La Fed non delude le attese e decide di non tagliare i tassi. L’istituto centrale rinvia la stretta con il serio rischio che i mercati finanziari perdano fiducia nelle azioni monetarie.
La Federal Reserve, nell’attesa riunione di politica monetaria di ieri ha deciso di non riservare sorprese ai mercati finanziari. Il board dell’istituto centrale statunitense ha lasciato invariata l’attuale politica dei tassi di interesse nonostante nelle ultime settimane alcuni membri votanti avessero lasciato intendere che una nuova stretta fosse possibile.
A questo punto, la Fed ha con ogni probabilità la sola riunione di dicembre per rialzare i tassi di interesse ma questo dipenderà dai dati macroeconomici e dall’umore dei mercati. Le previsioni di quattro rialzi sono ormai solo un’utopia e a questo punto l’istituto centrale americano, unitamente alle altre banche centrali, rischia di perdere del tutto la propria credibilità.
L’economia americana è tutt’altro che in ripresa mentre in diversi settori della stessa vi sono ormai evidenti bolle, prima su tutte quella di Wall Street. La Fed poi, così come le altre banche centrali, continua a tagliare le prospettive di crescita future e questo rischia di far concentrare i mercati sui fondamentali macroeconomici che non segnalano alcun tipo di ripresa economica.
Borse: nessuna sorpresa da Fed, tassi rimangono invariati
La Federal Reserve non ha sorpreso i mercati, decidendo di lasciare i tassi di interesse ai livelli attualmente vigenti. Il board dell’istituto centrale americano è risultato meno compatto delle scorse riunioni anche se comunque ha prevalso la fazione delle “colombe”. La decisione della Fed ha immediatamente portato euforia a Wall Street, con i listini americani che hanno chiuso in forte rialzo la seduta di ieri.
Euforia che si è riversata anche sulle Borse europee, anche se questa potrebbe avere vita breve a causa dei cambiamenti geopolitici all’orizzonte e soprattutto della precaria situazione finanziaria delle banche.
Federal Reserve e banche centrali ad un vicolo cieco?
La Fed, così come le altre banche centrali, sembra essere arrivata ad un vicolo cieco, non sa bene come agire a causa delle scarse condizioni economiche e delle bolle che si sono create in diversi comparti dell’economia.
USA: economia verso nuova recessione
Gli USA sembrano proiettati verso una recessione economica, basta dare un’occhiata all’andamento della produzione industriale, in genere proxy dell’andamento del PIL, per capire che gli Stati Uniti non stanno attraversando una fase di crescita:
E infatti il tasso di crescita del PIL USA è ben al di sotto di tutte le stime precedenti e future della Federal Reserve:
USA: Wall Street non segue l’andamento dei profitti aziendali
Stesso discorso vale per i profitti delle aziende che, nonostante la politica monetaria accomodante della banca centrale americana, non sembrano dare segni di miglioramento:
La cosa preoccupante è che i listini azionari americani stanno seguendo una dinamica del tutto scorrelata dai fondamentali dell’economia e questa dinamica, quando sarà interrotta, causerà il crollo delle Borse internazionali:
USA: bolla nei prezzi degli immobili commerciali
Wall Street è solo un esempio, si può anche vedere il grafico dell’andamento dei prezzi degli immobili commerciali che è completamente slegato dall’andamento degli utili societari:
Banche centrali: economia cresce ma tagliano le stime future, perché?
Non solo, è alquanto strano che le banche centrali come Fed e BCE parlino di moderato ritmo di crescita per poi tagliare le stime future di questa. La Federal Reserve proprio ieri ha tagliato le stime di crescita del PIL ed ha sottolineato come le condizioni per un rialzo dei tassi si siano rafforzate, di per sè un controsenso.
Oltretutto, le delicate elezioni presidenziali negli USA a novembre avranno certamente un peso per le prossime mosse dell’istituto guidato da Janet Yellen che sta subendo anche le pressioni delle banche per rialzare i tassi di interesse.
I tassi a zero e la quasi totale assenza di bond con rendimento sta riducendo sempre più i margini di guadagno delle banche americane (ma più in generale anche di quelle europee) e questo ha convinto i CEO di alcuni istituti, come Jamie Dimon di JpMorgan, a richiedere un inasprimento dei tassi di interesse.
Cosa accadrà quando le Borse perderanno fiducia nelle banche centrali?
Ora, dato che la guidance delle banche centrali è alquanto inaffidabile, è probabile che i mercati tornino a focalizzarsi sui valori macroeconomici.
Questo è un grosso rischio per i banchieri centrali, dato che le politiche monetarie attuate sinora nelle economie sviluppate non hanno dato alcun frutto. Cosa può succedere se le Borse perdono fiducia in QE e Nirp? Beh probabilmente sarà solo il tempo a dircelo.
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