Italia e corruzione: quanto e come incide sulla crescita del PIL?

Livio Spadaro

30/10/2015

30/10/2015 - 12:55

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In questi giorni molti dirigenti del settore pubblico sono stati arrestati per corruzione. L’Italia è il primo Paese in Europa per corruzione e 69° a livello globale, peggio di Rwanda e Namibia.

Italia e corruzione: quanto e come incide sulla crescita del PIL?

In questi giorni si sta assistendo ad una raffica di arresti di dirigenti delle aziende e delle istituzioni del settore pubblico per via di giri di tangenti che durano da anni. L’Italia secondo l’ultima recente stima è il Paese più corrotto in Europa e il 69mo a livello globale.

Può la corruzione inficiare sulla crescita del Paese? secondo le recenti statistiche sembrerebbe di sì.

Italia primo Paese per corruzione in Europa e 69mo a livello mondiale

Secondo il Corruption Perception Index del 2014 di Transparency International, l’Italia si piazza alla prima posizione dei Paesi più corrotti d’Europa mostrando un lievissimo miglioramento rispetto al 2012, nulla in confronto ai miglioramenti messi in atto da Bulgaria e Grecia che condividono la stessa posizione dell’Italia nel ranking.

A livello globale l’Italia si piazza al 69mo posto della classifica al pari delle già citate Grecia e Bulgaria e dello Stato africano dello Swaziland e piazzandosi addirittura peggio di Paesi come Cuba, Namibia e Rwanda.

La cosa che desta più preoccupazione è che l’Italia non ha praticamente migliorato il suo punteggio rispetto agli ultimi anni rimanendo ferma a quota 43 punti mentre Grecia e Bulgaria hanno registrato un miglioramento rispettivamente di 7 e 2 punti.

Può la corruzione essere un fattore di rallentamento della crescita? Le statistiche, il Governatore della Banca d’Italia e la Corte dei Conti dicono di sì.

Ignazio Visco infatti dichiarò il 26 Maggio 2015 che:

La corruzione e l’operare della criminalità organizzata fungono da ostacolo all’attività delle imprese e alla loro crescita.

La Corte dei Conti anche si è espressa sulla stessa lunghezza d’onda di Visco, dichiarando tramite il Presidente della Corte Raffaele Squitieri:

Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra.

Queste affermazioni del Governatore di Bankitalia e della Corte dei Conti trovano conferme nelle statistiche sul rapporto tra corruzione e crescita del PIL.

Quanto incide la corruzione sull’economia in Italia

E’ stato dimostrato che l’aumento dell’1% della corruzione danneggia il tasso di crescita dello 0,72%. La corruzione trova la sua “fonte” nell’instabilità politica che conta per il 53% sulla crescita della corruzione. Inoltre, la corruzione trova terreno fertile in Paesi con alta inefficienza del settore pubblico, lentezza burocratica, debolezza legislativa e debolezza giudiziaria. Tutti parametri perfettamente rispettati dal sistema Italia.

Basandoci sulle stime precedenti possiamo affermare che all’Italia la corruzione costa circa €12 miliardi l’anno con un un incidenza di quasi 200€ pro capite per ogni cittadino.

La corruzione, inoltre, riduce il livello di capitale umano e incide sul livello degli investimenti.

Il livello di capitale umano aumenta o decresce in base al reddito procapite (che come abbiamo visto diminuisce all’aumentare della corruzione) ed incide sulla crescita della produttività poiché una popolazione con un alto livello di istruzione è più produttiva in termini di creatività, adattamento tecnologico ed integrazione.

Gli investimenti sono scoraggiati da un alto tasso di corruzione, poiché un Paese dal livello eticamente basso è visto come poco sicuro per investire e dove le gare d’appalto vengono viste come finte. Gli investimenti sono una variabile che incide parecchio sulla crescita del PIL di un Paese.

Queste variabili che già vengono appesantite in un periodo di crisi economica come quello degli ultimi anni, tendono a subire maggiormente gli effetti della corruzione che diventa a sua volta un fattore della crisi.

Nei Paesi con bassa corruzione alto livello di PIL e bassa disoccupazione

La comparazione con le economie dei Paesi eticamente più “puliti” non dà adito a critiche.

Nei Paesi con bassa corruzione c’è la percezione che investire sia sicuro e questo attrae gli investimenti sia a livello locale che estero. Comparando i 21 migliori Paesi contro i 21 peggiori Stati in termini di corruzione, vediamo come l’impatto sull’economia è notevole. 19 dei 21 Stati peggiori mostrano un PIL annuale al di sotto dei $100 miliardi di dollari, mentre solo 4 Paesi dei 21 più etici mostrano tale dato.

Un’altra statistica in favore dei Paesi con più bassa corruzione è che 13 dei 21 Stati più corrotti (che pubblicano i dati) mostrano un tasso di disoccupazione superiore al 10%, mentre dei 21 Stati più etici solo 2 mostrano un tale dato.

Italia necessita di stabilità di Governo, riforma giudiziaria e burocrazia più leggera

In definitiva possiamo dire che la corruzione incide e non poco sul PIL in termini di investimenti, capitale umano e disoccupazione. Infatti, in un Paese con un alto tasso di corruzione e con un sistema clientelare come l’Italia, molte persone cercano rifugio in termini lavorativi in altri Paesi, incidendo sul capitale umano futuro (vedere i dati sulla disoccupazione giovanile) e la crescita futura.

Gli sforzi delle forze dell’ordine di questi giorni sono apprezzabili ma non bastano da sole. E’ necessario introdurre pene più severe per chi corrompe e viene corrotto, snellire le procedure burocratiche, migliorare la stabilità di Governo e riformare il lento settore giudiziario.

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