Mancano poche ore all’annuncio degli utili di UniCredit relativi al III trimestre 2025. Previsioni su profitti, ricavi, NII della banca guidata da Orcel. E l’outlook sulle azioni.
Ormai ci siamo. Manca a mala pena un giorno per conoscere gli utili e le altre voci di bilancio del terzo trimestre del 2025 di UniCredit, la banca italiana guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel, che tanto ha fatto parlare di sé in quest’ultimo anno a causa delle due grandi scommesse di risiko bancario lanciate.
La prima scommessa, andando per ordine cronologico, è avvenuta con la scalata progressiva della seconda banca tedesca Commerzbank, che Piazza Gae Aulenti non ha fatto mai mistero di voler conquistare per realizzare il sogno della banca paneuropea tanto caro al suo CEO; la seconda, che ha fatto una brutta fine, è stata l’OPS su Banco BPM, stroncata dal golden power che il governo Meloni ha deciso di applicare.
I conti di UniCredit saranno pubblicati nella mattina di domani, mercoledì 22 ottobre 2025, come di consueto poco prima dell’inizio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari.
Seguirà la conference call che vedrà l’amministratore delegato Andrea Orcel presentare e commentare i numeri, relativi al terzo trimestre e, complessivamente, ai primi 9 mesi dell’anno.
Nel frattempo, attenzione alle notizie che sono relative anche ai bond di UniCredit e alle ultime novità che riguardano ancora il dossier UniCredit-Banco BPM, mentre a Piazza Affari, le azioni di Piazza Gae Aulenti scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, riportano una performance praticamente piatta in attesa del grande giorno, oscillando attorno a quota 63,37 euro.
UniCredit alla prova dei conti, Orcel assediato da domande M&A con Commerz e post flop Banco BPM?
Sicuramente, nel corso della conferenza con gli analisti indetta da UniCredit, non mancheranno domande a Orcel su cosa intende fare ora, dopo il flop dell’OPS promossa su Banco BPM quasi un anno fa, il 25 novembre 2024, che ha fatto andare subito su tutte le furie il governo Meloni, in quanto quell’offerta ha reso preda una banca, BPM che, nei piani di Palazzo Chigi, avrebbe dovuto vestire piuttosto i panni di predatrice per conquistare MPS-Monte dei Paschi di Siena.
La metamorfosi ha interessato invece e successivamente, sulla scia dell’OPS di Orcel, proprio la banca senese che, all’inizio del 2025, ha puntato sul target Mediobanca, alla fine centrandolo attraverso un’OPS diventata poi OPAS con il rilancio della posta in contanti.
Orcel è stato messo invece all’angolo, e il timore è che anche la partita di Commerzbank, banca il cui DNA teutonico il governo di Berlino vuole a tutti i costi preservare, non sarà facile da vincere.
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Previsioni del consensus, di Barclays ed Equita sull’utile netto e sui ricavi di UniCredit del terzo trimestre
In attesa di scoprire le dichiarazioni di Orcel sulle sue mire di acquisizione (se ci sono), dunque sulle operazioni in generale di M&A, i mercati si chiedono però ora soprattutto quali saranno i numeri che emergeranno dalla trimestrale, che copre il periodo compreso tra i mesi di luglio e settembre inclusi.
Di seguito le stime del consensus degli analisti pubblicate sul sito di Piazza Gae Aulenti, paragonate alle previsioni di altri esperti.
L’utile netto di UniCredit (o anche Stated Net Profit) è atteso in media dal consensus a quota 2,419 miliardi.
Previsione simile quella degli analisti di Equita SIM, che stimano un utile netto a €2,48 miliardi, mentre gli analisti di Barclays indicano un valore di 2,378 miliardi, in calo del 29% su base trimestrale e in flessione del 5% su base annua.
Da segnalare che, nel secondo trimestre del 2025, l’utile netto rettificato di UniCredit per impatti una tantum era stato pari a 2,9 miliardi, in crescita dell’8% su base annua, e superiore al consensus delle previsioni degli analisti pari a 2,5 miliardi.
