Guida al Jobs Act: la riforma del lavoro in 11 punti

Vittoria Patanè

1 Ottobre 2014 - 10:50

Il Jobs Act di Matteo Renzi arriva in Senato. Vi presentiamo la riforma del lavoro in 11 punti.

Guida al Jobs Act: la riforma del lavoro in 11 punti

E’ appena iniziata in Senato la discussione sul Jobs Act, mentre fuori dalle porte di Palazzo Madama continua ad imperare la polemica tra partiti, sindacati e Governo sulla riforma del lavoro.

Ma cosa prevede del dettaglio il Jobs Act? Ecco la proposta del Governo Renzi in 11 punti.

Contratto a tutele crescenti per i neoassunti e Articolo 18
Uno dei punti più discussi riguarda la trasformazione del contratto a tempo indeterminato in "contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio” per tutti i neoassunti.

La delega non parla chiaramente di modifiche all’articolo 18 e eventuali cambiamenti saranno quindi contenuti all’interno dei decreti delegati. Secondo il Presidente del Consiglio, in caso di licenziamento illegittimo (fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio) reintegro deve essere sostituito con un indennizzo monetario, risarcimento che potrebbe arrivare, secondo quanto affermato ieri dalla direzione PD, anche per motivi disciplinari.

Meno contratti
Lo scopo del contratto a tutele crescenti è quello di sfoltire le varie tipologie contrattuali attualmente in vigore. Ciò che vuole il Governo è infatti creare un “Testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro”.

Mansioni flessibili e controlli a distanza
Per quanto riguarda le mansioni “in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento” ci saranno dei sostanziali cambiamenti. Il passaggio da una mansione all’altra diventa più semplice e flessibile. Si modifica anche la disciplina dei controlli a distanza: si potranno utilizzare nuove tecnologie per la ‘sorveglianza’ ed il ‘tele-lavoro’, mantenendo comunque la“dignità e riservatezza” del dipendente.

Salario minimo anche a co.co.co
Il Governo, attraverso il Jobs Act, vorrebbe introdurre “eventualmente anche in via sperimentale” il compenso orario minimo (meglio conosciuto come salario minimo) anche per i rapporti di collaborazione.

Riforma Cig
Non si potrà accedere alla cig in caso di cessazione di attività aziendale mentre, al contrario, essa rimarrà in vigore solo a seguito dell’utilizzo delle possibilità contrattuali di riduzione dell’orario di lavoro. Cambiano i limiti di durata dell’indennità (il tetto attuale corrisponde a due anni per la cassa ordinaria e a quattro per la straordinaria) e si prevede una maggiore partecipazione da parte delle imprese che ne usufruiscono.

Riforma Aspi
Per quanto riguarda l’Aspi si dovrà tener conto della “pregressa storia contributiva” del lavoratore con “incremento della durata massima (per ora fissata a 18 mesi a regime nel 2016, ndr) per quelli con “le carriere contributive più rilevanti”.
Verranno inoltre introdotti massimali in rapporto alla contribuzione figurativa.

Assegno di disoccupazione universale
Nello stesso frangente l’Esecutivo punta ad estere l’Aspi ai co.co.co, anche se si prevede un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite”.

Incentivi all’assunzione e all’autoimpiego
Il Jobs Act prevede l’istituzione di un’Agenzia Nazional per l’Impiego che verrà creata "con le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili”.

Semplificazione
Le procedure e gli adempimenti amministrativi riguardanti la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro si svolgeranno "esclusivamente in via telematica".

Ferie solidali
Il lavoratore che ha ferie in più potrà cederle a qualsiasi collega ne abbia bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure mediche.

Contratti di solidarietà
In ultimo il Jobs Act prevede l’estensione del campo di applicazione dei contratti di solidarietà allo scopo di aumentare l’organico riducendo allo stesso tempo orario di lavoro e retribuzione.

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