Panetta ha difeso l’operato della BCE, di Bankitalia & Co. ricordando gli shock di natura esogena del 2022. L’esempio più lampante.
I banchieri centrali e i rispettivi staff che formulano le previsioni economiche non sono mica “meteorologi”. Parola di Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, che ha affrontato oggi la questione relativa alla capacità delle banche centrali di anticipare gli eventi macroeconomici.
Compito non facile, soprattutto a fronte di shock continui, come quelli che hanno mandato il mondo intero in corto circuito diverse volte, negli ultimi anni.
Panetta (Bankitalia) alla Conferenza Prometeia 50 ricorda il grande errore del 2022
Con il suo intervento “ Politica monetaria e previsioni macroeconomiche: gli ultimi cinquant’anni ”, parlando da Milano in occasione della Conferenza Prometeia 50, Panetta ha difeso l’operato delle banche centrali - nel caso dell’area euro della BCE -, attaccate più volte in passato per avere elaborato stime sulla traiettoria del PIL e dell’inflazione che sono state poi smentite dalla realtà.
Come quando, caso illustre che passerà alla storia delle cantonate più grandi prese dai banchieri centrali, sia la BCE che la Federal Reserve di Jerome Powell sottovalutarono alla fine del 2021 la minaccia dell’inflazione, poi esplosa a seguito della guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022.
Critiche tuttavia eccessive, visto che, ha ammonito il governatore della Banca d’Italia, “ chi si occupa di previsioni economiche – a differenza dei meteorologi – non ha certezza nemmeno sui dati del presente ”.
Errori previsivi, oltre a shock ci sono limitazioni legate alla natura dei dati
Se poi il presente è contrassegnato dal succedersi continuo di shock, il compito risulta a dir poco arduo.
Un esempio?
“L’impennata dei prezzi dell’energia tra il 2021 e il 2022 è stata determinata in ampia misura dalla manipolazione dell’offerta di petrolio da parte della Russia e dall’invasione dell’Ucraina. Com’è evidente, la possibilità di anticipare eventi di questo tipo ha ben poco a che fare con le caratteristiche dei modelli previsivi”.
Nessun lasciapassare tuttavia da parte di Panetta agli errori previsivi, con quelli commessi in particolare negli anni più recenti, sia durante il periodo della pandemia Covid-19 che negli anni della corsa dell’inflazione del 2022-2023, che sono stati definiti “significativi” dal numero uno di Via Nazionale, in un contesto in cui “alle difficoltà generate da shock di natura straordinaria si aggiungono le ben note limitazioni legate alla natura dei dati utilizzati nelle previsioni economiche, che sono spesso stimati e soggetti a successive revisioni ”.
L’importanza di elaborare previsioni il più possibile attendibili è stata rimarcata più volte dal governatore di Bankitalia, visto che “ errori rilevanti possono compromettere la tempestività e l’efficacia dell’azione della banca centrale, con effetti concreti sulla stabilità dei prezzi, sulla crescita e sull’occupazione”.
Dunque, nessun processo alle banche centrali che, in alcuni casi, sono state prese in contropiede da shock esogeni improvvisi. Ma questo non significa che le istituzioni centrali debbano cullarsi sugli allori, in quanto giustificate dalla natura imprevedibile di alcuni eventi.
Cantonate su trend inflazione, ma soprattutto su componenti più volatili
Non manca inoltre “un elemento rassicurante”, che “ è emerso da analisi condotte ex post ”, ovvero: sono stati più di 2/3 gli errori commessi dalla Banca d’Italia sull’inflazione del 2022 (e dalla stessa BCE di Lagarde) che sono stati dovuti alla componente energetica. La percentuale , tra l’altro, “sale all’80 per cento se si includono anche i prodotti alimentari”.
In poche parole, le previsioni di Bankitalia si sono rivelate errate laddove hanno cercato di anticipare il trend di componenti dell’inflazione note per essere volatili, come i prezzi dei beni energetici e dei beni alimentari.
Detto questo, fermo restando che “l’errore nelle previsioni è, in larga misura, inevitabile”, ha avvertito Panetta, “la capacità di apprendere da esso è ciò che fa la differenza”.