L’utile operativo netto di UniCredit è atteso dal consensus a 3,506 miliardi nel terzo trimestre del 2025 e a 3,368 miliardi da Barclays, in flessione del 17% su base trimestrale e del 9% su base annua.
Equita prevede un utile operativo a €3,8 miliardi, piatto su base trimestrale e in calo dell’1% su base annua.
Ricavi: le stime di Barclays sono di un valore pari a 5,882 miliardi, giù del 9% su base trimestrale e in calo del 4% su base annua.
Barclays è lievemente più pessimista rispetto al consensus, che invece prevede un valore, in media, pari a 6,025 miliardi di euro, mentre Equita mette in conto ricavi totali lievemente più alti, a €6,17 miliardi, in rialzo dell’1% su base trimestrale e in crescita del 3% su base annua.
Che succederà al margine netto di interesse (NII) di UniCredit? L’impatto Euribor con tassi BCE
Veniamo al margine netto di interesse o anche NII (Net Interest Income) di UniCredit, legato direttamente al trend dei tassi di interesse deciso dalla BCE, Banca centrale europea.
Il consensus è, in media, per un ammontare di 3,404 miliardi di euro, mentre Barclays prevede un valore simile a 3,379 miliardi, in calo del 2% su base trimestrale e in ribasso del 5% su base annua.
Equita fa riferimento esplicitamente, in generale, a “una buona tenuta dell’NII” di UniCredit, così come delle commissioni, stimando un NII a quota 3,4 miliardi di euro e definendolo per l’appunto “resiliente, con un calo moderato del -2% su base trimestrale e del 4% su base annua ”.
La SIM milanese spiega “la flessione sequenziale” con “la dinamica dei tassi di interesse (Euribor 3M -9 punti base su base trimestrale, a cui si aggiunge”, si legge, una serie di fattori, come “ la compressione dei tassi in Russia, un andamento dei volumi che non dovrebbe ancora mostrare forti segnali di accelerazione e la presenza di one-off positivi nel secondo trimestre in parte compensati da effetto calendario positivo (1 giorno in più) e contribuzione da portafoglio replicante”.
Trend commissioni e risultato da trading per UniCredit nel terzo trimestre 2025
Le commissioni nette, unite ai risultati delle attività assicurative, sono stimate dal consensus degli analisti, in media, a 2,093 miliardi per il terzo trimestre del 2025.
Barclays vede le sole commissioni nette a 1,969 miliardi di euro, in calo del 7% su base trimestrale e in rialzo dell’1% su base annua, prevedendo risultati delle attività assicurative a 100 milioni, mentre per Equita SIM le commissioni di UniCredit sono salite nel terzo trimestre del 2025 del 2% su base annua, scendendo invece del 5% su base trimestrale, per alcuni motivi, nello specifico “ per tipica stagionalità trimestrale, specialmente sul fronte investimenti e client hedging fees”.
Equita precisa che i risultati del terzo trimestre includeranno “anche il contributo separato dall’internalizzazione del business assicurativo, che stimiamo per circa €70 milioni ”.
Nel suo outlook, la SIM menziona inoltre “ la contribuzione da dividendi ed equity investments per €240 milioni circa (€151 milioni al terzo trimestre del 2024)”, di cui, sottolinea “€140 milioni circa legati al consolidamento via equity method della partecipazione in Commerzbank (salita dal 10% al 26%) ”.
Per quanto concerne invece il risultato da trading, la view è che UniCredit “abbia beneficiato positivamente dalla posizione in derivati su Alpha Bank (il cui prezzo è aumentato di circa il 20% nel corso del trimestre)”.
Le previsioni di Equita sul CoR, costo del rischio, sono di un valore “inferiore ai 20 punti base senza utilizzo di overlays”.
