Gli scontri in Libia preoccupano l’Italia, Conte teme escalation di violenze

Elisabetta Scuncio Carnevale

11/04/2019

11/04/2019 - 18:27

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L’emergenza umanitaria che potrebbe scaturire da una guerra civile in Libia spaventa anche l’Italia, Conte in contatto con Haftar e Serraj

Gli scontri in Libia preoccupano l’Italia, Conte teme escalation di violenze

Il crescendo di violenza che sta interessando la Libia, nelle ultime settimane, desta nuove preoccupazioni anche in Italia. Sarebbero infatti centinaia i morti e i feriti, registrati negli scontri a sud di Tripoli. Molti gli sfollati, in fuga dai raid aerei e dai pesanti attacchi tra le forze del generale Haftar e quelle filo-governative di Serraj.

Il rischio di una crisi umanitaria, l’aumento dei flussi migratori e il riacuirsi del pericolo di terrorismo sono solo alcune delle conseguenze che potrebbero scaturire da un imminente aggravamento della situazione. Ne ha parlato oggi, nel corso di un’informativa alla Camera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Libia, Italia monitora la situazione. Conte in contatto costante con Haftar e Serraj

Le notizie che arrivano dal fronte libico non sono rassicuranti. Davanti a un contesto

“oggettivamente complesso e soggetto anche a evidenti tentativi di disinformazione e propaganda”

che potrebbe portare, già nelle prossime ore, a un aggravamento della crisi, il premier Giuseppe Conte parla alla Camera.

Come spiegato dal presidente del Consiglio, è stata la stessa Missione Onu a rilevare tale pericolo, evidenziando l’atteso ulteriore sforzo da parte delle milizie di Haftar per avere accesso alla città di Tripoli.

Leggi cosa sta succedendo in Libia, il paese è sull’orlo di una guerra civile

Il premier monitora, di ora in ora, le condizioni di sicurezza del Paese, e promette di restare vicino al popolo libico con responsabilità, almeno fino a quando sarà possibile. Proprio per questo motivo, l’ambasciata italiana a Tripoli resta aperta e operativa e continua a lavorare a pieno regime.

Anche il personale militare italiano non è stato evacuato e vanno avanti le negoziazioni costanti con il presidente al Serraj e con il generale Haftar per trovare una soluzione politica tra i due, la strada della pace per Conte è “l’unica davvero sostenibile”.

“Oggettivamente siamo tra i pochi Paesi che possiamo credibilmente interloquire con tutti i principali attori della scena libica”,

ha affermato il premier nel suo discorso all’Aula.

A suo avviso, Italia ed Europa devono lavorare per far cessare il fuoco e per giungere a

“un’immediata interruzione della spirale di contrapposizione militare, preservando l’integrità di Tripoli e la distensione sul resto del territorio”.

Proprio il crescendo di scontri e l’aumento di morti e feriti, ma anche un numero sempre più alto di sfollati sono alla base di un concreto rischio di crisi umanitaria da scongiurare nel più breve tempo possibile. Per il premier Conte:

‘‘l’emergenza umanitaria, con conseguenze sui flussi migratori, così come il riaffacciarsi dello spettro dell’insorgenza terroristica dimostrato dal recente attentato perpetrato da Daesh a Fuqaha, impongono determinazione e rapidità di azione.’’

Sulla situazione in Libia sono intervenuti anche Matteo Salvini e Luigi Di Maio che hanno condannato l’escalation di forza nel paese africano.

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