Svelata una previsione agghiacciante. Putin si dimette, poi la Russia lancia un attacco a sorpresa

Alessandro Nuzzo

2 Agosto 2025 - 14:18

È la previsione contenuta in un libro. Ecco cosa potrebbe accadere nel 2028 con Putin dimesso e la Russia pronta ad attaccare un paese Nato.

Svelata una previsione agghiacciante. Putin si dimette, poi la Russia lancia un attacco a sorpresa

La guerra tra Russia e Ucraina prosegue. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta cercando in tutti i modi di convincere il collega Vladimir Putin a un cessate il fuoco, ma ad oggi è un nulla di fatto. Dopo però le parole dell’ex presidente russo Medvedev, che ha evocato l’uso dei missili atomici contro la «russofobia» in Occidente, la risposta di Trump non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti hanno avvicinato due sottomarini al territorio russo. «Medvedev ha detto cose molto brutte, parlando di nucleare. E quando si nomina la parola ‘nucleare’, sapete, i miei occhi si illuminano e dico: meglio stare attenti, perché è la minaccia suprema», ha detto Trump.

Ad oggi, insomma, non ci sono scenari di pace nel breve termine. Carlo Masala, politologo tedesco, nel suo ultimo libro ha proposto uno scenario diverso da quello di pace in questo conflitto. Ha provato a immaginare cosa potrebbe accadere tra qualche anno se le cose andassero diversamente. Ecco lo scenario ipotizzato.

La Russia attaccherà la Nato: lo scenario ipotizzato

Masala, nel suo ultimo libro «Se la Russia attacca l’Occidente. Uno scenario possibile», edito in Italia da Rizzoli, ha ipotizzato ciò che potrebbe accadere nel 2028. La guerra tra Russia e Ucraina è finita da tre anni, con un trattato di pace che ha sancito la vittoria dell’invasore, l’Ucraina caduta nel caos e l’Europa che prosegue nel suo progetto di riarmo per difendersi da future minacce. Nel frattempo, Vladimir Putin si è clamorosamente dimesso, lasciando la guida del Paese all’economista 47enne Oleg Obmanchikov (nome di fantasia).

Masala ci porta all’alba del 27 marzo, quando l’esercito russo attacca la piccola città estone di Narva e l’isola di Hiiumaa nel Mar Baltico. Soldati russi mascherati neutralizzano rapidamente le guardie di frontiera estoni, con il sostegno attivo di una parte della popolazione locale, precedentemente armata nel corso di settimane o mesi. Nel giro di poche ore, l’operazione si conclude con l’innalzamento della bandiera russa sulla torre dello storico municipio. Le immagini dell’azione iniziano subito a circolare sui social media russi.

A questo punto, con l’invasione dell’Estonia da parte della Russia, inizia il difficile compito della NATO: decidere se adottare l’articolo 5 o lasciar perdere.

L’articolo 5 del trattato NATO stabilisce che un attacco armato contro uno dei paesi membri è considerato un attacco contro tutti, e gli altri membri sono tenuti a fornire assistenza, inclusa l’azione militare, per ristabilire e mantenere la sicurezza nell’area euro-atlantica. Essendo l’Estonia una nazione appartenente alla NATO, un attacco nei suoi confronti dovrebbe scatenare la risposta armata di tutti i paesi del patto.

Quindi, secondo lo scenario, dopo l’attacco russo i vertici NATO si riuniscono per prendere una decisione. Ma a questo punto gli Stati Uniti si tirano indietro, stufi di dover sempre intervenire per salvare l’Europa. Al pensiero americano si uniscono altri Stati membri che non vogliono correre il rischio di una Terza Guerra Mondiale e non vedono il motivo di mandare i propri cittadini a combattere per un piccolo pezzo di terra lontano da casa. A quel punto, che farà la NATO?

Tornando alla realtà, fonti di alto rango della NATO hanno ribadito che, in caso di attacco russo all’Europa, la risposta arriverebbe nel giro di poche ore. Si tratta pur sempre di uno scenario immaginario. Non è chiaro infatti perché la Russia dovrebbe attaccare un paese NATO dopo aver ottenuto la pace. Bruno Kahl, capo del servizio segreto estero tedesco (BND), ha avvertito che, secondo l’intelligence, la Russia avrebbe il desiderio di testare l’articolo 5, anche se lui non lo ritiene probabile. Potrebbe farlo per testare la reale capacità dell’Europa di rispettare quanto stabilito nel trattato? Difficile ad oggi ma certamente non impossibile.

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