Allo scoccare della mezzanotte di oggi, mercoledì 1° ottobre 2025, negli USA è scattato lo shutdown. Cosa è successo e cosa significa.
Gli Stati Uniti di Trump sono entrati ufficialmente in una situazione di shutdown oggi, mercoledì 1° ottobre 2025, allo scoccare della mezzanotte ora di Washington, 6 di mattina ora italiana.
Lo shutdown, il primo in sette anni, è stato scatenato dall’incapacità dei Repubblicani (incluso il presidente americano Donald Trump) e dei Democratici di raggiungere un accordo sui finanziamenti delle attività governative.
Shutdown negli USA di Trump, cosa significa e cosa succede ora
Risultato: a partire dalla giornata di oggi, mercoledì 1° ottobre 2025, tutte le funzioni non essenziali del governo federale USA saranno congelate visto che, per andare avanti, l’operatività delle agenzie necessita dei finanziamenti, che non sono stati approvati dal Congresso degli Stati Uniti, proprio a causa delle divergenze tra i Repubblicani e i Democratici.
Il blocco di quelle agenzie implica che i dipendenti, costretti al congedo, non potranno andare al lavoro e non saranno dunque pagati.
I servizi essenziali, come quello postale e i pagamenti della previdenza sociale, continueranno a essere invece garantiti, ma potrebbero essere interessati da carenze di personale, mentre tra i settori a chiudere del tutto ci sarebbero i parchi nazionali e i musei.
Alla base dello shutdown, l’impossibilità per l’appunto dei due partiti di raggiungere una intesa. Pomo della discordia, nello specifico, la questione dei finanziamenti alla sanità.
In particolare i Democratici avevano chiesto una estensione dei sussidi che limitano il costo dell’assicurazione sanitaria nell’ambito dell’Affordable Care Act e che sono in scadenza; l’annullamento dei tagli al sistema Medicaid introdotti con il One Big Beautiful Bill Act di Trump e il ripristino dei finanziamenti ai media pubblici che erano stati tagliati con il pacchetto di rescissioni.
Il blocco è scattato con la bocciatura da parte dei Repubblicani di una proposta presentata dai democratici, volta ad assicurare il proseguio dei finanziamenti a favore delle attività federali, prima che un’altra proposta avanzata dai Repubblicani ottenesse 55 voti favorevoli, cinque in meno rispetto alla soglia necessaria per evitare lo shutdown.
Stavolta conseguenze più gravi per i lavoratori? Lo spettro dei licenziamenti e cosa ha detto Trump
Questa volta, ha avvertito un articolo del Guardian, le conseguenze dello shutdown USA potrebbero essere più gravi di quanto avvenuto in passato, in particolare a causa degli effetti sui lavoratori dipendenti delle agenzie federali.
E’ stato lo stesso Ufficio per la gestione e il bilancio (OMB) della Casa Bianca ad avvertire le agenzie di prepararsi non solo a congedi temporanei, ma a licenziamenti permanenti in caso di shutdown.
Il memorandum ha addirittura imposto alle agenzie di preparare avvisi di riduzione dei dipendenti impiegati in programmi federali che, a causa dello shutdown, non potranno essere più finanziati e che “non sono coerenti con le priorità del Presidente”.
A tal proposito va ricordato che l’Ufficio OMB è proprio quello che ha guidato gli sforzi dell’amministrazione Trump volti a ridurre il numero dei dipendenti federali, nell’ambito del piano di efficienza governativa promosso dal “Dipartimento di efficienza governativa-DOGE” che ha visto come regista, prima delle sue dimissioni, il numero uno di Tesla e a questo punto ex braccio destro di Donald Trump, il tycoon Elon Musk.
Non per niente, in un evento che si è svolto nella giornata di ieri, Trump ha detto addirittura che “molte cose buone possono arrivare con gli shutdown”, aggiungendo che la sua intenzione è quella di usare il periodo in cui tutte le attività saranno congelate per “ sbarazzarsi di tante cose che non volevamo, cose dei Democratici ”.
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