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Elezioni 2013: Senato ingovernabile. E’ colpa di Grillo?
martedì 26 febbraio 2013, di
Dopo il testa a testa di ieri sera tra centrodestra e centrosinistra la giornata di oggi si è aperta con l’ufficialità dei risultati delle elezioni 2013, che ha fatto schizzare lo spread, spaventato i mercati, nonché zavorrato Piazza Affari. La Borsa di Milano ha aperto la seduta con il Fte Mib in caduta libera del 4%.
Le elezioni politiche 2013, che hanno registrato un’affluenza del 75,20% circa, sono state le elezioni dell’exploit del M5S di Beppe Grillo, della delusione di Ingroia, visto che la sua Rivolzione Civile non entrerà in Parlamento, nonché del flop di Monti. Il PD, dato per superfavorito, non ottiene il successo sperato, perché la rimonta di Berlusconi e del PDL, inattesa per molti, è eccezionale. I dati degli italiani all’estero, ancora parziali, sembrano dare fiducia al PD.
Il risultato? La vittoria dell’ingovernabilità, soprattutto al Senato. Alla Camera il PD di Bersani ottiene 340 seggi, il PDL di Berlusconi 124 e il M5S di Grillo, rivelazione di queste elezioni, 108 seggi. Solo 45 i seggi assegnati alla lista Monti. Al Senato la situazione è ben più preoccupante. Il PD potrà avere in Senato 119 senatori, il PDL 117, Grillo 54 e Monti 45.
Le reazioni del PD
Il vicesegretario del PD, Enrico Letta, esprime la necessità di trovare soluzioni che possano favorire la logica della responsabilità, perché tornare al voto non sarebbe la migliore soluzione (a maggior ragione che ci troviamo nel semestre bianco), nonostante l’esito delle elezioni ponga le basi per una situazione senza precedenti, creata soprattutto dal voto di protesta di un elettorato in ribellione, esasperato dal governo Monti, dall’austerità, nonché in cerca di voglia di cambiamento, perché ormai distante dalla politica tradizionale.
Questo elettorato smarrito ha trovato un’ancora di salvataggio “anche in proposte demagogiche” secondo Letta. Il riferimento a Grillo, il personaggio più discusso delle ultime elezioni, considerato dalla stampa estera e non solo antisistema, è innegabile.
Grillo ha sfruttato il malcontento popolare e portato il suo movimento/partito ad essere il primo partito d’Italia. Bersani in serata ha dichiarato: “E’ evidente a tutti che si apre una situazione delicatissima per il Paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell’interesse dell’Italia”.
Le reazioni del PDL
Angelino Alfano si è detto molto soddisfatto del risultato ottenuto, ringraziando gli elettori e la tenacia di Berlusconi, che ha compiuto un vero miracolo: “Un raddoppio dei consensi rispetto a come si era partiti all’inizio della campagna elettorale“, come ha affermato Daniele Capezzone. Berlusconi invita a “trovare una convergenza per governare”, l’unica soluzione per superare questa grave impasse.
Le reazioni del M5S
L’entusiasmo di Grillo per lo straordinario successo ottenuto è palpabile: “Siamo il primo partito in assoluto e solo in tre anni. Saremo una forza straordinaria“. Il M5S ha bollato l’ipotesi alleanze, ma come fare altrimenti in un Senato ingovernabile?
E’ colpa di Grillo?
La situazione di ingovernabilità creatasi in seguito alle elezioni che avrebbero dovuto condurre l’Italia verso l’ordine e la stabilità dipende in larga parte proprio dal M5S, “neonato politico”.
Se l’elettorato non avesse optato per il voto di protesta, i voti del M5S sarebbero confluiti inevitabilmente verso i due maggiori schieramenti politici italiani. Tuttavia i voti andati al M5S non sono stati dispersi, sono il segno di una crisi politica senza precedenti, quella che è stata definita da Stefano Folli del Sole24Ore “la tempesta perfetta”, quella che i partiti stanno raccogliendo dopo aver seminato per anni solo vento.
Secondo Ingroia l’ingovernabilità è colpa di Bersani, "che ha preferito l’abbraccio mortale con Monti piuttosto che aprirsi a una alleanza con noi” ha spiegato il Pm. “Io glielo avevo proposto e lui nemmeno mi ha risposto. Non siamo stati messi in condizione di arrivare al nostro potenziale elettorato grazie anche all’oscuramento con il quale siamo stati censurati dall’informazione soprattutto televisiva”.
Ingroia ha concluso:
“Penso che più di tanto in queste condizioni, Rivoluzione Civile non potesse aspettarsi: abbiamo portato avanti una campagna elettorale in fretta e furia in soli 40 giorni, schiacciati dal Pd e dagli spettacoli di piazza di Grillo”.
Secondo La Russa l’ingovernabilità è invece colpa di “Monti, Fini e Casini, che hanno sottratto voti al centrodestra”.
Quello che è certo è che ora non è tempo di accuse o imputazioni. Alle elezioni 2013 gli italiani hanno risposto con la protesta. Questo è un dato innegabile, che non può rimanere inascoltato. L’Italia ha bisogno di cambiare per sopravvivere.