Gli investitori, impauriti dalle prossime mosse del Governo Tsipras, si affrettano a portare via i loro investimenti dalle Banche della Grecia: all’orizzonte il rischio di una nazionalizzazione del settore del credito.
Il vaso di Pandora della Grecia sembra ormai completamente scoperchiato e gli eventi che si stanno scatenando suonano sempre più preoccupanti non solo per gli stessi greci ma anche a chi intratteneva rapporti economici e finanziari con la nazione ellenica.
Non si tratta solo di ansie del mercato (la Borsa di Atene ha perso in 3 giorni il 17% del suo valore) ma di un timore sempre più diffuso nell’economia reale, sia che si tratti di risparmiatori greci che di investitori internazionali. Un timore che non ha ancora contagiato l’eurozona ma che ha destato l’attenzione di Standard & Poor’s che ha messo sotto osservazione la Grecia allarmata da quel che sta succedendo nel settore bancario.
La Banca Centrale greca ha recentemente diffuso i dati relativi al mese di dicembre 2014, segnalando, per lo scorso mese, un calo dei depositi bancari del 2,4% ma non è questo il principale motivo di preoccupazione del settore del credito ellenico. Quello di Gennaio, come aveva anticipato già alcune settimane fa, è il terzo mese consecutivo in cui i risparmiatori greci ritirano soldi dai loro conti correnti, facendo attestare i depositi bancari a quota 160,3 miliardi di euro dai precedenti 164,3.
Una fuga di massa, insomma, motivata dalla paura delle possibili conseguenze che le decisioni del Governo di Alexis Tsipras potrebbero avere sull’economia. Il nuovo Governo ha, infatti già avviato le trattative con i creditori europei per la rinegoziazione del debito greco e per ottenere nuovi finanziamenti dagli Paesi Europei, utili a ripagare i debiti dello Stato Greco con i finanziatori internazionali, di prossima scadenza.
Le ragioni che stanno motivando le decisioni degli investitori greci e internazionali sono varie. Se i titoli di stato greci vengono ceduti per il pericolo d’insolvenza dello Stato e i titoli azionari delle Public Company per il blocco delle privatizzazioni, recentemente deciso dal governo Tsipras, per la cessione dei bancari (che questa settimana l’indice dei titoli bancari greci ha perso il 44% del suo valore con perdite che si aggirano intorno ai 10 miliardi di euro) le motivazioni sono anche altre.
Al fine di risanare i loro malandati bilanci, peggiorati anche da decisione prese in Europa, nel 2014, le banche greche misero in campo vendite supplementari di azioni che attirarono l’attenzione di molti investitori internazionali e consentirono di raccogliere oltre 11,5 miliardi dollari, realizzando quello che, secondo Bloomberg, è stato il maggior aumento di capitale negli ultimi 10 anni.
Dal momento che il Governo greco possiede una grossa quota delle azioni dei grandi gruppi bancari greci, la paura degli operatori finanziari greci e degli investitori internazionali è, ora, che, pur non avendo diritto di voto nei singoli consigli d’amministrazione, il nuovo Governo possa accampare diritti sugli istituti di credito, interferendo nelle singole decisioni. Come ha spiegato Vassilis Patikis, dirigente di Banca del Pireo, a Bloomberg:
“Anche se non hanno diritto di voto, c’è il timore che il nuovo governo cercherà di riconquistare questi diritti e il controllo delle banche. Tale possibilità ha spaventato il mercato. Non è la nazionalizzazione, ma è abbastanza vicino"
Una ipotetica ingerenza del governo greco nel settore bancario potrebbe concretizzarsi in una stretta al credito e in un rinnovo dei vertici aziendali dei principali istituti ellenici. Molti dirigenti bancari avrebbero, infatti, concesso prestiti a grandi imprese e singoli soggetti di rilevante importanza nella vita pubblica greca solo per ragioni di amicizia personale e senza le adeguate garanzie economiche. Un caso particolarmente evidente di questa pratica è indiduabile nel settore dei media, dove si contano parecchie società pesantemente indebitate con le banche. Tra le teste che potrebbero presto cadere c’è anche quella di Yannis Strournars, governatore della Banca di Grecia e ex ministro delle Finanze nel governo Samaras.
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