Come vendere legalmente le fan art

Caterina Gastaldi

31 Agosto 2022 - 19:59

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La vendita di fan art è, in molti casi, illegale. Infatti spesso non vengono pagate le dovute royalties a chi detiene i diritti del prodotto originale.

Come vendere legalmente le fan art

Il mondo della cultura pop è sempre di grande interesse, sia per i fan, sia per gli artisti. Da quando quella che viene definita “cultura nerd” ha iniziato ad affascinare tutti, sono diventate anche sempre più comuni professioni legate a questa, tra cui la produzione e la vendita di fan art. Si possono vedere spesso online prodotti raffiguranti famosi personaggi di fantasia, spesso di proprietà di grossi brand, ridisegnati, prodotti, e venduti da artisti.

La particolarità dei prodotti con fan art però è legata proprio al fatto di non essere creati e commercializzati da coloro che possiedono il marchio o il personaggio in questione, ma da singoli appassionati, ovvero fan. La legge, in teoria, prevede che si richiedano i dovuti permessi e si paghino lo royalties a chi di dovere quando si utilizza un prodotto di proprietà intellettuale altrui. Per quel che riguarda le fan art, però, la situazione è piuttosto nebulosa, e può risultare poco chiaro anche capire come richiedere i permessi necessari. Di seguito quindi qualche suggerimento per provare a muoversi in questa direzione, possibilmente sempre con l’aiuto di un esperto.

Cosa si intende per fan art

Può capitare di vedere dei brand utilizzare dei personaggi non propri, spesso legati a prodotti di animazione, per farsi pubblicità o per creare particolari collezioni, come capita a volte con i marchi di abbigliamento. Il concetto delle fan art non è troppo dissimile da questo. Artisti, professionisti o meno, integrano all’interno di prodotti ideati da loro, che possono andare da portachiavi, tazze, maglie, o anche semplici stampe o disegni singoli, dei personaggi di proprietà di terzi. La creazione che viene fuori viene poi messa in vendita.

L’idea alla base delle fan art è dare il proprio tocco personale a personaggi che si amano e apprezzano, ridisegnandoli o reinterpretandoli, e condividerli con altri fan, dietro un piccolo pagamento. Di per sé non è illegale creare fan art chiaramente, ma nel momento in cui si vendono, tranne che in casi particolari, il processo diventa illegale. Infatti si sta utilizzando come base la creazione intellettuale di terzi a scopo di lucro, andando quindi a infrangere il diritto d’autore.

La soluzione, semplicemente, sarebbe quella di rivolgersi a chi di dovere, chiedere permessi, e pagare le royalties. Tuttavia si può trattare di un processo estremamente complicato e lungo, poiché spesso i marchi coinvolti sono grandi brand d’oltreoceano. Come si può fare allora?

Diritto di satira o parodia

Esistono due situazioni in cui la produzione di fan art e la sua vendita non necessitano di permessi: quando è fatto esercitando il diritto di satira o parodia, e in caso di opere artigianali uniche.

Il diritto di satira fa parte della libertà di stampa, e si può considerare una specie di zona grigia anche per le fan art. Tuttavia la sua applicazione non è semplice come potrebbe sembrare. Infatti non si possono utilizzare nei propri prodotti:

  • personaggi protetti di copyright;
  • nomi, sempre se protetti dal copyright;
  • luoghi e qualsiasi altra informazione, quando protetta dal copyright.

Questo significa che si possono ideare creazioni parodistiche ispirandosi a opere già esistenti, senza poter effettivamente utilizzare quest’ultime così come sono, ma andando a modificarle quel tanto che basta per evitare di infrangere le leggi relative al copyright. In caso di dubbi è il giudice a poter decidere, caso per caso, se il prodotto possa rientrare nel diritto di satira o meno.

Opera artigianale

Il secondo caso per cui non è necessario pagare le royalties e richiedere i permessi è quando si producono quelle che vengono definite per legge “opere artigianali”. Per poter rientrare in questa categoria la fan art deve:

  • avere le caratteristiche di artigianalità richieste dalla legge;
  • che venga realizzata su commissione;
  • che sia una copia unica oppure in tiratura limitatissima.

Cosa significa? In pratica un disegno fatto a mano di un personaggio Disney, per esempio, creato da terzi e venduto a un’unica persona rientra in questa definizione. Lo stesso discorso è valido anche per gadget dotati di particolari unicità, di cui non esistano due copie identiche. Sono anche incluse le iniziative di beneficenza ufficiale.

A essere esclusi di questa lista invece sono prodotti come stampe o gadget fatti in serie, anche se il disegno originale è stato fatto a mano, e gli artbook al cui interno sono riprodotti personaggi di cui non si posseggono i diritti o permessi di utilizzo.

I siti appositi

Come si possono ottenere i permessi richiesti? Bisognerebbe rivolgersi agli uffici competenti di ogni singola azienda di interesse, che solitamente richiedono di poter visionare ogni prodotto che si intende rivendere a terzi. Spesso, inoltre, questi uffici accettano richieste solo da altri brand per collaborazioni. Per ovviare a questo problema però ci si può appoggiare a portali appositi, con convenzioni dirette con diversi marchi.

Attraverso questi portali si possono inviare le fan art a chi di dovere, che si occuperà di concedere i permessi (e riscuotere le royalties attraverso il portale), oppure di rifiutare il prodotto, che non potrà quindi essere messo in vendita. Questi siti hanno quindi la doppia funzione di marketplace e via di comunicazione e sono la soluzione più sicura e semplice in questi casi. Alcuni portali di questo tipo possono essere Redbubble o Teepublic.

Situazioni particolari

Alcuni brand possono anche avere regole particolari per venire incontro agli artisti. Per esempio, può accadere che non vengano richieste le royalties e non siano necessari i permessi quando si guadagna sotto un certo tetto, oppure che vengano offerti particolari programmi per i collaboratori.

Nel caso in cui, quindi, si fosse interessati a un solo brand o personaggio, il primo passo è informarsi riguardo a queste possibilità, che possono offrire anche altri vantaggi.

Serve la partita Iva?

. Nel momento in cui si va a vendere un prodotto in serie, questo tipo di guadagno rientra in quello per cui è prevista l’apertura di una partita Iva. Nel caso in cui, invece, si creassero due o tre disegni ogni anno che rientrano nella categoria di opere artigianali e basta, allora si può utilizzare la modalità del pagamento attraverso ritenuta d’acconto.

Per evitare complicazioni di ogni genere, comunque, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un commercialista esperto in questo campo specifico, in particolare per la scelta del codice Ateco nel momento in cui si sceglie di aprire una partita Iva.

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