Le prospettive di crescita nel 2017 sono destinate a smorzarsi e con esse l’immensa fiducia riposta dagli investitori nei risk asset. Ecco cosa ne pensano gli analisti di Nordea.
L’euforia che ha accompagnato il corso azionario nel primo trimestre 2017 ha impattato positivamente anche sui c.d risk asset, vale a dire il comparto dei titoli rischiosi. Da tempo, infatti, non si registrava un trend simile.
Tuttavia, come tutte le cose, è improbabile che la corsa continui ancora per molto, dato che il mercato (al netto delle aspettative riposte nell’opera riformatrice di Donald Trump) non è detto continui la sua fase rialzista ancora a lungo.
Ma cosa, allora, ha sostenuto la crescita della domanda di risk asset nell’ultimo periodo? Come ha riferito Witold Bahrke, di Nordea, il ricorso agli asset ad alto rischio è il riflesso della fiducia degli investitori nei confronti delle prospettive macroeconomiche internazionali.
Tuttavia, può essere rischioso oltre il dovuto focalizzarsi solamente sui dati trimestrali - che, come noto, non forniscono uno spaccato reale di quella che sarà l’annata economica internazionale. Nordea consiglia di procedere con cautela alla valutazione dei risk asset anche se i dati economici appaiono buoni. In altre parole, guai a vivere le rilevazioni trimestrali come fossero “oracoli”.
Nordea: 2017 anno del rallentamento. Pressioni su risk asset. Ecco le cause
Comunque la si metta, se da un lato l’economia mostra segnali di crescita (negli USA si prospetta un tasso di crescita oltre il 3%), dall’altro questa prospettiva non si è tradotta in un aumento della redditività connessa ai titoli succitati (almeno, non ancora).
Anche la crescita dell’azionario mondiale, +7 tra gennaio e marzo, ha significato poco in questo senso. La redditività dei risk asset sta dimostrandosi resiliente alle prospettive di crescita. Per contro, la redditività sui titoli di stato rilevata nell’ultimo periodo è stata evidente (sicuramente il rischio politico connesso alle tornate elettorali in Europa ha giocato un ruolo preminente nella definizione dei rendimenti).
Secondo Nordea, i risk asset soffriranno nella seconda parte del 2017 di alcuni, importanti fattori, tra cui:
- il rallentamento del ciclo reflazionistico connesso all’impennata dei prezzi delle materie prime. Per gli analisti, è altamente probabile che il rialzo dei prezzi delle materie prime subirà una battuta d’arresto nei prossimi mesi (con evidenti ripercussioni sulla crescita dove, almeno negli USA e nell’Eurozona, giocano fin dallo scorso anno un ruolo chiave);
- la normalizzazione della politica monetaria da parte delle principali banche centrali;
- un altro, e ultimo, aspetto chiave delle pressioni che attendono i risk asset nei prossimi mesi è dato dal fatto che, salvo imprevisti, il mercato smetterà di correre dopo un periodo in cui è riuscito a prezzare l’impossibile. Anche la più piccola promessa elettorale è stata trasformata, negli ultimi mesi, in una fonte inesauribile di guadagno. Un trend che non sembra destinato a perdurare.
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