TFR, quando arriva nel 2023

Simone Micocci

9 Novembre 2023 - 20:44

Le tempistiche di pagamento del TFR differiscono da una serie di fattori, in particolare dal settore d’impiego. Ecco tutto quello che serve sapere a riguardo.

TFR, quando arriva nel 2023

Una delle preoccupazioni dei dipendenti alla cessazione del rapporto di lavoro riguarda la data di arrivo del TFR, conosciuta più comunemente come liquidazione.

Le tempistiche di pagamento per il TFR (che sta per Trattamento di Fine Rapporto) non sono infatti uguali per tutti: differiscono tra lavoratori del settore pubblico e privato, e anche tra quest’ultimi la risposta potrebbe variare a seconda del contratto collettivo di riferimento.

Sono i lavoratori dipendenti a dover attendere più tempo, in quanto per loro si applica un trattamento di maggior sfavore, che proprio di recente è stato oggetto di sentenza da parte della Corte Costituzionale che ne ha rilevato gli estremi di incostituzionalità, che può ritardare il pagamento del TFR (o TFS, Trattamento di fine servizio) persino di 24 mesi. Ed è proprio per questo motivo che di recente nei loro confronti sono state introdotte delle soluzioni per far sì che il TFR maturato possa essere pagato molto prima in quanto anticipato da un istituto bancario o dall’Inps, con un tasso d’interesse agevolato (specialmente nel caso dell’Istituto).

È più immediato, invece, l’arrivo del TFR per i dipendenti del settore privato, per i quali come detto sopra è il Ccnl a stabilire i termini entro cui il datore di lavoro deve pagare la liquidazione.

TFR che è bene sottolineare spetta indipendentemente dalla ragione che ha portato alla cessazione del contratto. Spetta quindi a seguito di dimissioni, come pure di licenziamento per giusta causa: semmai - ma solo per il pubblico impiego - a seconda della motivazione che ha portato all’interruzione del rapporto possono esserci delle diverse tempistiche di pagamento. E come vedremo di seguito il TFR spetta anche nel caso di fallimento dell’azienda.

A tal proposito, ecco una guida che risponde a tutti i dubbi sul pagamento del Tfr a seconda del settore lavorativo di appartenenza, svelando quali sono - nel 2023 ma anche negli anni a venire salvo successive modifiche - le tempistiche per l’arrivo di quella che viene anche definita come buonuscita.

Quando arriva il TFR per i dipendenti del settore privato

Nel caso dei dipendenti del settore privato il pagamento del TFR compete al datore di lavoro, eccetto in due casi:

  • nel caso delle aziende con almeno 50 dipendenti, le quali hanno il dovere di versare le quote TFR riferite ai lavoratori contrattualizzati nel Fondo Tesoreria dell’Inps, il quale si occuperà della gestione e del pagamento della liquidazione.

Dunque, salvo i due casi suddetti, all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro, oltre alla retribuzione di riferimento, le ferie maturate e non godute, i permessi non fruiti, eventuale indennità di preavviso non rispettato, e altre, è tenuto anche a liquidare il TFR.

Quindi, in via generale, il TFR, accantonato nel corso degli anni di servizio, deve essere pagato con l’ultima busta paga.

Esistono, però, delle eccezioni, che sono principalmente dettate dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (Ccnl) applicato dal datore di lavoro. I Ccnl, infatti, possono prevedere un diverso termine di liquidazione del TFR, che deve essere riportato nella lettera di assunzione.

Ad esempio il Ccnl Commercio e Artigianato, così come il Ccnl Studi Professionali, ribadisce quanto appena detto aggiungendo però che la liquidazione non può superare il 45° giorno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Nel Ccnl Terziario, invece, viene stabilito che il TFR deve essere pagato entro 30 giorni dalla data di fine rapporto; leggermente differente quanto previsto dal TFR Turismo, che invece obbliga il datore di lavoro a pagare la buonuscita contestualmente all’ultima busta paga, ossia a quella che fa riferimento al mese stesso in cui è avvenuta la cessazione dell’attività lavorativa.

Sia il Ccnl Metalmeccanici che quello del settore Telecomunicazioni, invece, fissano come termine ultimo per il pagamento del TFR il 30° giorno dalla data di pubblicazione dell’indice Istat utile per calcolare la rivalutazione della quota del trattamento che il lavoratore ha maturato fino a quel momento.

