La giornata Forex del 22 gennaio: commodity currencies piegate dal crollo del petrolio

Ufficio Studi Money.it

22/01/2019

Oggi le valute più penalizzate sono state quelle legate al petrolio, oltre al Dollaro australiano, su cui pesa l’acuirsi delle tensioni tra Cina e Usa sul caso Huawei. Sugli scudi la Sterlina inglese

La giornata Forex del 22 gennaio: commodity currencies piegate dal crollo del petrolio

La seduta Forex di oggi ha visto la Sterlina inglese dominare la classifica delle migliori valute del G10 contro il Dollaro Usa con un +0,54%. A contribuire agli acquisti è l’avanzare dell’ipotesi di un secondo referendum per la Brexit, oltre all’emendamento presentato dal leader laburista Jeremy Corbyn per costringere il Governo May a dare al Parlamento britannico il tempo di votare un’uscita “no-deal”.

Performance valute dei Paesi del G10. Fonte: Bloomberg

Bene anche lo Yen, moneta rifugio per eccellenza, che guadagna lo 0,25% nei confronti del Dollaro Usa. Complice delle vendite su Usd/Jpy sono i ribassi dei principali indici mondiali, che prendono respiro dopo la corsa delle prime ottave del 2019.

Particolarmente penalizzate le commodity currencies, in particolar modo quelle legate al petrolio, con il WTI che al momento lascia sul terreno l’1,68% del suo valore. Le pressioni sull’oro nero fanno avanzare il Dollaro statunitense nei confronti del Dollaro canadese e della Corona norvegese: i cambi Usd/Cad e Usd/Nok guadagnano rispettivamente lo 0,36% e lo 0,31%.

Vendite anche sul dollaro australiano, su cui pesa l’acuirsi delle tensioni tra Usa e Cina sul caso Huawei. La valuta è legata all’andamento del mercato azionario, in particolar modo a quello cinese, in quanto la superpotenza asiatica è il maggior partner commerciale dell’Australia. A dispetto di ciò, l’Aud/Usd è il secondo cambio migliore dall’inizio del 2019.

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