Salvini ora teme la Meloni: tutte le paure del Capitano

Violetta Silvestri

14/02/2020

14/02/2020 - 10:53

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Salvini ora teme la Meloni: quali sono davvero le paure del Capitano? La lotta di egemonia nel centrodestra c’è. Ecco alcuni motivi della crescente rivalità tra i due leader.

Salvini ora teme la Meloni: tutte le paure del Capitano

Tensione sempre più alta all’interno del centrodestra. E, soprattutto, tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La rivalità si sta facendo aspra su diversi fronti, dai nuovi equilibri di potere all’interno della coalizione fino alla lotta per conquistare più consenso come leader assoluti della destra governativa in Europa e negli USA.

Se è vero che le elezioni regionali del 26 gennaio hanno rappresentato un momento topico della politica italiana, questo è ancora più evidente per Lega e per Fratelli d’Italia.

La batosta in Emilia Romagna sta pesando più di quanto ci si aspettasse sulla popolarità di Matteo Salvini, il quale, nonostante stia cercando in tutti modi di compensare i gesti estremi (quali la famosa e criticata citofonata a Bologna) con un approccio politico più istituzionale (lanciando la figura di Giorgetti), ora teme l’avanzata della leadership tutta al femminile di Giorgia Meloni.

Le paure del Capitano verso l’ascesa della deputata romana hanno alcuni fondamenti: dai dati dei sondaggi alle dinamiche per le prossime regionali fino alle mosse internazionali e ai posizionamenti in Europa.

Perché, quindi, Salvini ora teme la Meloni? Ci sarebbero almeno 4 motivi.

1. Consenso: Giorgia Meloni in ascesa. E il Capitano?

Il primo timore di Matteo Salvini ruota intorno all’ossessione di tutti i politici: il consenso popolare. Nonostante il leader della Lega continui a ripetere che il suo partito resta il primo a livello nazionale per preferenze, gli ultimi sondaggi hanno lanciato un allarme.

Il Carroccio, infatti, è parso in declino dell’1%. Un dato da non trascurare, specialmente se confrontato con quello di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni continua la sua avanzata, trainato dall’entusiasmo nei confronti della leader romana messo in evidenza nel voto in Emilia Romagna.

La paura è che il trend possa radicarsi e frenare la Lega a livello locale e nazionale a tutto vantaggio di Fratelli d’Italia. Se è vero, infatti, che Salvini resta un leader apprezzato nello schieramento di centrodestra, su di lui potrebbero iniziare a pesare le scelte fatte con il Governo giallo-verde, la complicità con i pentastellati su alcune leggi, i dubbi sulla vicenda Gregoretti e le iniziative azzardate come il gesto della citofonata.

Dal suo canto, la Meloni può rivendicare coerenza politica per non aver mai partecipato al Governo con i pentastellati e per aver rivendicato sempre le battaglie considerate di destra. L’elettorato più radicale si riconosce nella sua leadership, più che in quella di Salvini.

2. Chi rappresenta la destra governativa, Salvini o Meloni?

L’ultimo botta e risposta tra i due leader ha avuto come tema una questione chiave: chi rappresenta davvero la destra governativa, quelle che può guidare il Paese senza intimorire per posizioni estreme?

Matteo Salvini non ha dubbi al riguardo e alla domanda su Giorgia Meloni ha risposto secco: “Meloni? Non ambisco in Italia a rappresentare la destra radicale, chi ha il 32% deve parlare a tutti.”

Pronta la replica da Fratelli d’Italia:

“Una forzatura sostenere che Fratelli d’Italia rappresenti solo la destra radicale. In Europa FdI ha la co-presidenza dei conservatori e ha rapporti con i repubblicani americani. Due realtà politiche molto diverse da quell’estrema destra che per molti ambienti europei è invece rappresentata dal partito della Le Pen e da AFD in Germania, che fanno parte dello stesso gruppo della Lega.”

C’è molta strategia tra i due leader e il timore del Capitano è che davvero la destra di Giorgia Meloni possa trasformarsi in un interlocutore politico conservatore credibile e apprezzato, pur se ben radicato su alcuni temi. D’altronde le ultime mosse della deputata romana sono state chiare: viaggi negli USA, parole concilianti su euro e UE, presenza a vertici istituzionali dei conservatori internazionali.

E se Salvini tempo fa ha cercato di rassicurare sulla responsabilità istituzionale del suo partito chiamando in causa Draghi come Presidente della Repubblica, questa scelta potrebbe essere un boomerang.

La Meloni non pare apprezzare, coerente con la battaglia contro i burocrati dell’Europa. E questo potrebbe aiutarla a mantenere l’immagine di governabilità e testimonianza pure dei suoi valori. Lei è pronta a governare.

3. Credibilità internazionale: Meloni in vantaggio su Salvini?

C’è molto fermento tra Salvini e Meloni per conquistare credito a livello internazionale, in Europa e negli USA in primis. La leader di Fratelli d’Italia ha giocato d’anticipo e già ha partecipato ad alcuni eventi politici statunitensi, guadagnandosi una vetrina di non poco conto.

Non è riuscita a parlare con Donald Trump, ma ha ottenuto la visibilità che cercava come leader di peso nella destra nazionale e non solo. Ora anche Salvini ha annunciato un probabile viaggio in USA. Il tycoon statunitense sembra essere il modello conteso dal quale trarre ispirazione.

L’astuzia di Giorgia Meloni, però, anche in questo campo, sembra avere la meglio. La leader di Fratelli d’Italia ha espresso ammirazione per l’“America First” di Trump, ma ha avuto parole più caute sulla questione di Gerusalemme capitale di Israele e sulla vicinanza all’Arabia Saudita.

Prove di governabilità senza cadere negli estremismi, che invece Salvini ha ribadito, sposando in pieno tutta la visione estera dei repubblicani americani.

E poi c’è l’Europa. Ormai i toni battaglieri contro euro e istituzioni si sono smorzati da entrambe le parti. Tutti e due i partiti vogliono restare nell’UE, promettendo però modifiche importanti al sistema. A livello di schieramenti nel Parlamento europeo, però, di nuovo la Meloni appare in vantaggio.

Fratelli d’Italia è parte dei conservatori e riformisti, mentre la Lega è schierata con il partito Identità e Democrazia, dove pesano le presenze di Front National di Marine Le Pen e il partito tedesco di ispirazione neo-nazista AfD.

4. Elezioni regionali: Fratelli d’Italia e Lega in lotta

Il rebus delle candidature per le elezioni regionali non è stato affatto risolto e anche qui la contesa è tutta tra la leadership della Lega e quella di Fratelli d’Italia.

La Meloni insiste su Fitto per la Puglia, candidato non amato da Salvini. A questo punto, però, la deputata romana denuncia l’infedeltà del Capitano sui patti per la spartizione delle candidature.

Il timore di Salvini è di perdere ancora terreno con le prossime elezioni di primavera. Soprattutto al sud, dove le regioni Puglia e Campania dovrebbero avere nomi non in quota Lega.

Salvini e Meloni continuano a parlare di condivisione e collegialità nella coalizione. Ma ognuno tenta di avere più egemonia.

I timori di Salvini per la Meloni sono davvero reali? I prossimi eventi politici saranno importanti per capire gli equilibri di potere nel centrodestra.

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