Ecco le tasse che non pagheremo più con la riforma fiscale

Antonella Ciaccia

07/07/2022

07/07/2022 - 15:21

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Riforma fiscale verso la cancellazione delle micro tasse: dal superbollo dell’auto, alla tassa di laurea si procede alla cancellazione dei tributi minori. Quali tasse non pagheremo più?

Ecco le tasse che non pagheremo più con la riforma fiscale

La riforma fiscale, dopo il via libera alla Camera, è in dirittura d’arrivo. Con la legge delega sulla «Riforma del Fisco» al Governo, che il Cdm dovrebbe approvare entro la pausa di agosto, il nostro Parlamento si propone di realizzare un vero e proprio restyling del complesso sistema Fiscale.

Nella redazione del ddl delega si è provveduto all’inserimento di un paragrafo ad hoc dedicato alla semplificazione per la «Cancellazione di Tributi minori».

Nella bozza redatta dalla VI Commissione Finanze della Camera e dalla VI Commissione Finanze del Senato, uno degli obiettivi da perseguire è quello della semplificazione e uno dei metodi contemplati per perseguire questa finalità è la cancellazione delle cosiddette micro tasse.

Ora il testo passerà all’esame del Senato. L’obiettivo del governo è che il via libera di Palazzo Madama arrivi prima della pausa d’agosto. Poiché si tratta di un disegno di legge delega, una volta approvato l’esecutivo avrà 18 mesi di tempo per i decreti attuativi.

In attesa della riforma, la maggioranza, con Italia Viva e Lega in pressing sugli altri partiti, ha individuato nel ddl di conversione del «dl Semplificazioni», nei prossimi giorni all’esame della Camera, il canale giusto per un primo taglio di alcune imposte.

Vediamo di seguito quali sono gli interventi proposti per semplificare e razionalizzare le risorse e concentrare l’impegno economico e lavorativo su tasse più remunerative.

Quali sono le micro tasse che la riforma fiscale vuole eliminare?

La riflessione delle Commissioni sulla necessità di eliminare le cosiddette «micro tasse» riguarda le imposte, i diritti e le tasse erariali e territoriali di cui non si tiene più il conto e che si sono succedute negli anni creando un quadro assai complesso, confuso e disorganico.

A mero titolo esemplificativo, nella relazione delle Commissioni si indicano tra i micro prelievi pronti per andare in soffitta: il superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise.

Un pacchetto di tributi che vale 100 milioni di gettito, ma che, tra costi di gestione, contrasto all’evasione e spese amministrative, impegnano un miliardo di risorse pubbliche. Soldi che, una volta rilasciati, potrebbero essere invece dirottati dall’amministrazione su altre più produttive attività fiscali.

Secondo i dati raccolti durante le audizioni tenute dalle Commissioni Parlamentari, si tratta di prelievi che complicano il sistema fiscale e allo stesso tempo, più che produrre vero gettito per le casse dello Stato, finiscono per tradursi in costi gestionali più elevati in termini di accertamento e riscossione.

Riforma fiscale: cosa sarà tagliato

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, la bozza della riforma fiscale contiene un breve elenco delle tasse minori più significative da eliminare. Tra i balzelli da sopprimere, introdotte nel capitolo «semplificazioni», si individuano non solo la tassa sul biliardino e sui flipper, ma anche:

  • il superbollo auto di grande cilindrata;
  • la tassa di laurea;
  • le tasse di pubblico insegnamento;
  • l’imposta sugli intrattenimenti;
  • la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti;
  • la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale;
  • l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche;
  • i diritti di licenza sulle accise;
  • l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati;
  • la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto;
  • l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Nella strategia di lungo periodo del governo ci sono decine di altre imposte da abolire. La lista di proscrizione che la maggiorazione ha compilato è piuttosto lunga.

Come visto, nell’elenco sopra riportato, si va dall’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche che hanno un incasso nazionale di appena 271mila euro, con forti oneri amministrativi sulle spalle, ai diritti di licenza sulle accise, dall’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e aeromobili privati alla tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto.

Tra le ultime indicate nell’elenco delle Commissioni, oltre ai 16 euro versati dai neo laureati per il ritiro della pergamena, c’è il prelievo regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Ddl Semplificazioni: il primo taglio ad alcune imposte

Come premesso, nel ddl sulla semplificazione fiscale, in approvazione nei prossimi giorni alla Camera compare un primo colpo di forbici sulle cosiddette «micro tasse».

Nel mirino sono finite alcune tipologie di imposte minori, quali:

  • imposta sugli intrattenimenti;
  • tasse di pubblico insegnamento;
  • tasse di istruzione superiore;
  • diritti di licenza dovuti per leggi su fabbricazione e consumo.

La tassa sugli intrattenimenti, in particolare, sembra avere i giorni contati. Questo tributo esiste ormai da 50 anni, la versano sale da ballo e sale giochi: frutta circa 70 milioni di gettito e spesso costituisce un bel salasso per i gestori. Una imposta forfettaria che, ad esempio, per chi gestisce una sala da biliardo con pochi tavoli, si traduce in un esborso da 1.000 euro l’anno.

Sorte segnata anche per le tasse di pubblico insegnamento e di istruzione superiore. Esse hanno un gettito di 1,8 milioni di euro, gestite dalle Regioni, che costano ai laureati circa 100 euro.

Emendamenti al «ddl Semplificazioni» per un fisco leggero e semplice

In una breve nota dell’ufficio stampa di Italia Viva, in merito agli emendamenti presentati dal ddl Semplificazioni nelle Commissioni Bilancio e Finanza della Camera, il partito elenca gli interventi richiesti al fine di poter dare una sterzata decisiva una semplificazione fiscale.

Oltre all’abrogazione di micro tributi, come l’imposta su intrattenimenti, tasse di pubblico insegnamento, tasse di istruzione superiore, diritti di licenza dovuti per leggi su fabbricazione e consumo, vendita denaturanti, prodotti soggetti ad accisa e contrassegni di Stato, sono stati proposti:

  • semplificazione del modo in cui si pagano le tasse, consentendo di usare il modello F24 per il pagamento di ogni imposta;
  • abrogazione quadro VT della dichiarazione Iva;
  • obbligo dell’Agenzia delle Entrate di comunicare al contribuente anche la fine dell’attività istruttoria tramite sms;
  • abrogazione della norma che consentirebbe di chiedere la liquidazione del patrimonio di un’impresa, anche persona fisica, per debiti superiori ai 20mila euro;
  • conservazione dei registri contabili in formato elettronico su qualsiasi supporto.

A questo punto, visti gli intenti su più fronti, non resta che attendere l’evoluzione dei provvedimenti normativi e l’attuazione della riforma per verificare se le promesse saranno mantenute.

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