Assegno unico e universale figli 2022: perché rischia di essere un’occasione persa

Simone Micocci

11 Novembre 2021 - 10:14

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Assegno unico per i figli: molti ci perderanno rispetto a oggi. Perché rischia di non essere la vittoria che era stata annunciata dal Governo Draghi.

Assegno unico e universale figli 2022: perché rischia di essere un’occasione persa

L’assegno unico universale diventa realtà: requisiti e importi per il 2022 sono ormai noti (con possibili modifiche nelle ultime ore) ed è per questo che è possibile fare un primo bilancio su questa misura. Anche perché da più parti il passaggio all’assegno unico universale per i figli era stato presentato come un “evento epocale”, come un importante supporto alla genitorialità, e invece rischia di essere un’occasione persa.

Tuttavia, l’addio a misure come il bonus di 800 euro - un sostegno importante per far fronte a una parte delle spese sostenute durante la gravidanza - come pure al bonus bebè, non sarà indolore.

Se gli importi circolati in questi giorni dovessero essere confermati, ci sarebbero delle famiglie che verrebbero persino svantaggiate dal passaggio dagli attuali bonus famiglia al nuovo assegno unico universale. In particolare, il sindacato Uila-Uil ha mosso un’accusa al Governo, parlando di un “provvedimento profondamente iniquo e penalizzante per centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici”.

Che qualcosa di simile si potesse verificare era da immaginare vista la complessità dell’operazione messa in atto dal Governo, il quale però si era preso più tempo (rinviando l’entrata in vigore dell’assegno unico per i figli da luglio 2021 a gennaio 2022) proprio per evitare che ci fossero nuclei familiari svantaggiati dalla riforma.

Secondo i calcoli effettuati dalla Uila, però, non sarà così visto che molte famiglie rischiano di essere penalizzate andando a percepire meno con l’assegno unico rispetto a quanto si ha diritto oggi.

Assegno unico per i figli: chi viene svantaggiato?

Attenzione: al momento gli importi del nuovo assegno unico universale che entrerà in vigore da gennaio 2022 (ma con i primi pagamenti in arrivo a marzo) sono solamente ufficiosi. Il testo del decreto attuativo con il quale verranno svelati tutti gli importi, infatti, non è stato ancora pubblicato.

Le previsioni che seguono, quindi, vanno prese per quelle che sono in quanto sono state elaborate tenendo conto della situazione attuale. Va detto, comunque, che solo considerando il passaggio dagli assegni al nucleo familiare all’assegno unico la Uila prevede una perdita che varia tra i 41,00€ e i 134,00€ mensili, alla quale va aggiunta l’eliminazione delle misure di sostegno alla natalità.

Il primo caso preso come esempio dalla Uila è quello di una famiglia di un bracciante agricolo mono reddito - 15.000€ annui - con due figli minori e non proprietario della casa di abitazione. Oggi questo, considerando la detrazione per i figli a carico e l’importo dell’assegno unico familiare, ha un vantaggio economico di 469,00€ al mese. Con il solo assegno unico, invece, scenderebbe a 335,00€, con una perdita dunque di 134,00€ ogni mese.

Discorso differente, ma neppure troppo, nel caso in cui alla fine il Governo dovesse decidere d’innalzare la soglia ISEE entro cui si ha diritto al massimo dell’importo. Qualora questa dovesse salire, come da indiscrezioni, a 15.000€, allora la famiglia suddetta andrebbe a percepire un assegno mensile di 350,00€, con una perdita comunque di 119,00€ mensili.

Il secondo esempio è quello di una famiglia mono reddito, con genitore operaio dell’industria alimentare che guadagna 25.000,00€ l’anno. Non proprietario di casa, con due figli minori, oggi questo prende circa 239,00€ di ANF a cui si aggiungono 122,00€ di detrazione. Con l’assegno unico universale ci sarebbe invece un pagamento mensile di 307,00€, con una perdita mensile di 54,00€.

Meglio andrebbe nel caso d’innalzamento della soglia ISEE a 15.000,00€: in questo caso lo svantaggio sarebbe di appena 11,00€ mensili.

Terzo esempio: famiglia con un genitore impiegato nell’industria alimentare e l’altro part-time. Due figli minori, reddito familiare di 37.000,00€. Oggi questi percepiscono 77,00€ di assegni al nucleo familiare, più 129,50€ di detrazioni.

Con il passaggio all’assegno unico il sostegno mensile passa a 166,00€, con una perdita complessiva di 41,00€ mensili. Ma attenzione, perché se si dovesse concretizzare l’innalzamento della soglia ISEE a 15.000,00€, ci sarebbe un vantaggio mensile di ben 173,00€, in quanto l’importo totale dell’assegno unico salirebbe a ben 380,00€.

Quarto e ultimo esempio: famiglia con due figli, con un genitore impiegato dell’industria alimentare e l’altro genitore impiegato part-time, reddito familiare di 50.000,00€ e abitazione di proprietà. Oggi per questi si parla di 140,00€ di ANF e 120,00€ di detrazione per i figli; il passaggio all’assegno unico comporterebbe un sostegno mensile di 156,00€, con una perdita di 106,00€ al mese.

Assegno unico per i figli: davvero conviene?

Una cosa è certa: l’assegno universale per i figli non rappresenta la svolta come era stato fatto passare da una buona parte della politica. Anzi, come spiegato dalla Uila, “l’Assegno unico non riuscirà a compensare la perdita di tutte le agevolazioni attualmente in essere”.

Perdite importanti nel primo anno di vita del bambino, quando oggi una famiglia ha diritto agli 800,00€ del premio nascita, al bonus bebè che va dagli 80,00€ ai 160,00€ (più maggiorazioni per i secondi figli) e agli assegni al nucleo familiare (nel caso dei lavoratori subordinati). E chi ha figli sa che è proprio questo il periodo in cui si ha bisogno di un maggior sostegno dallo Stato.

E le simulazioni suddette ci dicono anche che a essere particolarmente svantaggiate dal passaggio all’assegno unico universale saranno le famiglie con basso reddito, proprio quelle che in realtà dovrebbero essere maggiormente aiutate.

Insomma, al momento non si può certamente parlare di vittoria. Vero che si tratta di una procedura di semplificazione - visto che d’ora in avanti basterà fare domanda per un solo sostegno - ma poco importa se a questa non segue anche un vantaggio economico per le famiglie.

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