Decreto pensioni solo nel 2019: ecco cosa conterrà

Simone Micocci

28 Dicembre 2018 - 09:12

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Dopo le feste la riforma delle pensioni sarà finalmente realtà: il sottosegretario al Ministero del Lavoro svela la data per l’approvazione dell’apposito decreto.

Decreto pensioni solo nel 2019: ecco cosa conterrà

Come noto nella Legge di Bilancio 2019 che il Parlamento si appresta ad approvare in queste ore non sono presenti novità sul fronte pensioni. La riforma del sistema previdenziale, infatti, verrà attuata tramite un decreto legge sulle pensioni che sarà approvato solamente dopo le feste.

A parlare del Decreto pensioni con il quale verrà regolato il funzionamento di Quota 100, ma non solo, è stato il sottosegretario al Ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon, il quale ha dichiarato che questo sarà approvato tra giovedì 10 e sabato 12 gennaio.

Dopo numerosi rinvii, dovuti anche al poco tempo a disposizione per l’approvazione del testo della Legge di Bilancio, quindi, sembra essere arrivato a conclusione l’iter che porterà all’approvazione della riforma delle pensioni, primo passo verso lo smantellamento della Legge Fornero. Di alcune novità contenute nel decreto ne abbiamo già parlato, come ad esempio di Quota 100 e della proroga dell’Opzione Donna, altre invece sono state svelate solamente nelle ultime ore quindi meritano di un ulteriore approfondimento.

Decreto Legge pensioni: tutte le novità

Una delle novità contenute nel Decreto pensioni riguarda l’abolizione dell’attuale disciplina sul presidente unico; Inps e Inail, infatti, torneranno ad avere un consiglio di amministrazione.

Questa sarà l’unica novità di livello amministrativo; le altre, invece, concernono l’aspetto previdenziale, a partire dall’introduzione della nuova Quota 100 di cui ormai si conosce ogni aspetto.

Per chi ancora ne fosse all’oscuro vediamo brevemente come funziona Quota 100: si tratta di una forma di pensionamento anticipato con la quale si può smettere di lavorare una volta maturato il doppio requisito di un’età anagrafica pari almeno a 62 anni e di 38 anni di contributi.

Dalla maturazione dei suddetti requisiti al collocamento in quiescenza, però, passeranno da 1 a 3 mesi; ogni anno, infatti, ci saranno delle finestre di accesso alla pensione trimestrali, con la prima in programma per aprile 2019 e le successive a luglio e ottobre. La successiva, invece, sarà nel gennaio 2020.

Quota 100 non prevede penalizzazioni sull’assegno previdenziale; il sistema di calcolo della pensione, quindi, è lo stesso che sarebbe stato utilizzato al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Questa misura però sarà leggermente diversa (e maggiormente penalizzante) per i dipendenti pubblici i quali, ad esempio, dovranno attendere altri 3 mesi, oltre al tempo previsto dalle finestre di accesso, per andare in pensione. Inoltre, per chi ricorre a Quota 100 è previsto il pagamento ritardato del TFR/TFS.

Sia per i dipendenti pubblici che per quelli privati, inoltre, Quota 100 reintroduce il divieto di cumulo/reddito pensione (oltre i 5 mila euro); quindi, chi ricorre a questa misura non potrà riprendere a lavorare fino al compimento del 67° anno di età.

Ricordiamo poi che Quota 100 sarà una misura a carattere sperimentale di durata, almeno per il momento, solamente triennale: nel 2021, infatti, c’è la promessa del Governo per valutare l’estensione di Quota 41, oggi riservata a determinate categorie di precoci, a tutti i lavoratori.

Ci sono poi le altre novità che sarebbero dovute essere all’interno del pacchetto pensioni che il Governo avrebbe dovuto presentare sotto forma di emendamento alla Legge di Bilancio; non mancherà quindi la proroga di Opzione Donna, limitata ad un solo anno, con la quale si potrà andare in pensione a 58 anni (59 per le autonome) con 35 anni di contributi, accettando però il ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale.

Finestre di accesso anche per la pensione anticipata

Confermato anche il blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile per la sola pensione anticipata; non ci sarà quindi l’incremento di 5 mesi previsto per la pensione di vecchiaia e di conseguenza si potrà smettere di lavorare una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi (1 anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica.

Per i precoci, Quota 41 resta invariata a 41 anni di contributi.

Tuttavia, così come per Quota 100, anche per andare in pensione in anticipo saranno introdotte nuovamente le finestre di accesso; una volta maturati i suddetti requisiti, quindi, bisognerà attendere qualche mese per poter andare concretamente in pensione.

Le altre novità sul fronte pensioni

La riforma previdenziale poi si conclude con l’introduzione di una disposizione ad hoc per il personale iscritto al Fondo Volo, il quale potrà andare in pensione a 60 anni.

Ci sarà poi un intervento ad hoc per permettere ai lavoratori di riscattare, ad un costo più basso di quanto avviene oggi, i periodi non lavorati ai fini del raggiungimento del requisito contributivo per la pensione; per quanto riguarda la pensione di cittadinanza, invece, bisognerà attendere un decreto successivo (lo stesso con il quale verrà introdotto il reddito di cittadinanza).

Ricordiamo infine che la Legge di Bilancio 2019 contiene delle novità che andranno a modificare gli assegni previdenziali: dal contributo di solidarietà per gli assegni d’oro al nuovo meccanismo per la rivalutazione delle pensioni.

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