Vendere come hobbista, quando farlo e regime fiscale da rispettare

Patrizia Del Pidio

2 Ottobre 2025 - 15:29

In quali casi si possono vendere gli oggetti creati come hobbista e quali sono gli adempimenti fiscali a cui si è soggetti? Vediamo quali ricevute rilasciare e quando aprire partita Iva.

Vendere come hobbista, quando farlo e regime fiscale da rispettare

Come ci si deve regolare dal punto di vista fiscale se si vogliono vendere le proprie creazioni come hobbisti? In Italia un hobbista ha la possibilità di vendere ciò che crea anche senza l’apertura della partita Iva, ma si devono rispettare alcune condizioni che possono variare in base al luogo di residenza.

In generale è necessario, come prima cosa, capire se si rientri nella categoria degli hobbisti o dei creator, e informarsi riguardo alle regole previste per la vendita dei propri prodotti all’interno del Comune di appartenenza. Infatti sono previsti dei tetti massimi per il costo del singolo pezzo, che però possono cambiare da Comune a Comune. Nel caso in cui si volesse partecipare a fiere e mercatini si dovrà anche seguire l’iter previsto, che richiede il possesso del tesserino dell’hobbista.

Hobbista o creativo

È possibile vendere oggetti fatti a mano, sia con che senza partita Iva. Il primo passo per farlo è capire se si rientra nella categoria degli hobbisti o dei creativi. La differenza fondamentale tra queste due opzioni è la possibilità di appoggiarsi e usufruire del diritto d’autore, eventualità disponibile per coloro che rientrano nella categoria dei creativi.

In breve, gli hobbisti sono solitamente degli artigiani che vanno a creare qualcosa partendo da beni già esistenti assemblandoli tra loro, come qualcuno che nel suo tempo libero ama creare bracciali o collane con perline e materiali acquistati appositamente allo scopo.

I creativi, invece, possono vantare il diritto d’autore sull’opera creata e realizzano beni completamente nuovi con la loro manualità e abilità. Anche un poeta amatoriale rientra nella categoria dei creativi e può avvalersi della disciplina sul diritto d’autore

Elementi dell’hobbista

Per il momento in Italia non esiste una normativa specifica apposita per coloro che agiscono nel campo degli hobby, ma esistono comunque indicazioni relative alle caratteristiche da rispettare.

Per poter procedere con la vendita dei propri prodotti in qualità di hobbista, e quindi non professionalmente, è necessario:

  • che il valore massimo di ogni singola creazione non superi i 250 euro. Questa regola vale a livello nazionale, ma i Comuni hanno la possibilità di imporre limiti inferiori. In diverse parti d’Italia il prezzo massimo consentito è di 100 euro, e sarà necessario informarsi presso il proprio Comune al riguardo;
  • l’attività deve essere svolta in modalità occasionale e non professionale, e non organizzata come un lavoro vero e proprio;
  • i ricavi dell’attività non devono superare i 5.000 euro;
  • bisognerà certificare ogni vendita tramite il rilascio di una ricevuta non fiscale. Nel caso in cui la vendita singola dovesse superare i 77,47 euro, sarà necessario apporre una marca da bollo del valore di 2 euro. Le ricevute dovranno essere conservate, per poter inserire i guadagni all’interno della dichiarazione dei redditi, nella sezione “redditi diversi”, nel caso in cui i propri guadagni totali (quindi da ogni attività) superino i 4.800 euro.

Vendere senza partita Iva

Per poter vendere senza procedere con l’apertura di una partita Iva è necessario che l’attività avvenga in maniera non professionale e che sia occasionale. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, infatti, non è necessario che i ricavi della propria attività superino un certo tetto perché venga richiesta l’apertura della partita Iva, ma solo che l’attività perda la caratteristica dell’occasionalità.

Cosa significa? Per esempio, una persona con l’hobby della falegnameria, che vende le sue creazioni quattro o cinque volte all’anno, magari presenziando a dei mercatini, difficilmente verrà visto come un professionista del settore e potrà considerare la sua attività come occasionale.

Diversamente, qualcuno che produce dei ciondoli home made, e partecipa a mercatini e fiere ogni fine settimana, o li propone in vendita sui propri canali social e marketplace, perderà la caratteristica dell’occasionalità.

Tesserino per hobbisti e mercatini

Per poter vendere i propri prodotti, anche a livello hobbistico, in mercatini e fiere, è necessario rispettare altre regole oltre a quelle sopra citate riguardanti l’occasionalità e il prezzo massimo della singola unità.

