’Europa. Il fiscal compact prevede dei requisiti di bilancio per i Paesi che hanno aderito al patto che ha 3 punti che riguardano l’Italia da vicino:

  • obbligo di non superamento del deficit strutturale dello 0,5%.
  • mantenere il rapporto deficit/PIL al massimo del 3%.
  • l’obbligo di riduzione di almeno 1/20 del rapporto debito/PIL ogni anno, per questi Paesi con un rapporto superiore al 60% (l’Italia sfora il rapporto di più del doppio).

Legge di Stabilità 2016: le conseguenze per l’economia italiana

Se questi parametri non vengono rispettati scattano delle sanzioni automatiche abbastanza pesanti volte a far tornare i conti. L’esecutivo dell’Italia sembra voglia cercare di agire su questi rapporti alzando il PIL e cercando di non far alzare troppo il numeratore del rapporto. Il problema è che con una mossa come quella della nuova Legge di Stabilità, il PIL difficilmente salirà abbastanza, visto che difficilmente i consumi verranno stimolati. Invece il rapporto al numeratore potrà solo che aumentare visto che la manovra prevede il finanziamento in deficit con conseguente aumento del debito pubblico.

Vedremo se l’Europa approverà questa nuova Legge (è difficile vista la poca flessibilità dell’UE al ricorso del deficit). Tuttavia, nel caso dovesse essere approvata, potrebbe rivelarsi un boomerang per l’economia italiana.

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