La Fed guarda al rischio default e, in alternativa, all’aumento del tetto del debito, per valutare le prossime mosse di politica monetaria. E lo fa mentre attende la nomina del suo prossimo presidente, colui che succederà a Ben Bernanke e che avrà il compito di attuare l’exit strategy e ritirare le misure non convenzionali messe in atto contro la crisi. Lo shutdown del governo federale complica non poco il lavoro della banca centrale americana, privata dell’importante dato sull’andamento del mercato del lavoro, atteso venerdì scorso e rimandato a data da destinarsi. Ma a preoccupare è soprattutto il tetto del debito: senza un aumento gli Stati Uniti andranno in default, e il rischio è una nuova crisi come quella del 2008, se non peggiore. Bernanke, nell’ultima riunione, ha chiesto un’azione concreta anche perché le politiche della Fed non sono una panacea e non sarebbero quindi in grado di bilanciare l’impatto di un default ’’catastrofico’’, come lo hanno definito il presidente americano Barack Obama e il segretario al Tesoro Jack Lew.
FED, possibile riduzione acquisti asset?
La Fed, nell’assumere le prossime decisioni di politica monetaria, si troverà a fare i conti con le decisioni del Congresso. Il mercato resta diviso su come procederà la banca centrale americana, con alcuni osservatori che scommettono in una riduzione degli acquisti di asset in dicembre, secondo l’iniziale tabella di marcia di Bernanke, che aveva parlato di una prima stretta entro fine anno. Altri invece puntano a una mossa a sorpresa già in ottobre, quando non è in programma alcuna conferenza stampa che, comunque, la Fed ha la facoltà di convocare.
FED, dubbi sul successore di Bernanke
In attesa delle decisioni, l’incertezza è aumentata dal dubbio su chi sarà a guidare la Fed dal prossimo anno. Lawrence Summers è uscito di scena e di recente molte critiche sono state mosse anche nei confronti di Janet Yellen, l’altra candidata al dopo Bernanke. Non è escluso - secondo indiscrezioni riportate dall’Ansa - che Obama possa chiedere proprio a Bernanke di restare per almeno altri due anni.
Tesoro USA: il Congresso sta giocando con il fuoco
Intanto il tempo stringe, e un accordo sullo shutdown non appare ancora a portata di mano. Si avvicina quindi inesorabile la scadenza del 17 ottobre, quando gli Stati Uniti raggiungeranno il tetto del debito e potrebbero fare default.
Il Congresso sta giocando con il fuoco,
ha avvertito ieri il segretario al Tesoro americano Jack Lew. "Se non agisce non abbiamo opzioni per evitare il default", il primo della storia americana, ha aggiunto Lew. Si tratterebbe della prima volta dal 1789 che gli Stati Uniti non pagherebbero i loro conti. Tuttavia una schiarita non sembra all’orizzonte. Lo speaker della Camera a maggioranza repubblicana, John Boehner, ha dichiarato:
Non voglio che gli Stati Uniti facciano default ma non aumenterò il tetto del debito senza un serio confronto sui problemi che fanno aumentare il nostro debito.
I mercati per ora reggono l’incertezza, ma se non intravedranno una soluzione le tensioni potrebbero aumentare, così come potrebbe salire il pressing dei creditori degli USA.
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