Stime CET1 e accantonamenti, mentre sale l’attesa per la nuova guidance di Orcel. La nota di Equita
Per quanto riguarda la solidità del capitale di UniCredit, Equita prevede un CET1 pro-forma in calo dal 16,2% del secondo trimestre del 2025 in area 14%, per via dell’incremento delle quote in Commerzbank e AlphaBank e dell’impatto da aggiustamento dei modelli sui RWA. In media, il consensus è per un valore del CET1 pari al 14,4%.
Gli accantonamenti a riserve per far fronte ai crediti deteriorati futuri (LLPs) sono attesi da Barclays a 165 milioni, in crescita di ben il 51% su base trimestrale, mentre Equita parla di un valore superiore degli LLPs, a €192 milioni (18bps), a fronte dei 172 milioni di euro di svalutazioni nette sui crediti previste dal consensus degli analisti che seguono le azioni UniCredit, a 172 milioni di euro.
Riguardo alla guidance che sarà fornita dalla banca guidata da Orcel, le previsioni di Equita sono che UniCredit confermi la guidance di utile 2025 a €10,5 miliardi, “su cui siamo sostanzialmente allineati” e utili superiori a 11 miliardi al 2027.
Gli analisti hanno reso noto a tal proposito di avere confermato le stime sull’utile del 2025, rivedendo al rialzo “ quelle sul 2026-27 del +2% in media, principalmente per riflettere una dinamica più sostenuta dell’NII”.
La SIM ha dunque confermato la fiducia nei confronti del trend del margine netto di interesse, sia per il “ rialzo della curva dei tassi di interesse ” che per “la capacità della banca di gestire i margini”.
Nel ribadire di continuare a “incorporare un contributo dalla Russia in calo sostenuto”, gli esperti di Equita hanno scritto anche nel loro outlook di stimare ora un margine netto di interesse NII per l’anno 2026 in flessione su base annua dell’1% e “sostanzialmente stabile/in leggera crescita dal 2027”.
E ancora, “a seguito della revisione delle stime e del rolling del modello valutativo al 2027”, Equita ha reso noto di avere aumentato il target price sulle azioni UniCredit del 4% a €71,5 per azione, indicando un P/E adjusted per il 2026 e 2027 pari rispettivamente a 9,5 e 8,9 volte e un P/TE pari rispettivamente a 2,1 volte e 1,9 volte con ROTE superiore al 22%.
Riguardo ai dividendi Equita ha ricordato che, sul fronte della remunerazione degli azionisti, UniCredit ha già indicato il pagamento di un interim dividend sull’utile 2025 pari a €2,1 miliardi e l’avvio dell’ultima tranche da €1,8 miliardi di SBB riferito all’utile 2024, corrispondenti complessivamente al 4% circa della capitalizzazione di mercato.
Ricordiamo che Equita ha una visione positiva sulle azioni UniCredit, con target price per l’appunto portato a 71,50 euro.
Oltre ai numeri e alle proprie eventuali ambizioni di M&A, nella giornata di domani molto probabilmente, visto il tema più che attuale, il CEO di UniCredit Andrea Orcel sarà interpellato anche sulla decisione del governo Meloni di chiamare all’appello le banche italiane, imponendo una tassa sugli utili pari al 27,5%, e incrementando anche l’IRAP, oltre alla decisione di far slittare l’utilizzo delle DTA. Una prospettiva, quella della tassa, che ha già azzoppato più volte la performance delle azioni delle banche italiane a Piazza Affari.
Utile netto, ricavi, commissioni, CET1, le previsioni per gli anni 2025-2026-2027
Il consensus degli analisti e Barclays hanno elaborato anche le attese per le principali voci di bilancio di UniCredit relative al 2025, al 2026 e al 2027.
L’utile netto Stated di UniCredit è stimato sempre dal consensus degli analisti a 10,698 miliardi di euro nel 2025, quasi invariato a 10,561 miliardi in media nel 2026, poi in crescita a 11,125 miliardi nel 2027.
