Warner Bros. ha rifutato l’offerta di Paramount-Skydance per la sesta volta. Adesso la società guidata dalla famiglia Ellison dovrà decidere se presentare un’offerta superiore o ritirarsi.
Warner Bros. Discovery respinge Paramount-Skydance per la sesta volta. La notizia arriva a poche ore di distanza dalle indiscrezioni secondo cui la storica major di Hollywood avrebbe consigliato ai propri azionisti di respingere l’offerta ostile da 108,4 miliardi di dollari presentata a sorpresa da Paramount, giunta subito dopo l’annuncio dell’accordo tra WBD e Netflix per l’acquisizione degli asset Warner Bros.
In una lettera agli azionisti, resa pubblica tramite un documento normativo, il consiglio di amministrazione di Warner Bros. ha duramente criticato Paramount, accusandola di aver “costantemente tratto in inganno” i suoi azionisti. La major concorrente aveva messo sul tavolo una proposta in contanti da 30 dollari per azione, sostenendo che fosse pienamente garantita dalla famiglia Ellison, guidata dal miliardario e CEO di Oracle Larry Ellison. Secondo il consiglio di WBD, tuttavia, questa garanzia “non esiste, e non è mai esistita”, e l’operazione comporta “numerosi e significativi rischi”.
Il board ha inoltre definito la proposta di Paramount inferiore rispetto all’accordo già siglato con Netflix. L’offerta vincolante di Netflix, pari a 27,75 dollari per azione, riguarda gli studi cinematografici e televisivi di Warner Bros., il catalogo e il servizio di streaming HBO Max. A differenza dell’iniziativa concorrente, l’accordo con Netflix non richiede finanziamenti azionari aggiuntivi e si avvale di solidi impegni di debito, offrendo così maggiore certezza e protezione agli azionisti.
Warner Bros. sfiducia Paramount-Skydance
Nonostante la convinzione di Paramount secondo cui l’OPA rivolta agli azionisti di Warner Bros. fosse “a prova di bomba”, grazie a 41 miliardi di dollari in nuovo capitale garantito dalla famiglia Ellison e da RedBird Capital e a 54 miliardi di dollari di impegni di debito da parte di Bank of America, Citi e Apollo, il CdA di WBD ha replicato che l’ultima offerta di Paramount include un impegno azionario “per il quale non vi è alcun sostegno diretto da parte della famiglia Ellison”, ma solo il supporto di un “ignoto e opaco” Lawrence J. Ellison Revocable Trust, le cui attività e passività non sono divulgate pubblicamente e possono quindi essere modificate in qualsiasi momento.
“Nonostante WBD abbia ripetutamente sottolineato l’importanza di un impegno finanziario totale e incondizionato da parte della famiglia Ellison, questa ha scelto di non sostenere l’offerta PSKY”, ha scritto il consiglio. “Un trust revocabile non può sostituire un impegno garantito da un azionista di controllo”.
Il ritiro di Kushner e le critiche di Paramount-Skydance a Warner Bros.
Ma nel frattempo si è verificato un ulteriore colpo di scena: Affinity Partners, la società di investimento fondata da Jared Kushner, genero di Donald Trump e finanziatore dell’operazione Paramount, ha annunciato il proprio ritiro dal consorzio.
“In presenza di due forti contendenti in competizione per il futuro di un asset americano unico, Affinity ha deciso di non proseguire con questa opportunità”, ha spiegato il fondo. Secondo la società, le condizioni dell’investimento sono cambiate in modo significativo rispetto all’autunno scorso, quando Affinity aveva iniziato a valutare l’acquisizione, pur ribadendo la validità strategica dell’offerta Paramount.
Paramount, che è guidata da David Ellison, erede di Larry, ha contestato apertamente l’atteggiamento del CdA di Warner Bros. Discovery, accusandolo di non aver reagito in modo adeguato all’ultima proposta presentata. Non a caso, la società ha precisato che l’offerta non è da considerarsi “finale”, lasciando intendere che la famiglia Ellison sia pronta a rivedere al rialzo i termini economici pur di restare in partita.
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Il nodo dell’Antitrust statunitense
Secondo David Ellison, l’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix rischia di incontrare maggiori ostacoli sul fronte regolatorio. A suo avviso, l’accordo sarebbe destinato a un indagine più rigorosa da parte delle autorità Antitrust statunitensi rispetto alla proposta Paramount, aumentando così il rischio che l’operazione non arrivi a conclusione.
Netflix, al contrario, ha scelto di rafforzare la propria credibilità inserendo nell’accordo una penale di recesso da 5,8 miliardi di dollari, una cifra insolitamente elevata per operazioni di M&A di questa portata e interpretata dal mercato come un segnale di fiducia nella capacità di superare l’esame delle autorità.
Se a vincere la partita definitiva fosse Paramount-Skydance, l’attenzione dei regolatori potrebbe concentrarsi anche sull’ingente apporto di capitali provenienti dai fondi sovrani di Qatar, Arabia Saudita e Abu Dhabi, che insieme hanno impegnato circa 24 miliardi di dollari nell’operazione, una cifra pari a circa il doppio del contributo riconducibile agli Ellison.
I legami con l’amministrazione Trump
Secondo una fonte vicina a Paramount, il dietrofront di Jared Kushner sarebbe stato pensato per agevolare il confronto con il CdA di WBD e per spegnere le indiscrezioni sui suoi legami con il presidente Donald Trump. Tuttavia, a Washington permane la percezione che Paramount sia più vicina all’attuale amministrazione rispetto a Netflix, soprattutto in virtù dei rapporti consolidati tra la famiglia Ellison e il presidente degli Stati Uniti.
Per entrare nelle grazie di Trump, negli ultimi mesi Netflix ha intensificato il lavoro sul fronte istituzionale. Brian Ballard, uno dei principali fundraiser di Donald Trump e alla guida della più grande società di lobbying di Washington per fatturato nel 2025, ha interrotto la collaborazione con Paramount mantenendo invece Netflix tra i propri clienti. La guerra per gli asset di Warner Bros. Discovery non è quindi ancora finita, e va vinta su due campi di battaglia diversi: il fronte finanziario e quello politico e regolatorio.
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