I dipendenti pubblici devono tornare in ufficio? Cosa ha detto Draghi sullo smart working

Simone Micocci

23/07/2021

19/11/2021 - 11:30

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Dipendenti pubblici: addio allo smart working e ritorno in massa in ufficio? Facciamo chiarezza sulle ultime parole di Mario Draghi e sul progetto a cui sta lavorando il Ministro Brunetta.

I dipendenti pubblici devono tornare in ufficio? Cosa ha detto Draghi sullo smart working

Smart working: per i dipendenti pubblici sta per arrivare il momento di tornare in ufficio? Da quando è scoppiata la pandemia le modalità di lavoro per il personale statale sono totalmente cambiate.

Se ne è parlato nella conferenza stampa del 22 luglio, quando il premier ha presentato le novità del nuovo decreto con il quale cambiano i criteri per il cambio colore delle regioni, come pure le regole sull’utilizzo del green pass.

A precisa domanda fatta dal giornalista riguardo alla possibilità che per “i dipendenti pubblici sia arrivato il momento di tornare in ufficio” Draghi ha risposto anticipando che delle novità ci saranno e verranno decise presto dal Ministro Brunetta. Una risposta che sta facendo preoccupare gli statali, i quali temono in un ritorno in massa nei pubblici uffici.

Esiste questo rischio?

Smart working nel pubblico impiego: come funziona oggi

È stato il decreto del 19 ottobre 2020 - firmato dall’allora Ministra della Funzione Pubblica Fabiana Dadone - a fissare le regole per lo smart working nella Pubblica Amministrazione. Una procedura semplificata confermata anche dal nuovo Governo Draghi e dal Ministro Brunetta all’interno del decreto proroghe 56/2021, con il quale tuttavia sono state approvate delle modifiche. Ad esempio, lo smart working - con procedura semplificata - non deve necessariamente osservare una percentuale del 50% del personale come invece era all’inizio.

La regola vigente fino al 31 dicembre 2021 si può sintetizzare in:

  • alle pubbliche amministrazioni viene data la possibilità di organizzare il lavoro dei propri dipendenti, nonché l’erogazione dei servizi, attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro e provvedendo a una revisione dell’articolazione giornaliera e settimanale;
  • per raggiungere i suddetti obiettivi vengono introdotte nuove modalità di “interlocuzione programmata”, anche attraverso soluzioni digitali non in presenza con l’utenza e applicando dunque la modalità di lavoro agile con procedura semplificata;
  • la nuova organizzazione deve tener conto che l’erogazione dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese deve continuare ad avvenire con regolarità, continuità ed efficienza, “nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente”.

Queste le regole potrebbero anche essere riviste prima della fine dell’anno con un ritorno degli statali in ufficio prima di quanto si creda. Novità in tal senso sono state annunciate da Mario Draghi in conferenza stampa, il quale però ha rimandato ogni decisione a riguardo alla volontà del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.

Addio allo smart working? A cosa sta lavorando Brunetta

Mario Draghi ha quindi anticipato l’adozione di nuove regole per lo smart working nella Pubblica Amministrazione. Almeno nell’immediato, comunque, non sembrano esserci i segnali - né tantomeno le condizioni - per un ritorno in massa in ufficio.

La variante delta, ma anche il fatto che in Italia c’è ancora un 50% (o poco meno) di persone non vaccinate, impone prudenza e questo impedisce di procedere a un rientro totale in ufficio.

Come anticipato dal premier, però, sembra esserci la volontà di procedere con una maggiore organizzazione dello smart working nei pubblici uffici. Già in tempi non sospetti questo Governo ha rilanciato la centralità del lavoro agile nella PA affermando che in futuro questo si affiancherà alle tradizionali modalità di lavoro; e non è un caso se presso il Ministero della PA è stato costituito l’Osservatorio Nazionale per il Lavoro Agile con la sua Commissione tecnica di esperti, organo confermato dallo stesso Brunetta.

Un Osservatorio che ha come obiettivo quello di valutare le forme migliori per portare a regime la modalità di lavoro agile. Obiettivo che in parte si conta di raggiungere anche con la richiesta alle singole amministrazioni di sviluppare un POLA (Piano Organizzativo per il Lavoro Agile) definendo con chiarezza modalità e tempi per lo smart working dei propri dipendenti.

Il Ministro, quindi, intende far leva sulla profonda responsabilizzazione delle singole amministrazioni alle quali viene chiesto di provvedere in modo che lo smart working sia un punto di forza nella PA. D’altronde, lo smart working - che prima dello scoppio della pandemia era un argomento tabù nella PA - si sta dimostrando utile, almeno secondo quanto spiegato dagli addetti al settore, in quanto potrebbe aumentare la produttività riducendo i costi, garantendo flessibilità organizzativa e un migliore orientamento del capitale umano.

Ma va definito al meglio ed è proprio questo, almeno secondo le informazioni in nostro possesso, il progetto a cui Renato Brunetta sta lavorando.

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