Le attese sull’utile netto adjusted di Barclays sono state alzate per il 2025 dell’1%, a 9,639 miliardi di euro, riviste al ribasso dell’1%, a 10,369 miliardi per il 2026, e aumentate dell’1% a 10,925 miliardi per il 2027.
L’outlook sull’EPS su base adjusted di UniCredit sempre di Barclays per il 2025 è stato lasciato invariato a 6,51 euro, mentre quello per il 2026 è stato abbassato del 5% a 7,12 euro e quello per il 2027 ridotto del 6%, a quota 7,73 euro.
Sul fronte dei ricavi del 2025, le stime del consensus sono in media di 24,739 miliardi, poi in crescita a una media di 25,539 miliardi nel 2026 e ancora in aumento a 26,413 miliardi nel 2027.
Il margine netto di interesse è atteso dal consensus a 13,689 miliardi nel 2025, in media quasi invariato a 13,650 miliardi nel 2026, e in ripresa a 14,013 miliardi nel 2027.
Guardando alle attese di Barclays, riguardo al margine netto di interesse del 2025 le nuove attese sono di 13,624 miliardi, lasciate invariate, mentre per il 2026 la divisione di ricerca del colosso britannico ha migliorato le previsioni dell’1% a 13,532 miliardi. Per il 2027, l’outlook sull’NII è stato rivisto al rialzo del 3%, a quota 13,867 miliardi.
Sempre lato ricavi, Barclays ha rivisto al ribasso Le previsioni sulle commissioni del 2025 di UniCredit dell’1%, a 8,377 miliardi, per il 2025, lasciando invariate a 8,680 miliardi quelle per il 2026, e rivedendo al rialzo del 2% l’outlook per le commissioni del 2027, a quota 9,191 miliardi.
Sul CET1 ratio, le attese del consensus degli analisti sono in media per una percentuale al 14% nel 2025 e successivamente per un lieve miglioramento in media al 14,1% sia per il 2026 che per il 2027.
I best e worst case scenario per le azioni di UniCredit firmate da Barclays
Quali sono invece le previsioni sul trend delle azioni UniCredit, quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari?
Occhio all’approfondimento targato sempre Barclays, che ha annunciato di recente di aver reiterato il rating “Overweight” sul titolo UCG, abbassando tuttavia il target price dell’1% per il 2025 dai precedenti 70 euro a 69,20 euro, rispetto ai 63,25 euro del valore delle azioni dello scorso 16 ottobre.
Nel best case scenario, Barclays ritiene che le azioni UniCredit possano balzare fino a quota 90 euro, spiegando che il suo outlook è basato su un rapporto P/E pari a 13 volte e sottolineando che il prezzo obiettivo potrebbe essere raggiunto nel caso in cui la distribuzione del capitale agli azionisti si confermasse più ricca delle attese (dunque se i dividendi fossero più corposi rispetto a quanto previsto), oppure se la banca dimostrasse di avere una capacità maggiore rispetto a quella attuale di generare la crescita dei ricavi.
Lo scenario peggiore si basa su un P/E pari a 7 volte. Questo outlook potrebbe concretizzarsi se il timore riguardo alle opzioni di M&A finisse per intaccare la solidità del bilancio dell’istituto.
Grande attenzione sarà data anche alla guidance che sarà annunciata dalla banca italiana gestita dal CEO Andrea Orcel.
Vale la pena di ricordare che, alla fine di luglio, nell’annunciare i conti relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2025, UniCredit ha rivisto al rialzo l’outlook sul 2025, stimando un utile netto di circa 10,5 miliardi a fine anno rispetto alla precedente guidance di un utile netto superiore ai 9,3 miliardi.
A essere stata rivista al rialzo è stata anche la guidance sulla remunerazione agli azionisti nel 2025, migliorata ad almeno 9,5 miliardi, di cui almeno 4,75 miliardi in dividendi in contanti.
Per gli anni 2025-2027, il target è di remunerazione ai soci di UniCredit è di almeno 30 miliardi, di cui almeno 15 miliardi di dividendi in contanti.
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