Sondaggi politici: vola la lista di Grasso, con Renzi debole larghe intese impossibili?

Alessandro Cipolla

8 Dicembre 2017 - 09:45

Sondaggi politici elettorali: per Tecnè ottimo esordio di Liberi e Uguali mentre scendono PD, M5S e Lega. Ride solo Berlusconi ma le larghe intese ora diventano difficili.

Sondaggi politici: vola la lista di Grasso, con Renzi debole larghe intese impossibili?

Sondaggi politici elettorali: continua la sua corsa Forza Italia che cresce a discapito della Lega Nord, mentre nel centrosinistra l’esordio di Liberi e Uguali è da favola tanto da togliere quasi due punti percentuali al Partito Democratico.

Se quanto è emerso dal sondaggio realizzato da Tecnè dovesse essere veritiero, alle elezioni politiche 2018 un Matteo Renzi indebolito dalla crescita delle sinistra non potrebbe ambire alle larghe intese con Silvio Berlusconi.

Sondaggi politici elettorali: bene la sinistra

Ci consegna diversi spunti di riflessione il sondaggio politico elettorale realizzato, tra il 3 e il 4 dicembre, dall’istituto Tecnè per conto del TgCom24. Vediamo allora le percentuali assegnate a ciascun partito mettendo tra parentesi le variazioni rispetto a un mese fa.

  • Movimento 5 Stelle - 26,1% (-0,9%)
  • Partito Democratico - 23,3% (-1,7%)
  • Forza Italia - 17% (+0,6%)
  • Lega Nord - 14,2% (-1%)
  • Liberi e Uguali - 7,8% (+1,7%)
  • Fratelli d’Italia - 5,4% (+0,4%)
  • Alternativa Popolare - 1,6% (-0,2%)
  • Altri - 4,6% (+1,1%)

Vedendo le oscillazioni dei vari partiti riportate dal sondaggio, è facilmente intuibile in che modo si possono essere spostati i vari voti. Oltre al vistoso calo del Movimento 5 Stelle, comunque sempre primo partito, per il resto si tratta di riposizionamenti all’interno di simili aree politiche.

L’1,7% perso dal Partito Democratico infatti verrebbe interamente assorbito dalla nuova lista di sinistra guidata da Pietro Grasso. L’addio di Giuliano Pisapia poi con ogni probabilità andrà a indebolire ulteriormente Matteo Renzi.

Nel centrodestra invece l’1% lasciato sul campo dalla Lega Nord se lo sarebbero spartito i suoi due alleati: +0,6% Forza Italia e +0,4% Fratelli d’Italia. Considerati anche gli alleati centristi, la coalizione comunque viene assestata oltre il 37% e non molto lontana quindi da quel 40% che dovrebbe garantire la governabilità.

Se però Berlusconi e Salvini non dovessero riuscire a sfondare, al momento non sarebbero possibili neanche formare governi di larghe intese: più le distanze tra le percentuali dei singoli partiti si assottigliano, maggiore sarà l’equilibrio e la difficoltà poi di trovare i numeri per una maggioranza di governo.

Larghe intesi difficili

Alle prossime elezioni politiche si andrà a giocare una classica partita nella partita. La nuova legge elettorale infatti sembrerebbe essere stata scritta appositamente per favorire l’ambiguità dei partiti nei confronti dell’elettorato.

Se da un lato si dà la possibilità di creare delle coalizioni, dall’altra non si obbliga queste a presentare non solo un programma comune, ma neanche a indicare quello che sarebbe il premier in caso di vittoria.

Nel caso poi dei collegi della parte maggioritaria, si possono formare alleanze diverse in ogni seggio: Rivoluzione Cristiana di Rotondi giusto per fare un esempio, potrebbe sostenere il candidato del centrodestra a Frosinone e magari quello di una lista centrista a Trapani.

Le coalizioni che si presenteranno alle urne quindi saranno più che mai effimere. Se nessuno dovesse riuscire a raggiungere il 40% dalla parte proporzionale e il 70% in quella maggioritaria, allora ci sarà un pareggio elettorale.

Guardando il sondaggio di Tecnè, al momento il centrodestra è forte ma ancora lontano da tale soglia. A urne chiuse quindi in caso che non ci sia nessun vincitore, suonerà il più classico dei “liberi tutti” con ogni partito che metterà a disposizione la sua dotazione parlamentare per formare un governo di larghe intese.

Un elettore della Lega Nord quindi, al pari di uno dei Verdi, con il suo voto potrebbe contribuire alla nascita di una maggioranza formata magari da Forza Italia, Partito Democratico e centristi.

Se però tutti i singoli partiti si livellano verso una soglia percentuale simile, ogni discorso di governo trasversale sarebbe vano. L’equilibrio che si verrebbe a creare farebbe venire meno ogni possibilità di trovare numeri governativi.

Se Berlusconi cresce ma Renzi perde voti in favore della sinistra, non sarebbe possibile formare un governo. Stesso discorso vale anche per l’ipotesi del Movimento 5 Stelle assieme a Lega e Fratelli d’Italia.

Alle elezioni comunque mancano ancora diversi mesi, ma il timore che ci si possa ritrovare in una situazione di stallo come sta accadendo in Germania è molto alto. A differenza di Berlino però, noi la legge elettorale l’abbiamo appena modificata e questo rende il tutto ancora più paradossale.

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