Se non si ha la partita Iva per poter partecipare ai mercatini avendo tutto in regola in caso di controlli da parte della Polizia o Guardia di Finanza è necessario essere in possesso di:

  • tesserino degli hobbisti che ha solitamente validità annuale e un costo variabile a seconda della propria regione. Dovrà essere esposto al mercatino;
  • dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, che si deve presentare presso il Comune in cui si svolge l’evento, dove si dichiara il tipo di attività che si svolge. Visto che non esiste un modello unico, la soluzione migliore è rivolgersi a chi organizza l’evento;
  • qualsiasi altra tipologia di documentazione richiesta nello specifico dal Comune in cui ci si trova. Anche in questo caso ci si può rivolgere direttamente agli organizzatori, o al Comune in questione.

Vendere su siti internet

Nel caso in cui un hobbista, o un creativo, volesse vendere i propri prodotti online appoggiandosi a marketplace, o creando un proprio portale, difficilmente potrà fare a meno di aprire una partita Iva. Questo perché, anche nel caso in cui venissero venduti prodotti solo poche volte all’anno, questi sarebbero comunque sempre esposti e possibilmente acquistabili. L’attività diventerebbe quindi non più saltuaria, ma costante nel tempo.

Questo non significa però che non si possa avere un portale con le proprie creazioni esposte, che possa fungere da portfolio, per esempio. All’interno del sito si potranno anche inserire i contatti per permettere agli interessati di richiedere informazioni riguardo la possibilità di comprare qualcosa. L’importante è che non vengano esposti i prezzi.

Adempimenti fiscali per hobbisti occasionali

Un venditore occasionale degli oggetti prodotti per hobby ha degli adempimenti fiscali obbligatori, anche se si tratta di un’attività occasionale. Il primo adempimento è quello dell’emissione della ricevuta non fiscale. Si tratta della ricevuta che emette il privato che non è titolare di partita Iva nel momento in cui effettua la cessione di un bene.

Solitamente la ricevuta deve essere consegnata al cliente nel momento in cui si incassa il corrispettivo. Questo tipo di ricevuta non deve essere pre-numerata in origine e può, quindi, anche essere utilizzato un modello da stampare ogni volta che se ne ha bisogno.

Le ricevute emesse, poi, vanno conservate per inserire queste entrate nella dichiarazione dei redditi: anche se si tratta di un’attività occasionale che non richiede apertura di partita Iva, se i redditi dell’anno superano i 4.800 euro (limite entro il quale si è esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi) le entrate vanno dichiarate indicandole nel quadro “Redditi diversi”.

Vendita su internet

Anche se si rientra nella categoria degli hobbisti è possibile avere un proprio sito internet in cui mostrare le proprie creazioni come se fosse una vetrina. Ma non si possono esporre in esso i prezzi di vendita, altrimenti verrebbe meno il requisito della saltuarietà dell’attività e sarebbe necessario aprire la partita Iva. In questo caso, infatti, il Fisco considererebbe l’attività come quella di commercio o artigianato con tutti gli obblighi fiscali che ne conseguono.

La stessa regola deve essere applicata anche se si decide di esporre le proprie creazioni in un marketplace: i prodotti possono essere esposti liberamente e senza limiti, ma non devono apparire i prezzi di vendita degli oggetti per non far venire meno la qualifica di hobbista. La vendita in ogni caso deve essere occasionale: vendere online fa presupporre l’organizzazione e l’abitualità con l’obbligo di avviare una attività professionale.

Ovviamente l’Agenzia delle Entrate non controllerà ogni marketplace per vedere se un hobbista sta esponendo le proprie creazioni con i prezzi. Bisogna tenere presente che la DAC7 obbliga ogni marketplace o piattaforma di vendita a segnalare i venditori al Fisco qualora nell’anno solare:

  • effettuino più di 30 vendite;
  • incassino più di 2.000 euro.

Superare una delle due soglie, significa sapere con certezza che i propri dati sono stati comunicati all’Agenzia delle Entrate che procederà a effettuare tutti i controlli del caso.

Vendere i propri oggetti nei negozi è possibile?

Per vendere le proprie creazioni nei negozi la via più semplice è quella del contratto di conto vendita, o contratto estimatorio. L’hobbista, in questo caso, cede al negoziante le sue creazioni che dovrà pagarle se le vende in un determinato arco temporale o, in caso contrari restituirle.
Con questa tipologia di contratto gli hobbisti hanno la possibilità di cercare e trovare negozi interessati a vendere gli oggetti prodotti.

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