Web tax ridotta al 3%, fuori l’e-commerce. Ecco tutte le novità

Guendalina Grossi

20 Dicembre 2017 - 15:30

Web tax ridotta al 3%: è stato approvato l’emendamento dalla Commissione Bilancio della Camera sulla riduzione dell’imposta sulle transazioni digitali. Questa e tante altre novità nella Legge di Bilancio 2018.

Web tax ridotta al 3%, fuori l’e-commerce. Ecco tutte le novità

Web tax, ridotta al 3%: la Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio 2018 proposto dal relatore Francesco Boccia.

Viene modificata dunque l’aliquota, rispetto a quello che aveva precedentemente deciso il Senato, della nuova imposta sulle transazioni digitali.

La tassa inoltre non sarà applicata all’e-commerce come era stato previsto inizialmente dall’emendamento approvato al Senato e presentato dall’on. Mucchetti.

Oltre alla riduzione dell’aliquota dell’imposta sulle transazioni digitali viene disposta l’eliminazione del meccanismo del credito d’imposta per le imprese residenti.

Vediamo dunque qui di seguito cosa cambia per il 2019 e a chi sarà applicata la web tax.

Web tax, ridotta al 3%: cosa cambia per il 2019?

Con l’approvazione del Ddl Bilancio 2018 da parte del Senato era stato deciso di introdurre la web tax dal 2019 con aliquota al 6%.

Dopo l’approvazione dell’emendamento alla Camera, proposto dal relatore Francesco Boccia, le cose sono cambiate. L’emendamento infatti prevede una riduzione dell’imposta sulle transazioni digitali al 3%.

Questa misura che si applicherà a partire dal 2019 avrà quindi l’obiettivo di aumentare gli introiti per il prossimo anno. Infatti la stima delle entrate è di circa 190 milioni contro i 114 milioni previsti dalla versione approvata in Senato.

Dal 1° gennaio 2019 dunque le imprese residenti o con stabile organizzazione in Italia e le imprese non residenti dovranno pagare la tassa sulle transazioni digitali.

Un’altra importante novità introdotta dall’emendamento prevede che l’imposta non sarà però applicata all’e-commerce, come era stato inizialmente proposto.

La misura prevede inoltre l’abrogazione della possibilità per le imprese residenti di compensare l’imposta pagata con il meccanismo del credito d’imposta e la stessa sarà prelevata con l’applicazione di una ritenuta.

Con l’entrata in vigore della web tax l’Agenzia delle Entrate dovrà rendere quindi nota la modalità di segnalazione al Fisco delle operazioni che saranno soggette alla tassa e quali saranno gli adempimenti dichiarativi da compiere e i pagamenti della web tax made in italy.

Queste le principali novità introdotte dall’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera.

Cerchiamo ora di capire che cos’è la web tax e chi è costretto a pagare l’imposta.

Che cos’è la web tax e chi deve pagarla?

La web tax è la tassazione sui guadagni delle grandi aziende che operano sul web come Google o Amazon.

L’obiettivo dell’imposta sulle transazioni digitali è quello di obbligare le società che acquistano e vendono pubblicità e servizi come quelli legati al commercio elettronico ad aprire una partita Iva italiana, in modo tale da evitare che il traffico italiano venga acquistato all’estero da operatori stranieri, che vendono dall’estero, scavalcando così l’Italia e il Fisco italiano.

A pagare questa imposta dunque saranno i grandi colossi del web che a partire dal 2019 dovranno pagare un’imposta del 3% sulle transazioni digitali.

Sono escluse dalla tassazione invece le piccole imprese, le imprese agricole e quelle che hanno aderito al regime forfettario.

Gli italiani sono a favore della web tax?

Secondo un sondaggio il 55% degli italiani è a favore dell’introduzione di una legge per tassare i profitti generati in Italia delle grandi aziende che operano sul web.

Il 17, 5% invece sembra essere contrario alla web tax e il 27,6% degli italiani ritiene invece che la questione debba essere demandata a un livello sovranazionale.

I giovani per esempio non sembrano essere concordi con l’istituzione di un’imposta sulle transazioni digitali. Molti hanno il timore che la web tax possa far diventare i servizi offerti dalle grandi aziende del web a pagamento ancora più costosi rispetto ad oggi.

Per ulteriori informazioni i lettori possono consultare l’articolo guida a cos’è e come funziona la web tax in vigore dal 1° gennaio 2018.

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