Lega, referendum legge elettorale: il piano di Salvini sabotato da Berlusconi?

Alessandro Cipolla

25 Settembre 2019 - 12:21

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La Lega vuole un referendum per una legge elettorale maggioritaria con il voto di cinque consigli regionali: Forza Italia però si dovrebbe astenere, con Berlusconi che così potrebbe stoppare il piano di Salvini.

Lega, referendum legge elettorale: il piano di Salvini sabotato da Berlusconi?

Un vero e proprio blitz per indire un referendum sulla legge elettorale. Questo è quello che la Lega sta cercando di fare nei consigli regionali a guida centrodestra insieme a Fratelli d’Italia, dove a maggioranza assoluta si cerca di ottenere il via libera alla richiesta di una consultazione popolare sul tema.

Una delle modalità per richiedere un referendum abrogativo è infatti che questo venga richiesto da almeno cinque consigli regionali. Entro il 30 settembre, il Carroccio spera così di ottenere un’approvazione in Piemonte, Sardegna, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Abruzzo.

Lo scopo è quello che gli italiani vengano chiamati a esprimersi sulla modifica del Rosatellum, l’attuale legge elettorale che Salvini vorrebbe che diventasse completamente maggioritaria eliminando la parte proporzionale.

Si tratterebbe di una mossa totalmente contraria alle idee della maggioranza giallorossa che, dopo l’approvazione definitiva del taglio dei parlamentari, vorrebbe modificare il sistema di voto rendendolo puramente proporzionale e senza una quota maggioritaria.

In mezzo al guado c’è quindi Forza Italia, visto che Silvio Berlusconi non è per nulla convinto di questa svolta maggioritaria anche perché ci sarebbero dubbi sulla sua costituzionalità.

Gli azzurri quindi si potrebbero astenere nel voto nei consigli regionali a maggioranza centrodestra, mettendo così a rischio l’approvazione necessaria in almeno cinque Regioni.

La Lega vuole un referendum sulla legge elettorale

Con la nascita del Conte bis la maggioranza di governo e le opposizioni si apprestano a duellare anche sul tema della legge elettorale. Con l’approvazione del taglio dei parlamentari, una modifica al Rosatellum sarà per forza di cose necessaria.

Se i giallorossi vorrebbero una svolta puramente proporzionale, Lega e Fratelli d’Italia hanno idee diametralmente opposte pensando invece a un sistema di voto solamente maggioritario, ovvero tutto incentrato sui collegi uninominali dove viene eletto chi prende un voto in più dell’avversario.

Con una legge elettorale del genere Matteo Salvini è convinto di poter ottenere una larga vittoria elettorale, mentre il proporzionale obbligherebbe il partito vincitore a stringere delle alleanze con altre forze politiche per poter formare una maggioranza di governo.

Da qui nasce l’idea del referendum abrogativo della Lega, con il senatore Roberto Calderoli autentico deus ex machina, dove si andrebbe a chiedere agli italiani di esprimersi sull’eliminazione della quota proporzionale del Rosatellum con la quale al momento si eleggono i cinque ottavi dei parlamentari.

Berlusconi stoppa Salvini

Per poter chiedere alla Corte Costituzionale il via libera a un referendum abrogativo, una delle modalità è quella di avere i voti favorevoli a maggioranza assoluta di almeno cinque consigli regionali.

Lega e Fratelli d’Italia però da soli, anche con l’aiuto dei fuoriusciti di Cambiamo!, non hanno la certezza di avere i numeri nelle regioni a guida centrodestra per far approvare questa richiesta, anche a causa della riluttanza di diverse minoranze all’interno della coalizione che non vedono di buon occhio il maggioritario.

Molto dipenderà quindi da Forza Italia, che però su indicazione di Silvio Berlusconi dovrebbe astenersi durante le votazioni. L’ex premier non vorrebbe rinunciare infatti a una quota di proporzionale nella legge elettorale.

Ci sono poi i tanti dubbi di costituzionalità derivanti da un referendum del genere. La Lega vorrebbe presentare subito dopo il taglio dei parlamentari una proposta per ridisegnare i collegi, non lasciando così un vuoto normativo che farebbe naufragare la richiesta.

Una mossa che però da sola potrebbe anche non bastare per strappare il disco verde da parte della Corte Costituzionale. A prescindere da questo, molto dipenderà comunque dal comportamento di Forza Italia: Berlusconi non vorrebbe spaccare la coalizione, ma con l’astensione dei suoi potrebbe mettere a forte rischio la possibilità di richiedere un referendum.

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