Financial Times: l’Italia ha aiutato illegalmente le banche, UE pensa a un’indagine formale

Vittoria Patanè

7 Aprile 2015 - 16:40

L’Unione Europea starebbe cercando delle prove contro l’Italia per aiuti di Stato illegali alle banche. Ecco i dettagli riportati dal Financial Times

Financial Times: l’Italia ha aiutato illegalmente le banche, UE pensa a un’indagine formale

Una notizia che sicuramente causerà polemiche notevoli. A riportarla è il Financial Times che parla di un’Unione Europea impegnata a raccogliere prove per comprendere se Italia, Grecia, Portogallo e Spagna debbano essere messe sotto indagine per presunti aiuti di Stato illegali alle banche.

Scendendo nei particolari, il FT racconta che la questione riguarderebbe i cosiddetti deferred tax asset, sarebbe a dire le attività fiscali differite o anche crediti di imposta. I quattro Paesi sotto osservazione avrebbero infatti incluso i suddetti asset nel capitale core. Il problema è che questi non vengono reputati dalla BCE asset di "qualità elevata".

Attualmente non sarebbe partita nessuna indagine ufficiale, ma solo una serie di valutazioni volte a stabilire se gli Stati Membri sopra indicati abbiano agito nella legalità nelle garanzie poste alla base di tali asset.

Secondo il quotidiano inglese però:

un qualsiasi ritiro dei sostegni governativi a favore delle attività fiscali differite potrebbe indebolire in modo drammatico i cuscinetti di capitale di alcune banche, agitando lo spettro di un altro shock per gli istituti europei".

Insomma nel caso in cui l’UE decidesse di bloccare gli aiuti, perché illegittimi, sarebbero guai. Inoltre, il Financial Times specifica che:

"La Commissione europea sta al momento studiando le informazioni che ha richiesto agli stati membri per decidere se il caso meriti una indagine formale. Fonti vicine al procedimento hanno affermato che è in atto una ’conversazione’ tra gli stati membri e le autorità di Bruxelles preposte alla concorrenza".

Bruxelles sarebbe preoccupata soprattutto per gli ellenici:

"la Grecia è una particolare preoccupazione per le autorità di regolamentazione, dal momento che gli asset fiscali differiti rappresentano qualcosa come il 30-40% del core capital Tier 1 delle principali banche del paese. In totale, i quattro paesi detengono attività fiscali differite come capitale core per un valore superiore ai 40 miliardi di euro nei loro sistemi bancari, stando ai dati che sono stati resi noti dalla Bce lo scorso ottobre".

I deferred tax asset vengono generati quando:

"le banche registrano perdite che, successivamente, possono compensare con i loro oneri fiscali. Stando alle regole sul capitale delle banche di Basilea III, tali asset non possono essere contabilizzati come capitale bona fide. Ma i quattro stati del Sud Europa li hanno classificati in modo da farli comparire (comunque) nel capitale core. Si sospettano (dunque) aiuti di stato illegali da parte di Madrid, Lisbona, Roma, Atene, a favore degli istituti di credito : questo, perchè nel caso in cui le banche collassassero, gli stati dovrebbero garantire anche il capitale composto dai crediti di imposta".

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Commissione europea avrebbe già inviato delle lettere a Italia, Grecia, Spagna e Portogallo per chiedere chiarimenti sulla questione. Attualmente si tratterebbe solo di una "richiesta di informazioni", ma nel caso in cui venissero trovate delle prove sufficienti, partirebbe l’indagine formale.

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