Gli ultimi conteggi stanno dando finalmente un risultato a queste attesissime elezioni 2013. Sono state le elezioni di Grillo grazie al boom del suo M5S, sono state deludenti per Ingroia e la sua Rivoluzione Civile, che non entrerà in Parlamento, nonché per Monti, mentre per alcuni sono state una conferma. Bersani avanza, ma Berlusconi, forse per molti inaspettatamente, gli tiene testa, ponendo il problema della temuta ingovernabilità al Senato. La rimonta del centrodestra non rappresenterebbe solo un “problema di governabilità”, ma è visto dalla stampa internazionale come la realizzazione concreta del principale timore dei mercati, che negli ultimi tempi hanno risentito molto dell’incertezza politica italiana. Cosa succederà adesso?
L’avanzata di Berlusconi
I mercati si sono mossi tutto il giorno al ritmo dei risultati delle elezioni politiche italiane. Dapprima entusiasmati dai buoni risultati di Bersani, alla Camera e al Senato, gli investitori sono stati raggelati dalle seconde proiezioni che hanno dato vincente al Senato la destra di Berlusconi, grazie all’avanzata nelle regioni chiave: Lombardia e Sicilia.
Un trader a Piazza Affari ha commentato: “Il ritorno di Berlusconi al Senato fa paura ai mercati perché vuol dire che il Parlamento sarà bloccato”.
E Beppe Grillo?
Il buon risultato di Beppe Grillo, il candidato “antisistema”, non impressiona i mercati, se lo aspettavano. Tuttavia, sono delusi dalla pessima performance del loro pupillo Mario Monti, che resta sotto il 10%, e sorpresi dal successo di Berlusconi, la “pecora nera”. Prima della chiusura dei mercati, nuove proiezioni hanno dato notizia del testa a testa tra centro destra e centro sinistra. Nulla di rassicurante per gli investitori. Lo scenario che potrebbe preannunciarsi è lo spettro di un’Italia ingovernabile che inquieta i mercati in tutta Europa, perché incapace di proseguire le riforme considerate necessarie alla crescita. Da qui l’idea di un “nuovo voto” lanciata da Pierluigi Bersani.
La reazione dei mercati
In questa giornata altalenante l’euro ha accusato il colpo. Dopo aver subito un’impennata al di sopra di 1,33 dollari, è sceso bruscamente durante la giornata a 1,31 dollari, mentre Piazza Affari, che durante la giornata ha guadagnato il 3,9%, ha chiuso in leggero rialzo con il Ftse Mib a quota + 0,73% e l’All Share a + 0,64%.
I tassi debitori italiani, che avevano perso più di 20 punti base durante la giornata, sono tornati in serata al livello precedente allo scrutinio, 4,4% a 10 anni.
Non c’è una situazione di panico sui mercati, ma delusione e inquietudine. Gli investitori aspettano con trepidazione l’apertura di domani, quando i risultati dello scrutinio saranno finalmente ufficiali e l’Italia avrà il suo nuovo Premier.
Traduzione italiana a cura di Valentina Pennacchio. Fonte Le Figaro
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