Un altro segnale incoraggiante, ha continuato il governatore, è stato costituito dal fatto che studi della Banca d’Italia mostrano che, “rispetto alla crisi finanziaria del 2008, nella crisi dei debiti sovrani e ancor di più durante la pandemia l’adattamento delle previsioni è stato molto rapido ”.
Tradotto: “gli errori iniziali sono stati comunque elevati, ma la capacità di correggerli è sensibilmente migliorata ”.
Cambiato l’atteggiamento delle banche centrali verso le previsioni
Il governatore di Bankitalia non poteva non fare riferimento a come le stesse banche centrali abbiano inaugurato da un po’ una grande svolta di politica monetaria, decidendo di adottare un approccio più flessibile, e diventando così dipendenti dai dati macro che di volta in volta vengono pubblicati: “Le banche centrali hanno iniziato a utilizzare le previsioni con maggiore cautela, integrandole con analisi e indicatori alternativi – in particolare quelli relativi all’inflazione di fondo – e prestando una crescente attenzione ai dati effettivi”.
Riferimento nel caso dell’Eurozona, all’“approccio – definito data-dependent –” della BCE, che “ha portato a preferire decisioni adottate di volta in volta (meeting-by-meeting)”.
Tra l’altro, nuove sfide si stagliano all’orizzonte della BCE di Lagarde, ha messo in guardia Panetta, dal momento che, “attualmente, la politica monetaria nell’area dell’euro si trova nuovamente ad affrontare un contesto di elevata incertezza”.
Inoltre, se è vero che le “proiezioni dell’Eurosistema per i prossimi mesi indicano un’inflazione che si manterrà ben al di sotto dell’obiettivo del 2 per cento per un periodo prolungato, accompagnata da una dinamica produttiva debole” è altrettanto vero che “il quadro macroeconomico rimane tuttavia esposto a rischi significativi e difficili da valutare”, a fronte da un lato, “di segnali contraddittori provenienti dalla politica commerciale degli Stati Uniti e, dall’altro”, dell’“ escalation del conflitto tra Israele e Iran ”.
Da BCE approccio improntato alla flessibilità, mentre l’incertezza va avanti
E’ alla luce di queste incognite che deve essere letto l’approccio della BCE, il cui Consiglio direttivo, “nella sua più recente riunione, ha confermato un approccio improntato alla flessibilità, mantenendo aperte le opzioni a sua disposizione”.
E non è finita qui, per Panetta, che ritiene che la Banca centrale europea continuerà a navigare a vista ancora per un po’ di tempo, calibrando “le sue scelte riunione per riunione, senza vincolarsi anticipatamente a un percorso prestabilito per le decisioni di politica monetaria”.
La lezione di fine 2021-inizi 2022 (Lagarde ha aspettato fino al luglio del 2022 per iniziare ad alzare i tassi), a quanto pare, ha lasciato il segno.
Come rendere più attendibili le previsioni. Un aiuto dall’Intelligenza artificiale?
Nel presentare alcuni strumenti a cui le banche centrali stanno facendo ricorso per migliorare l’affidabilità delle previsioni macroeconomiche, e che sono stati identificati nella “valutazione sistematica delle fonti di errore”, nella “integrazione tra modelli macro e microeconomici, fino all’uso di scenari alternativi in condizioni di incertezza”, il numero uno di Bankitalia ha così concluso:
“Le sfide future richiederanno strumenti ancora più evoluti. Sarà cruciale comprendere l’impatto di tendenze di lungo periodo – come la transizione ecologica – e sfruttare le potenzialità offerte dai recenti progressi nell’elaborazione dei dati. L’intelligenza artificiale apre prospettive interessanti per la modellizzazione di dinamiche complesse e non lineari, come già accaduto nel campo meteorologico. Tuttavia, in ambito monetario, la capacità di offrire una narrazione economica rimane irrinunciabile: per questo, anche i modelli più avanzati dovranno affiancarsi a strumenti interpretabili e teoricamente fondati. Prevedere l’economia, in definitiva, non sarà mai un esercizio esatto. Gli agenti economici, a differenza delle particelle fisiche, reagiscono alle politiche, formulano aspettative, interagiscono strategicamente. Per questo, l’errore continuerà a far parte del processo. E proprio per questo motivo, il lavoro sui modelli non potrà mai dirsi concluso. Come ricorda una celebre battuta: «è difficile fare previsioni, soprattutto quando riguardano il futuro»”.
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