Le inconcludenti elezioni generali in Italia hanno gettato incertezza su tutta l’eurozona.
Per settimane, gli investitori avevano erroneamente assunto che la coalizione di centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani sarebbe stata in grado di formare un governo, forse in coalizione con il gruppo centrista intorno a Mario Monti. Ma tutto è stato stravolto dal comico-attivista Beppe Grillo. Il suo Movimento Cinque Stelle ha vinto uno straordinario 25% del voto nazionale, diventando quasi il partito più grande d’Italia. Mentre i Democratici di Bersani hanno preso il controllo della Camera bassa, il Senato non ha avuto la maggioranza assoluta. I mercati hanno reagito negativamente a questa incertezza. Le azioni a Milano hanno registrato un netto calo infatti.
Contro l’euro?
Sarebbe sbagliato interpretare questo risultato come un voto contro l’euro. È vero, il manifesto del partito dell’onorevole Grillo ha chiesto un referendum sulla moneta comune. Ma questo non è stato il tema principale della sua campagna. Inoltre, il suo partito non si è mai opposto ad una permanenza nel blocco della moneta. In ogni caso, i sondaggi mostrano che il supporto per l’euro in Italia rimane elevato.
La crisi economica e l’austerità imposta al paese dal governo tecnocratico del Commissario Monti sono stati certamente fattori importanti. Ma il trionfo del Movimento Cinque Stelle è, prima di tutto, un verdetto schiacciante contro la classe politica in Italia. Per anni, i parlamentari si sono ostinatamente rifiutati di tagliare i propri salari, tra i più alti in Europa, e di cambiare la legge elettorale impopolare del paese. Non c’è da stupirsi se il partito anti-establishment di Grillo ha ottenuto tanto successo.
Sia il centro-sinistra che il centro-destra devono biasimare se stessi. I democratici sono riusciti a sprecare un vantaggio che, fino a un mese fa, sembrava inattaccabile. La loro riluttanza ad adottare misure decisive per ringiovanire i loro ranghi si è rivelata fatale. La vivace campagna di Berlusconi ha aiutato il suo partito nelle fasi finali. Ma ha perso 6m voti rispetto al 2008, a malapena un buon risultato. Quanto al signor Monti, ha ricevuto solo circa il 10% del voto nazionale. Sarebbe stato sempre difficile ottenere il sostegno dopo le dure misure che il suo governo è stato costretto a prendere. Ma non ha reso la sua vita più facile alleandosi con i vecchi attori politici, piuttosto che lanciare una forza completamente nuova.
Nuove elezioni?
Il risultato elettorale in Italia è, in un certo senso, la democrazia al lavoro. Spesso è un business disordinato. Eppure, le tre vie divise del Senato rendono le prospettive politiche molto incerte. Il nuovo parlamento dovrà scegliere un nuovo capo di Stato, quando il mandato del presidente Giorgio Napolitano terminerà in primavera. Dopo di che, il risultato più probabile resta una nuova elezione, forse già quest’anno. Questo non deve essere un problema. Quando gli elettori esprimono un risultato inconcludente, è giusto che si chieda di parlare di nuovo.
L’anno scorso la Grecia è stata in grado di formare un governo stabile dopo un primo risultato indeciso. Ma questo non dovrebbe impedire a tutte le parti di seguire un giusto processo. L’alleanza attorno al signor Bersani ha il controllo della Camera bassa. Ai democratici e ai loro alleati dovrebbe essere data la possibilità di formare un governo, in cerca di alleanze da tutto lo spettro politico.
Cosa si può cambiare?
Naturalmente, nessuno si aspetta un ampio pacchetto di riforme strutturali. Ma ci può essere spazio per alcuni importanti cambiamenti politici. Questi potrebbero includere il taglio dei costi della politica, una nuova legge elettorale e misure contro i conflitti di interesse.
Tutti i partiti dovrebbero sostenere queste iniziative. In particolare, il Movimento Cinque Stelle dovrebbe mostrare il proprio aiuto. Il Signor Grillo ha ripetuto che il suo gruppo resterà in opposizione. Ma il suo partito non dovrebbe ostacolare le riforme che ha incluso nel suo programma elettorale. Dovrebbe onorare le promesse fatte ai propri elettori.
Un governo con un programma limitato per scuotere il sistema politico, funziona solo se i mercati hanno deciso di non rivolgere completamente le spalle a Roma. I tassi di interesse sul debito italiano sono ancora gestibili, ma se l’Italia perdesse l’accesso al mercato, sarebbe obbligata a richiedere il fondo di salvataggio della zona euro e l’aiuto della Banca centrale europea. Ciò metterebbe a dura prova l’impegno di Mario Draghi, presidente della Bce, a fare tutto il possibile per salvare l’euro. Per questo motivo, gli altri paesi periferici, come la Spagna, devono valutare attentamente cosa farebbero in caso di contagio.
Ancora è troppo presto per dire quale risultato politico produrrà le elezioni italiane. Tuttavia, la zona euro dovrebbe prepararsi per una rinnovata turbolenza.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times |
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