Il Ccnl Trasporti, invece, si limita a stabilire che il TFR deve essere pagato al “momento della cessazione dal servizio”, riprendendo quindi quanto previsto dal Codice Civile.

Prima di concludere, ricordiamo che capire entro quando deve essere pagato il TFR è molto importante: i Ccnl, infatti, stabiliscono che qualora i tempi per il pagamento si prolungassero il lavoratore avrebbe diritto al riconoscimento di un interesse mensile su tutti i saldi mensilmente dovuti. Pertanto, qualora il datore di lavoro ritardi senza motivo la liquidazione del TFR, il lavoratore ha diritto di richiedere su tale somma anche gli interessi e rivalutazione monetaria.

Quando arriva il TFR per i dipendenti pubblici

Nel caso del TFR spettante ai dipendenti pubblici, i tempi di liquidazione sono molto più lunghi di quanto previsto per i lavoratori del settore privato e - come anticipato - questi dipendono anche dalla causa che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro.

Ad esempio, in caso di cessazione motivata da inabilità o per decesso, il TFR viene pagato all’ex dipendente, o ai suoi familiari, entro 105 giorni. Decorso questo termine si applicano sulla liquidazione i cosiddetti interessi al tasso legale per ogni giorno di ritardo.

Spetta, invece, dopo 12 mesi, in caso di cessazione per:

  • raggiungimento del limite di età;
  • termine del contratto a tempo determinato;
  • risoluzione unilaterale del datore di lavoro a seguito del raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata.

Dal 12° mese dall’evento di cessazione l’Inps ha tempo altri 3 mesi per procedere alla liquidazione, pena l’applicazione degli interessi al tasso legale.

In tutti gli altri casi, come ad esempio per le dimissioni volontarie, il TFR viene liquidato dopo 24 mesi e l’Inps ha tempo comunque altri 3 mesi prima di far scattare gli interessi.

Le modalità di pagamento anche differiscono tra settore pubblico e privato. Se in quest’ultimo caso il dipendente ha diritto - salvo diversi accordi stipulati con l’azienda - al TFR pagato in un’unica soluzione, nel settore pubblico si tiene conto delle seguenti regole:

  • TFR pagato in un’unica soluzione solo quando l’importo è inferiore a 50.000 euro;
  • TFR pagato in due soluzione annuali (una il primo anno e l’altra quello successivo) quando l’importo è compreso tra 50.000 e 100.000 euro. La prima tranche è di 50.000 euro, con la seconda viene pagata la rimanenza;
  • per gli importi superiori a 100.000 euro il TFR viene pagato in tre soluzioni annuali, ossia 50.000 il primo anno, 50.000 il secondo e la rimanenza nel terzo anno.

A seconda dei casi, dunque, per un dipendente pubblico con TFR d’importo superiore ai 100.000 euro possono volerci dai 4 ai 5 anni per ricevere tutta la somma spettante a titolo di liquidazione.

Tuttavia, queste regole potrebbero essere presto oggetto di modifica. Con la sentenza n. 130 del 2023 la Corte Costituzionale si è pronunciata contro la norma che differisce il pagamento del TFR dei dipendenti pubblici; nei prossimi mesi ci aspettiamo quindi un intervento governativo volto a cambiare, e ridurre, le attuali tempistiche.

Nel frattempo per chi volesse ridurre l’attesa vi è la possibilità di chiedere il TFR anticipato dall’Inps (con un tasso agevolato dell’1% più uno 0,5% come spesa di apertura) oppure a una banca che ha aderito all’accordo quadro previsto dall’articolo 23, comma 2, del decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019.

Quando arriva il TFR se pagato dal Fondo di garanzia Inps

Altra possibilità è quella del lavoratore dell’azienda fallita, il quale riceve il TFR dall’apposito Fondo di garanzia dell’Inps. In questo caso vanno considerati i tempi necessari per fare domanda di accesso a tale Fondo, i quali possono variare a seconda delle circostanze.

Una volta presentata richiesta di accesso e dopo aver valutato che l’ormai ex lavoratore ha diritto alla liquidazione del TFR direttamente dal Fondo di garanzia, l’Inps ha tempo 60 giorni per il pagamento del trattamento di fine rapporto come pure, eventualmente, delle ultime tre mensilità del rapporto di lavoro non pagate dall’azienda fallita.

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