Ipo Airbnb: tutti i dettagli dell’ingresso in Borsa entro il 2020

Pierandrea Ferrari

1 Dicembre 2020 - 15:29

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Si avvicina l’esordio in Borsa di Airbnb, società leader nel settore degli affitti brevi. Secondo i piani aziendali l’Ipo dovrebbe raccogliere 2,5 miliardi di dollari.

Ipo Airbnb: tutti i dettagli dell’ingresso in Borsa entro il 2020

A dicembre Airbnb, home rental company californiana, farà il suo debutto in Borsa. La società sarà quotata sul Nasdaq con la sigla «ABNB».

Il CEO Brian Chesky, martedì 1 dicembre, ha inviato alla SEC (Ente federale statunitense preposto alla vigilanza della Borsa) il prospetto aggiornato relativo alla sua Ipo.

Il documento era stato già consegnato all’agenzia americana nel mese di agosto - e pubblicato lo scorso novembre - ma con l’ultima versione Airbnb ha offerto ulteriori informazioni agli investitori relativamente alla forchetta di prezzo delle azioni e alle ambizioni dell’azienda sulla raccolta.

Ipo Airbnb: i dettagli del documento pubblicato

La pandemia e le annesse disposizioni di distanziamento sociale hanno fortemente colpito il settore dei viaggi e dell’ospitalità, obbligando il colosso Americano a tagliare un dipendente su quattro a maggio e a ridurre le spese relative alle campagne marketing.

Contrariamente alle aspettative, tuttavia, Airbnb ha registrato anche un incoraggiante rimbalzo negli ultimi mesi, trainato soprattutto dall’incremento delle prenotazioni durante il periodo estivo (sebbene al di sotto degli standard dell’azienda).

Come illustrato dalla documentazione aggiornata di Airbnb, infatti, l’azienda è riuscita nell’ultimo trimestre a registrare un utile netto di 219 milioni di dollari, su un fatturato totale di 1,65 miliardi. Quest’ultimo ha subito un decremento del 19% rispetto al 2019, quando i ricavi dell’azienda erano a quota 1,65 miliardi.

Il dato sull’utile, tuttavia, è per gli investitori – in vista della quotazione in Borsa - un segno di resilienza della società. Airbnb ha infatti raramente chiuso dei trimestri con il segno più: era successo, in passato, solo nella seconda metà del 2018 e nel terzo trimestre del 2019.

Come evidenziato dalla società nel prospetto aggiornato consegnato alla Sec, l’obiettivo è quello di differenziarsi da altri competitor come Booking ed Expedia. Nella documentazione, infatti, si legge che gli ospiti Airbnb “non sono transazioni, ma membri attivi della nostra community. […] È un circolo vizioso, gli host attraggono i guest, e i guest attraggono gli host”.

Airbnb debutta in Borsa a dicembre

L’obiettivo, ora, è capitalizzare. L’home rental company punta a raccogliere 2,5 miliardi di dollari con la vendita delle azioni, mentre la valutazione - da quanto si apprende dall’ultimo prospetto - dovrebbe aggirarsi intorno ai 35 miliardi (in aumento rispetto alle valutazioni private che non avevano mai superato quota 31 miliardi).

Da quanto si apprende, inoltre, le azioni Airbnb saranno divise in tre categorie: quelle di Classe A a cui corrisponderà un voto per share, di Classe B – per i fedelissimi dell’azienda, tra fondatori e investitori della prima ora – con 20 voti per azione e quelle di Classe H, destinate agli host che operano da lungo tempo sulla piattaforma, a cui non sarà concesso però il diritto di voto.

Per quanto riguarda le azioni la forchetta di prezzo sarà di 45-50 dollari. Il roadshow per gli investitori partirà il 1 dicembre e, nello stesso mese, il CEO Brian Chesky dovrebbe suonare la campanella a Wall Street, con il titolo che verrà quotato al Nasdaq.

Un anno d’oro per le Ipo negli Stati Uniti

Airbnb potrebbe beneficiare del trend di quest’anno che ha favorito le Ipo negli Stati Uniti. Positivo, in tal senso, anche l’esito scaturito dalle elezioni USA: un Governo diviso (Democratici in controllo della Camera, Repubblicani del Senato) rende improbabile l’innalzamento delle tasse pianificato da Biden.

Anche la volatilità, monitorata dalle aziende che intendono quotarsi sul mercato, è ora in fase discendente dopo oltre quattro mesi di rally (indice CBOE).

Finora l’Ipo più grande dell’anno è stata quella di Warner Bros Music che ha raccolto 1,93 miliardi di dollari lo scorso giugno, raggiungendo una valutazione di 13,8 miliardi.

Ottime performance anche del settore Tech Statunitense, con Vroom e ZoomInfo Technologies che hanno visto le loro azioni salire dopo l’Ipo. Come riportato da Bloomberg, l’intero settore ha raccolto finora 9,2 miliardi di euro con le offerte pubbliche iniziali.

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