Italia: ritorno alla lira nel 2013?

Dimitri Stagnitto

25/04/2013

Italia: ritorno alla lira nel 2013?

Negli ultimi mesi si è parlato molto di un ipotetico ritorno alla lira per il nostro Paese come risposta estrema (o ovvia e ineluttabile conseguenza, per alcuni) alla crisi economica che sta letteralmente falcidiando l’economia italiana.

Ritorno alla Lira: chi l’ha detto (tra i politici)

A livello politico attualmente si associa un’ipotesi di uscita dall’euro con conseguente ritorno alla lira a Beppe Grillo e al movimento 5 stelle, per quanto dopo le elezioni non se ne sia parlato più (prima invece il referendum sull’euro era il primo dei 10 punti del programma) ma pochi ricordano che meno di un anno fa addirittura Berlusconi parlò dell’uscita dall’euro come di un possibile tema di confronto.

Ovviamente anche da parte di Berlusconi e del PDL sul tema è scattato il silenzio. Le elezioni sono andate come sono andate e di soluzioni alla crisi interne alla Nazione non se ne parla: il nuovo governo di emergenza che va formandosi attorno a Letta, a maggior ragione dopo la conferma di Napolitano, seguirà alla lettera i diktat europei. Al momento questo significa austerità e tasse a partire da una corposa patrimoniale.

2013: l’anno del crollo?

Quel che è certo è che l’Italia sta davvero morendo dal punto di vista economico: anche quest’anno hanno già chiuso migliaia di aziende.

Questo non si traduce solo in disoccupazione ma anche in perdita di organizzazione e know how, legati ad una classe imprenditoriale che sta pagando il prezzo più salato, che difficilmente verranno recuperati in futuro.

Il nodo legato ai debiti della PA verso le imprese italiane (la stima oltre i 100 miliardi è purtroppo credibile) non è destinato a sciogliersi e su questo tavolo potrebbe giocarsi la partita che fa saltare il banco: un prolungarsi delle situazione potrebbe portare a una crisi sociale esplicita fatta di manifestazioni cruente e disordini da parte di cittadini portati alla disperazione per il semplice fatto di non aver più nulla da perdere.

Un eventuale ritorno alla lira andrebbe in ogni caso gestito politicamente, possibilmente in modo ordinato, e perchè questa gestione abbia luogo occorre prima di tutto che si crei una seria e maggioritaria domanda popolare in questa direzione: questo significa un vero e proprio muro contro muro tra cittadini e classi politiche.

Del resto solo pochi giorni fa Mario Draghi, presidente della BCE, affermava:

Lei sta ponendo domande così ipotetiche che non ho una risposta…beh, posso dare una risposta parziale. Questo tipo di domande sono formulate da gente che sottovaluta di gran lunga quel che l’euro significa per gli europei, per l’euro-area. Essi sottovalutano di molto la quantità di capitale politico che è stato investito nell’euro. È per questo che continuano a chiedere cose come: “Se l’euro si spacca? Se un Paese abbandona l’euro?”… Non è come una porta scorrevole. È una cosa molto importante. È un progetto dell’Unione Europea. Sicché spendete il fiato invano quando continuate a chiedere a gente come me “cosa accadrebbe se…”. Non esiste un piano B.

In secondo luogo, la BCE ha mostrato la sua determinazione nel combattere ogni rischio di ridenominazione. E l’OMT con le sue precise norme, ed agente entro il suo mandato, esiste appunto a questo scopo. Così rispondo alla sua prima domanda. La seconda domanda era sull’ELA, ma ancora una volta è subordinata a “se Cipro lascia…”. Di nuovo, non abbiamo in mente questo… Nessun piano B.

2013: ritorno alla lira si o no?

Molto probabilmente il 2013 non sarà ancora l’anno del ritorno alla lira: le parole di Draghi e ancor più il fatto che la gran parte degli italiani alle ultime elezioni hanno comunque continuato a votare i partiti tradizionali, segno di una mancata sensibilità diffusa in questo senso, fanno pensare che la misura non sia ancora colma.

Del resto, di un’uscita dall’Euro al momento la gente ha paura.

Un ritorno alla lira a furor di popolo non sembra quindi all’orizzonte per il 2013 a meno che non sia la Germania ad uscire dall’Euro costringendoci ad un ritorno alla lira per reazione.

Non è escluso che alla fine le cose vadano così, del resto l’ipotesi circola già da tempi non sospetti.

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