Forex: secondo il presidente americano Trump il dollaro USA è sopravvalutato dal mercato. Sarà davvero così secondo il fair value? La risposta nell’analisi dei fondamentali.
Qual è il fair value del dollaro?
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un’intervista per il Wall Street Journal ha ribadito chiaramente che il dollaro “sta diventando troppo forte”, precisando che in parte è anche colpa sua perché i mercati hanno fiducia in lui.
Non è la prima volta che il presidente USA fa una simile dichiarazione riguardo il dollaro. La convinzione di Trump è infatti che un dollaro forte sia controproducente per lo sviluppo dell’economia americana soprattutto perché “risulta molto più difficile competere con altri paesi che invece svalutano la loro valuta”, stando a quanto egli stesso ha dichiarato.
Il mercato lo ha preso alla lettera e l’indice del dollaro USA è crollato dello 0,5% dopo meno di 15 minuti dalle dichiarazioni. Dall’inizio dell’anno la moneta americana si è rimangiata circa la metà dei guadagni messi a segno dopo la vittoria di Trump.
In tale contesto è legittimo chiedersi se il valore effettivo del dollaro USA rispetto alle principali valute mondiali, euro, sterlina e yen sia davvero coerente con il suo fair value (valore equo o corretto).
Cerchiamo di fare luce sull’argomento.
Forex, fair value del dollaro: quali prospettive per le principali valute mondiali?
Il 2017 sarà certamente un anno burrascoso per il dollaro USA. Il presidente Trump vorrebbe un dollaro più debole, ma i suoi piani protezionistici e la politica monetaria della Fed ostacolano la svalutazione. Quella americana è l’unica grande banca centrale che sta riducendo gli stimoli mentre in Europa, Regno Unito e Giappone i governatori proseguono i loro piani di Quantitative Easing (QE).
Si riscontra quindi una situazione di divergenza tra le politiche monetarie delle principali economie mondiali che finisce col rafforzare ulteriormente il dollaro USA.
- Fair value del dollaro rispetto all’euro
Il presidente Donald Trump è senza dubbio il fattore catalizzatore della divisa statunitense da inizio anno. Tutti le maggiori oscillazioni del dollaro USA si sono avuti in corrispondenza delle dichiarazioni pubbliche di Trump e non si sa se e quando tale effetto finirà.
La cosa certa è che, le politiche protezionistiche di Trump, dal taglio delle tasse all’aumento degli investimenti infrastrutturali, se verranno approvate secondo quanto promesso in campagna elettorale, remeranno contro lo stesso obiettivo del presidente USA di avere un dollaro più debole.
La volontà di Trump di incoraggiare gli investimenti domestici e di contrastare la fuga di capitali non faranno altro che sostenere il biglietto verde contro le altre valute. Per raggiungere il suo obiettivo è quindi necessario che il presidente USA riveda la sua agenda altrimenti sarà molto difficile vedere una ripresa al rialzo del cambio euro dollaro nel lungo periodo.
Sul fronte della politica monetaria, il fatto che la Fed dopo due rialzi dei tassi sia attesa per ulteriori aumenti nel corso dell’anno e che la BCE non preveda al momento una cambio di rotta nella politica monetaria, sono fattori che spingono ulteriormente al ribasso il cambio euro dollaro.
Da non sottovalutare le elezioni in Francia per le quali l’eventuale vittoria di Le Pen peserebbe ulteriormente sulla moneta unica.
L’idea prevalente secondo gli analisti è che la quotazione attuale dell’euro dollaro (1,06) rispecchi la situazione dei fondamentali e che sia coerente con il suo fair value nel breve periodo. Di conseguenza il dollaro USA non sarebbe sopravvalutato dal mercato, contrariamente a quanto sostiene il presidente Trump.
- Fair value del dollaro rispetto alla sterlina
Tralasciamo le considerazioni sul dollaro che sono ovviamente uguali alle precedenti, e concentriamo l’analisi sui fondamentali sulla sterlina.
La moneta britannica si è indebolita dopo il referendum sulla Brexit che ha sancito la volontà del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea. Adesso, con l’attivazione dell’art. 50 si è dato avvio a una lunga fase di negoziati atti a concordare il quadro generale delle future relazioni con l’UE.
Sulla scia dei timori per una “hard Brexit”, vale a dire di un abbandono unilaterale dall’UE, senza alcun accordo sul commercio o su qualsiasi altro aspetto delle relazioni, molti capitali tendono ad uscire dal paese, contribuendo all’ulteriore indebolimento della moneta UK.
D’altro canto la politica ultra espansiva della Bank of England (BoE), che subito dopo il referendum ha tagliato il tasso di interesse dello 0,25%, ha pesato sulla quotazione del cross e qualora l’economia britannica non manifesti chiari segnali di crescita, nulla esclude che Carney possa annunciare un nuovo programma di stimolo.
Queste dunque le variabili che, unite alla divergenza di politica monetaria tra i due paesi, inducono gli analisti a pensare che ad oggi, il cambio sterlina dollaro sia, nel breve periodo, coerente con il suo fair value e che quindi, come prima, il dollaro USA non sia sopravvalutato ai livelli attuali della quotazione (1,25).
- Fair value del dollaro rispetto allo yen
Per quanto riguarda il cambio dollaro yen valgono le seguenti considerazioni.
Apprezzamento del dollaro sullo yen dipende in gran parte dalle politiche monetarie e fiscali ultra espansive messe in atto dalla Bank of Japan (BoJ) che hanno portato il cambio dollaro yen ad un massimo a quota 118,66 il 15 dicembre 2016. Nell’ultima riunione il governatore della BoJ Kuroda ha rinnovato l’impegno a continuare tale politica monetaria espansiva fin quando sarà raggiunto il target dell’inflazione al 2%.
Tuttavia nell’attuale contesto caratterizzato dai crescenti timori a livello globale che alimentano l’avversione al rischio, lo yen tende ad apprezzarsi (essendo considerata una valuta rifugio) contrastando in tal modo l’intento perseguito da anni dalla BoJ di indebolire la propria valuta.
Se a ciò aggiungiamo lo stesso obiettivo di Trump di indebolire il dollaro USA, arriviamo alla conclusione che ci sia ancora molto spazio di discesa per il cross per cui la quotazione corrente (108,62) secondo gli analisti si troverebbe al di sopra del fair value determinato dalla situazione dei fondamentali, ed in tal caso il dollaro USA sarebbe effettivamente sopravvalutato dal mercato.
In linea generale, l’affermazione di Trump di un dollaro sopravvalutato rispetto alle altre principali valute sarebbe vera soltanto nel lungo periodo, dove il fair value non tiene conto di tutti i fattori analizzati in precedenza quali la politica monetaria delle banche centrali ed i flussi di capitali, che invece risultano determinanti per spiegare il perché delle quotazioni nel breve periodo.
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