Irpef, 1 italiano su 2 non paga le tasse (e non è un evasore)

Anna Maria D’Andrea

29/03/2019

29/03/2019 - 12:26

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Irpef pari a zero per molti dei contribuenti italiani. Le tasse in Italia non sono troppo alte come si dice, almeno non per tutti. A subire di più il peso del Fisco è il ceto medio, ovvero i contribuenti con redditi dai 20.000 euro in su.

Irpef, 1 italiano su 2 non paga le tasse (e non è un evasore)

Tasse troppo alte? Non per tutti.

Un italiano su due non paga le tasse e l’Irpef, una delle principali entrate dello Stato, finisce col gravare soprattutto sul ceto medio.

A confermarlo sono le statistiche pubblicate dal MEF sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2018, ma si tratta di un dato già evidenziato in maniera approfondita nello studio pubblicato dal Centro Studi Itinerari Previdenziali.

Su un totale di 163,337 miliardi di euro di gettito Irpef totale (relativo ai redditi 2016, dichiarati nel 2017), il 44,92% degli italiani ha contribuito soltanto per il 2,82%. Stiamo parlando di coloro che dichiarano redditi esenti e di coloro che, con guadagni non superiori ai 15.000 euro lordi, rientrano nella prima aliquota Irpef.

L’importo delle imposte sui redditi per tale categoria di contribuenti va dai 41 euro all’anno fino ad un massimo di 496 euro.

Situazione ben diversa per i contribuenti con guadagni superiori: chi percepisce redditi compresi tra i 15.000 ed i 20.000 euro (14,42% del totale dei contribuenti) paga in media 2.003 euro di Irpef all’anno, beneficiando anche del bonus Renzi di 80 euro al mese, pari in totale a 960 euro.

Ed è proprio il bonus Irpef a fare da spartiacque: per i contribuenti con redditi compresi tra i 20.000 ed i 35.000 euro, il 28,57% del totale, il peso del Fisco inizia a farsi più consistente.

L’importo dell’Irpef annua sale a 4.595 euro in media ed a contribuire in maniera maggiore sono coloro che, una volta superati i 24.600 euro, vedono ridursi progressivamente la somma di credito Irpef erogata in busta paga, fino ad annullarsi per i contribuenti con redditi superiori a 26.600 euro.

I dati sopra riportati, frutto dell’analisi effettuata dal Centro Studi Itinerari Previdenziali in merito alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017, sono racchiusi nell’infografica elaborata da Money.it.

Il tema del peso del Fisco sulle tasche dei contribuenti italiani è quantomai attuale. Sarà nel 2020 che, secondo quanto dichiarato dal Governo, prenderà corpo la seconda fase della riforma Irpef che, dopo i titolari di partita IVA, riguarderà ora le famiglie.

Le opzioni al vaglio dell’Esecutivo Lega-M5S sono quella di ridurre la prima aliquota Irpef al 20% (per i redditi fino a 15.000 euro), oppure di dare avvio al progetto più corposo della flat tax, con tassazione del 15% per i contribuenti con redditi fino a 50.000 euro.

Un’ipotesi, quest’ultima, che avvantaggerebbe una vasta platea di contribuenti ma per la quale sorge il problema delle coperture.

Il piano del Governo è tutt’altro che definito ed i dettagli arriveranno soltanto a partire dalla seconda metà dell’anno, quando si inizierà a parlare più concretamente della prossima Legge di Bilancio 2020.

Ma cosa dicono oggi i dati?

Irpef con troppi squilibri

Quello che emerge è un sistema fiscale nettamente squilibrato: il 42,99% dei contribuenti, con redditi compresi tra i 20.000 ed i 35.000 euro lordi annui, paga circa il 40% del totale del gettito Irpef ed il 10% del totale, con redditi dai 35.000 euro ai 100.000 euro, contribuisce per il 38%.

A balzare agli occhi è la differenza notevole tra i “graziati dal Fisco” (i contribuenti in no tax area e con redditi bassi) e quel 40% e più di contribuenti, che rappresenta la famiglia media italiana, con redditi pari a 20.000 euro lordi e superiori.

L’effetto è quello di un progressivo impoverimento del ceto medio, nonché di un disincentivo al guadagno, eroso dall’eccessivo dislivello in materia di Irpef che esiste nel caso di superamento dei limiti previsti per l’accesso ad agevolazioni e detrazioni fiscali (non solo bonus Renzi, ma anche detrazioni per lavoro dipendente, esenzioni scolastiche e via di seguito).

Il risultato è che, nonostante i luoghi comuni, un italiano su due non paga abbastanza tasse per finanziare neppure la propria spesa sociale, considerando che tutto il gettito Irpef è utilizzato per tenere in piedi il nostro sistema di welfare (tra cui quello sanitario, che costa circa 1.700 euro all’anno pro-capite).

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