Green pass aziende, si va verso l’obbligo. Chi paga i tamponi?

Teresa Maddonni

7 Settembre 2021 - 10:07

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All’obbligo green pass aziende Confindustria dice sì, ma resta il problema tamponi per i lavoratori che decidono di non vaccinarsi. Paga l’azienda o lo Stato?

Green pass aziende, si va verso l’obbligo. Chi paga i tamponi?

Green pass aziende: sì all’obbligo da parte di Confindustria. Ma chi paga i tamponi dei dipendenti?

Da una parte l’obbligo vaccinale, opzione che sembra ancora lontana e sulla quale sono orientati i sindacati, dall’altra il green pass che se dovesse diventare obbligatorio anche nelle aziende si potrà ottenere anche con il tampone e resta quindi il nodo dei costi e di chi dovrà sostenerli se il lavoratore, il datore di lavoro o lo Stato.

In attesa della cabina di regia del governo prevista in settimana per decidere sull’obbligo di green pass nelle aziende, ma anche per i lavoratori di determinati settori e i dipendenti pubblici, il 6 settembre si è tenuto l’incontro tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil e Confindustria e Confapi in rappresentanza degli industriali.

Il green pass aziende potrebbe diventare obbligatorio, ma resta il nodo dei tamponi per chi non si sottopone al vaccino: i sindacati chiedono che siano le imprese a farsene carico, mentre Confindustria punta tutto sullo Stato.

Green pass aziende, sì all’obbligo: i tamponi li paga il datore di lavoro o lo Stato?

Si va verso il green pass aziende obbligatorio, ma resta il nodo tamponi: li paga l’azienda o lo Stato? Qui si scontrano le parti sociali dove i sindacati chiedono che siano le imprese a farsi carico dei tamponi con il green pass obbligatorio per i dipendenti non vaccinati.

“Noi da sempre siamo stati per l’obbligo vaccinale ma non possiamo non renderci conto che al momento la politica non sembra trovare una sintesi e quindi abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro.”

Queste le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dopo l’incontro di ieri con i sindacati che ha aggiunto in merito ai tamponi “che il governo potrebbe pensare di fare un’operazione di utilità sociale e quindi di potersi far carico del costo dei tamponi, che sicuramente non può essere a carico delle imprese”.

I sindacati nelle persone dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sono arrivati con una richiesta all’incontro con le imprese:

“Chiediamo a Bonomi che se vuole utilizzare il green pass all’interno delle aziende deve caricarsi dei costi dei tamponi e di non licenziare nessuno anche chi non fa il tampone.”

Il punto quindi è: sì al green pass aziende, ma che i tamponi non siano a carico dei lavoratori e soprattutto che non si parli di licenziamento per chi è senza green pass, laddove nelle scorse settimane proprio da Confindustria era arrivata l’idea della sospensione senza stipendio, cosa che sta tuttavia avvenendo per gli insegnanti.

Green pass aziende: accordo sindacati-Confapi sui tamponi

E in vista del green pass aziende obbligatorio i sindacati stanno andando verso un primo accordo con Confapi, che rappresenta le piccole e medie imprese, proprio in merito ai tamponi.

Si va infatti verso un’intesa, l’incontro tra i sindacati e la confederazione è avvenuto sempre ieri, e il tampone con il green pass aziende obbligatorio potrebbe essere pagato dagli enti bilaterali.

Anche Confapi, come sindacati e Confindustria, auspica che il governo prenda una decisione sull’obbligo del vaccino. Per il momento siamo ancora nel campo dell’incertezza, ma sembra che si sia sempre più orientati verso l’obbligo di green pass. Il green pass a oggi, lo ricordiamo, può essere ottenuto:

  • a 15 giorni dalla prima dose di vaccino e fino alla data del richiamo. Dopo la seconda dose e per i successivi 9 mesi anche se il Comitato tecnico scientifico ha già dato il via libera per l’estensione della validità a 12 mesi;
  • con tampone con esito negativo effettuato entro le 48 ore precedenti;
  • se si è guariti dal Covid entro i 6 mesi precedenti.

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