La nomina della Yellen sembra evidenziare una continuità nella strategia della liquidità intrapresa dalla banca centrale americana.
Alla luce della pubblicazione delle minute dell’ultima riunione Fed, possiamo ora dire che la banca centrale americana se l’è cavata per il rotto della cuffia, vista l’indecisione che due settimane fa serpeggiava all’interno del comitato monetario, facendo appena in tempo a fermare le macchine prima che la locomotiva americana rallentasse la sua corsa. Giunti ormai al decimo giorno di chiusura delle attività federali, solo la nomina di una super-colomba come la Yellen e le speranze che l’incontro di stasera di Obama con un drappello di senatori repubblicani possa sbloccare l’impasse sul debt ceiling hanno potuto ridare fiato agli investitori permettendogli di assumere posizioni ancora rialziste.
Lo mette in evidenza Michael Hewson, Senior market analyst CMC Markets UK. In particolare Hewson fa notare che:
Il fatto che Janet Yellen diventerà il prossimo presidente della Fed sembrerebbe delineare un prolungamento della politica monetaria accomodante fin qui perseguita dalla banca centrale con ogni prospettiva di tapering in graduale allontanamento.
Gran Bretagna, peggiora la produzione industriale
E poiché segnali contrastanti giungono un po’ da tutti gli angoli del globo, è ragionevole presumere che:
Anche la Bank of England oggi non possa che confermare il suo bias mantenendo i tassi fermi, visto che dopo l’upgrade del Fmi sulle stime di crescita del Regno Unito, ieri il dato sulla produzione ha largamente deluso.
Italia e Spagna tengono duro
Per quanto riguarda l’Italia e la Spagna, osserva Hewson:
Incredibilmente e a dispetto dei problemi interni relativi alla mancanza di occupazione, hanno mostrato una resistenza degna di tale nome e, a seguito dell’esito positivo delle aste di ieri, sia i dati macro che gli indici di borsa sembrano puntare nella giusta direzione.
Il mercato valutario
Sul mercato valutario, fa notare l’esperto di Cmc Markets:
L’euro sembra che stia lentamente ritracciando verso il supporto di 1,3450 dollari (sotto il quale troveremmo 1,3320) e anche la configurazione grafica a candela parrebbe sostenere maggiormente la tesi ribassista. Indebolimento anche della sterlina che nel cambio contro il Usd perde terreno marciando verso 1,5915 mentre la moneta unica rimbalza verso 0,8500. Ancora in calo il USD nei confronti dello yen: qualora non riuscisse a superare quota 97 aumenterebbero i rischi di un ritracciamento verso 94.
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