BOT: cosa sono, come funzionano, perché investire

Isabella Ciuca - Claudia Cervi

20/06/2022

20/06/2022 - 17:54

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Cosa sono i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro, come funzionano, come si acquistano e, soprattutto, perché detenerli nel proprio portafoglio di investimento? I risultati delle ultime aste.

BOT: cosa sono, come funzionano, perché investire

L’attitudine degli italiani al risparmio e all’investimento oculato ha contribuito ad alimentare la nostra fama di popolo dei BOT, i BOT people: da sempre, infatti, noi italiani conserviamo una discreta quantità di titoli di Stato sotto al materasso.

Sebbene nel tempo questo appeal sia notevolmente diminuito, le prospettive di tassi in crescita stanno riportando in auge questi strumenti. Vediamo di seguito cosa sono e come funzionano.

Cosa sono i BOT?

I Buoni Ordinari del Tesoro (in breve, BOT) sono titoli del debito pubblico italiano a breve termine con scadenze pari a 3, 6 o 12 mesi.
In parole semplici, è come se lo Stato prendesse in prestito dei soldi dagli investitori, per un periodo di tempo limitato e comunque inferiore a un anno.

Data la loro breve durata e la qualità del soggetto che li emette, questi titoli sono considerati un investimento poco rischioso e, per questi motivi, anche il loro rendimento è più limitato rispetto a titoli con scadenze più lunghe o emessi da soggetti meno virtuosi (Stati o imprese).

Gli altri titoli emessi dallo Stato italiano sono tutti di durata superiore all’anno:

  • i CTZ (zero-coupon a 18 o 24 mesi);
  • i CCTeu (da 3 a 7 anni);
  • i BTP (dai 18 mesi ai 50 anni);
  • i BTP Green (da 10 a 30 anni);
  • i BTP€i (dai 18 mesi ai 30 anni);
  • i BTP Italia (da 4 a 8 anni);
  • i BTP Futura (da 8 a 16 anni).

Come funzionano i BOT?

Data la loro breve scadenza, i BOT, a differenza dei BTP, sono titoli senza cedola, i cosiddetti zero-coupon.

Calcolare il rendimento di un BOT è molto semplice: i BOT sono espressi in euro, si acquistano a sconto (sotto la pari) e vengono rimborsati al valore nominale (alla pari) alla scadenza, in un’unica soluzione.

Il rendimento di un investimento in BOT è dato proprio da questa differenza (si dice che la remunerazione avviene a “scarto di emissione”).

Negli ultimi anni, il contesto di tassi di interesse sotto lo zero ha fatto sì che in molti Paesi, tra i quali il nostro, i titoli di Stato fossero acquistati a premio invece che a sconto generando, di fatto, più un costo che un reddito per l’investitore che, ipoteticamente, li conservava fino alla scadenza.

Come e perché investire in BOT?

I BOT si possono comprare sul mercato primario tramite asta competitiva] in sede di prima emissione oppure sul mercato secondario. In entrambi i casi, per acquistare questo tipo di titoli è necessario rivolgersi a un intermediario finanziario autorizzato, come ad esempio la propria banca, ed essere disposti a sottoscrivere un importo minimo pari a 1.000 euro e multipli successivi.

Nel caso del mercato primario, sarà l’intermediario autorizzato a partecipare all’asta e ad esso bisognerà corrispondere una commissione, che ha una struttura e un importo massimo definiti dal decreto Mef “Per la Trasparenza nel Collocamento dei Titoli di Stato” del gennaio 2022.

Per accedere al meccanismo d’asta, l’intermediario dovrà raccogliere interessi dai suoi clienti pari ad almeno 1,5 milioni di euro (lotto minimo). Le richieste di BOT si formulano sul rendimento e non sul prezzo desiderato; nel nostro caso, la banca dovrà prenotare le quantità di titoli desiderate entro il giorno che precede l’asta, e indicare fino a cinque diverse offerte di rendimento. Alla chiusura dell’asta, la Banca d’Italia calcolerà il rendimento medio ponderato richiesto e, dunque, il prezzo medio ponderato dell’emissione, soddisfacendo prima le richieste con rendimento più basso e poi a salire, fino all’esaurimento della quantità offerta.

Il calendario completo delle aste BOT, di facile consultazione, è pubblicato sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Le aste dei BOT si tengono a metà mese per le scadenze a 12 mesi e a fine mese per quelle a 6 mesi. Per i BOT a 3 mesi si seguono invece le esigenze di cassa del Tesoro.

Come dicevamo prima, i BOT possono essere negoziati anche sul mercato secondario gestito da Borsa Italiana, il MOT (Mercato telematico delle obbligazioni e dei Titoli di Stato), la piattaforma sulla quale possono essere acquistati titoli che sono già in circolazione. La possibilità di scambiare sul secondario a prezzo di mercato i titoli prima della scadenza garantisce liquidità ai nostri strumenti governativi.

Perché comprare BOT?

In questi anni caratterizzati da condizioni di mercato senza precedenti, a causa della remunerazione negativa dei conti correnti ancora una volta gli investitori hanno ritenuto i BOT una valida alternativa alla liquidità, per avvicinarsi il più possibile a un rendimento del cash vicino allo zero. Inoltre, nell’ottica di ottimizzare il proprio profilo di rendimento nel contesto di tassi di interesse ai minimi, i BOT sono stati preferiti da alcuni investitori perché più remunerativi rispetto a titoli governativi a breve termine emessi, ad esempio, da altri Paesi europei come la Germania o la Francia.

Oggi, le prospettive di crescita dell’inflazione rendono i BOT degli strumenti utili per proteggere il portafoglio dal rialzo dei tassi. Bisogna inoltre ricordare che l’investimento in BOT gode di un vantaggio fiscale: i guadagni generati da questi strumenti sono soggetti ad un’aliquota fiscale agevolata pari al 12,5%.

Rendimenti alle ultime aste BOT

Nel corso dell’ultima asta dei BOT svoltasi il 10 giugno 2022 con scadenza 14 giugno 2023, a 12 mesi, sono stati allocati tutti i 6,5 miliardi di titoli offerti dal Mef.

Il rendimento annuo lordo di aggiudicazione è salito sui massimi da ottobre 2018, allo 0,893%, che equivale a un prezzo medio di aggiudicazione di 99,103. Assiom Forex ha calcolato un rendimento netto di emissione pari allo 0,625%.

Nell’asta di BOT annuale precedente, svoltasi a maggio 2022, il rendimento dei titoli era nettamente inferiore, pari allo 0,121%.

In sintesi, i BOT sono strumenti di elevata qualità e adatti a proteggere il patrimonio, grazie anche alla loro breve durata. Hanno un rendimento semplice da calcolare (che gode anche di un vantaggio fiscale) e sono molto liquidi.

D’altro canto, è necessario tenere presente che essi offrono rendimenti inferiori rispetto, ad esempio, ai titoli governativi italiani di medio-lungo termine, e che possono inoltre comportare costi maggiori di tipo amministrativo, per via della necessità di rinnovare frequentemente l’investimento.

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