Wall Street, nuovi record per S&P 500 e Nasdaq, tra segnali inflazione USA e dazi Trump

Laura Naka Antonelli

27 Giugno 2025 - 18:32

Nuovi record testati a Wall Street dagli indici S&P 500 e Nasdaq, mentre dal fronte macro è stato pubblicato il dato sull’inflazione preferito dalla Fed.

Wall Street, nuovi record per S&P 500 e Nasdaq, tra segnali inflazione USA e dazi Trump

L’inflazione più alta delle attese non spaventa Wall Street, che anzi marcia spedita verso l’alto, consentendo agli indici azionari S&P 500 e Nasdaq di scattare a nuovi record della storia, nonostante tutti i grandi dubbi sulle condizioni di salute dell’economia USA, che si prepara a fare i conti con i dazi di Donald Trump.

Dazi di Trump che forse, grazie agli accordi tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali potrebbero avere riflessi meno disastrosi per l’economia americana.

Almeno, è su questo che si concentrano oggi le speranze degli operatori di mercato.

Nuovi record per lo S&P 500 e il Nasdaq con speranze dazi meno aggressivi

Lo S&P 500 ha testato oggi un nuovo record, balzando fino a 6.184.39 punti (+0,70%), valore che ha superato il precedente massimo storico di 6.147,43 punti segnato lo scorso 19 febbraio.

Il Nasdaq Composite è salito fino a quota 20.284, punti, registrando anch’esso un nuovo valore più alto di sempre. Bene anche il Dow Jones, che sta scattando di più di 500 punti.

Pubblicato oggi il dato macro relativo all’inflazione USA preferito dalla Federal Reserve, ovvero l’indice PCE core che, nel mese di maggio, è salito più delle attese, avanzando dello 0,2% su base mensile (oltre il +0,1% atteso dal consensus) e del 2,7% su base annua, rispetto al +2,6% previsto.

L’indice PCE headline è invece aumentato su base adjusted dello 0,1% su base mensile, e del 2,3% su base annua, in linea con le previsioni degli analisti.

I numeri relativi al trend dell’inflazione degli States, che di fatto danno ragione a Jerome Powell, sono stati diffusi con la pubblicazione di un rapporto da cui è emerso che le spese per consumi sono scese dello 0,1% nel mese di maggio, peggio del +0,1% atteso, mentre i redditi personali sono diminuiti dello 0,4%, rispetto a un guadagno dello 0,3% stimato dagli analisti.

Il quadro macroeconomico illustrato dall’insieme dei dati avalla i timori relativi a una condizione di stagflazione negli Stati Uniti.

Speranze dazi Trump meno aggressivi prendono la scena, accordo in vista con l’Europa?

Oggi tuttavia gli investitori, più che arrovellarsi per capire cosa deciderà di fare la Fed di Jerome Powell, si concentrano sulle notizie improntate all’ottimismo che riguardano la possibile evoluzione dei dazi di Donald Trump.

In evidenza l’effetto delle dichiarazioni proferite nella giornata di ieri dal segretario al Commercio USA Howard Lutnick che, in una intervista rilasciata a Bloomberg News, ha sottolineato che un accordo quadro tra la Cina e gli Stati Uniti è stato finalizzato.

Speranze anche per l’Europa, con il commissario UE per il Commercio Maros Sefcovic che ha parlato di un “confronto costruttivo con il responsabile delle trattative commerciali USA, Jamieson Greer.

Il segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha confermato inoltre nel corso di una intervista alla Fox News che con la Cina è in atto “una de-escalation”, mentre Bloomberg ha appena riportato che “ l’Unione Europea e gli Stati Uniti credono di poter raggiungere una qualche forma di accordo commerciale prima della scadenza del 9 luglio, data in cui Washington dovrebbe imporre una tariffa del 50% su quasi tutti i prodotti dell’UE e il blocco prevede di scatenare una propria serie di contromisure ”.

La speranza che i dazi di Trump possano essere meno aggressivi ha consentito a Wall Street di riportare un solido guadagno in queste ultime settimane, con l’indice S&P 500, nello specifico, che è in crescita di oltre il 20% dal fondo che ha testato lo scorso 8 aprile. E che ora, insieme al Nasdaq, è forte di un nuovo record della storia, appena testato.

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