Grillo e M5S: le 10 proposte per l’Italia. La prima? Referendum sull’euro

Valentina Pennacchio

27/02/2013

Grillo e M5S: le 10 proposte per l’Italia. La prima? Referendum sull’euro

Alle elezioni 2013 ha vinto Grillo è innegabile e l’UE ha paura. Il Paese sembra essere piombato nel caos piuttosto che raggiungere la stabilità per ripartire con la crescita e lasciarsi alle spalle la crisi. Il Senato è ingovernabile, la maggioranza non c’è. Cosa fare? Dialogare. In teoria. Grillo da buon antisistemico ha negato questa possibilità, definendo il suo collega più palpabile, Bersani, uno “stalker politico”: “Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri)”.
Il Parlamento però non è una piazza in cui fare comizi e urlare senza confrontarsi con le idee altrui, senza cercare compromessi perché prevalga solo la propria idea, la propria voce, il Parlamento per la sua stessa esistenza ha bisogno di dialogo e responsabilità. Cosa vuole fare Grillo per il Paese? In molti non l’hanno capito. Ecco le sue 10 proposte, tra cui il referendum sull’euro.

Le 10 proposte del M5S

Il Parlamento 2013, che sarà il più giovane e femminile di tutta la storia della Repubblica Italiana, vedrà l’ingresso di 109 deputati e 54 senatori grillini. Quali saranno le idee da concretizzare? Scopriamolo.

Referendum sull’euro

Il sentimento antieuropeista di Grillo è noto: l’UE è considerata una selva oscura e inconoscibile. La prima mossa sarà quindi quella di proporre un referendum sull’euro che “affama il Paese e le aziende”. Ma il ritorno alla lira sarebbe un’ipotesi fattibile? Praticamente no o comunque molto difficile perché la lira non esiste più e bisognerebbe ridenominare tutti i contratti in euro, così come riadattare il consumo con il risultato di un default di Stato, nonché di banche, aziende e famiglie.

Ristrutturare il debito pubblico

Il debito pubblico è a livelli record. La ricetta del M5S? Ristrutturare il valore dei titoli di Stato detenuti da banche, fondi e similari all’85,7%, riducendo gli interessi e allungando le scadenze. Anche con questa strada si rischia il default secondo il mercato e le agenzie di rating perché con la ristrutturazione del debito il Paese perde la credibilità agli occhi degli investitori e l’accesso ai mercati.

Rapporto Stato/mercato

Grillo e il suo M5S vorrebbero introdurre un limite massimo allo stipendio dei manager delle società quotate, abolire i monopoli come ENI, Enel, Mediaset o Ferrovie e il sistema per cui le Opa vengano ripagate con l’indebitamento delle società acquisite. In tal senso lo Stato dovrebbe essere più interventista, ma un problema emerge anche su questa terza proposta perché le aziende suddette sono grandi multinazionali attive anche all’estero e potrebbe esserci il rischio di far fuggire quei pochi investitori che ancora decidono di puntare sul mercato italiano.

Tav e infrastrutture

Grillo è contrario alla Tav, ai termovalorizzatori, alle grandi opere, mentre è favorevole a supportare il trasporto locale. Un’ottima idea, ma che rischia di rendere le nostre infrastrutture obsolete e soprattutto di isolarci dall’Europa. Le infrastrutture sono comunque sinonimo di crescita e sviluppo.

Green Economy

Il M5S è sostenitore della green economy e delle fonti rinnovabili, che possono però causare costi esorbitanti se gestite in modo incapace.

Sgravi per piccole e medie imprese (Pmi)

Sul fronte Pmi Grillo e i suoi propongono l’attribuzione del “made in Italy” alle sole industrie che producono in Italia, il pagamento dell’IVA solo al momento dell’incasso della fattura e sconti contributivi per le assunzioni degli under 35. Il primo punto potrebbe pregiudicare l’espansione di aziende all’estero, che potrebbero e vorrebbero diversificare la produzione oltre i confini nazionali; il secondo punto è in parte già previsto (con un limite al volume di affari pari a 2 milioni di euro); il terzo punto, soprattutto per quanto concerne la situazione del Mezzogiorno, andrebbe armonizzato con la disciplina UE.

IMU

Sul fronte fiscale Grillo propone l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, che deve essere considerata impignorabile, e la riduzione dell’Irap sulle aziende. Intervenire sulle tasse comporta una riflessione sulle coperture: 4 miliardi di euro per abolire l’IMU, 33 miliardi di euro per abolire l’Irap, 2 miliardi di euro per la sua riduzione di un punto.

Reddito minimo di cittadinanza

La proposta del reddito minimo di cittadinanza per le categorie deboli (disoccupati, esodati, studenti che hanno appena terminato gli studi) prevede un importo di circa 800-1000 euro da elargire per circa 2-3 anni, che andrebbe a decadere nel caso di rifiuto a tre offerte di lavoro consecutive. Ma come coprire questi costi?

Costi della politica

Tra i cavalli di battaglia di Grillo ci sono i costi della politica, in particolare l’abolizione dei rimborsi elettorali (addirittura retroattivo). A ciò si aggiungerebbe l’abolizione delle province e l’accorpamento dei Comuni con un numero di abitanti inferiore a 5.000, nonché uno stipendio medio nazionale per i politici, per i quali sarebbero previsti due mandati parlamentari. Buone idee, ma, almeno per ora, troppo generiche.

Editoria e RAI

In questo campo i grillini propongono l’abolizione dei contributi alle testate giornalistiche e della Legge Gasparri, una sola rete pubblica senza pubblicità e la vendita delle altre due reti Rai. Anche in questo settore le proposte di Grillo devono trovare la giusta via per essere concretizzate e solo allora saranno effettivamente proponibili.

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