Russia e Stati Uniti, com’è andato l’incontro in Alaska e perché Putin ha vinto

Ilena D’Errico

16 Agosto 2025 - 16:24

L’incontro tra Putin e Trump non si conclude come sperato, ma potrebbe portare a nuove soluzioni. Intanto, la vittoria va a Putin.

Russia e Stati Uniti, com’è andato l’incontro in Alaska e perché Putin ha vinto

L’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska si è concluso molto prima del previsto. I colloqui tra i due leader sono terminati dopo poco più di 3 ore, seguiti da una stringata conferenza stampa in cui entrambi i presidenti hanno eluso le domande, senza fornire grandi spiegazioni. Evasivi e sintetici, Trump e Putin si sono comunque detti abbastanza soddisfatti dal confronto, che pare aver messo le basi per trovare un accordo futuro sui temi più importanti non ancora trattati. Anche perché non si è parlato di cessare il fuoco in Ucraina, né di accordi geopolitici di alcun genere per dire la verità. Per il momento, non sembrano aver raggiunto alcun risultato.

Non è stato nemmeno redatto un documento comune, come di solito avviene in questi incontri diplomatici. La delusione internazionale è quindi comprensibile, anche perché l’immagine di Putin è stata decisamente avvantaggiata. “Trump non ha perso, ma Putin ha chiaramente vinto” ha sintetizzato John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale nella prima amministrazione Trump, esprimendo a parole la sensazione provata da chiunque abbia ascoltato la conferenza e visto le immagini dell’arrivo in Alaska.

La padronanza e la fermezza di Putin, i toni vaghi di entrambi in merito ai colloqui, le altissime aspettative sull’esito dei colloqui hanno aumentato la confusione. Cosa succederà ora?

Com’è andato l’incontro tra Putin e Trump

Ci si aspettava molto di più da questo vertice, che oggi lascia tutto il mondo con l’amaro in bocca. Certo, le trattative sono ancora tutte da scrivere e i rapporti internazionali sembrano migliorare, ma le dichiarazioni di circostanza dei leader non hanno reso giustizia alla delicatezza delle materie trattate. Per quanto sia mantenuto il riserbo sul colloquio, che potrebbe portare i suoi frutti nei giorni a venire, l’intervento statunitense è stato comunque meno incisivo di quanto ci si aspettasse. Al contrario, il presidente russo può comunque dire di essere tornato vincente dall’Alaska. Continuando a non scendere a compromessi, si è riconquistato un posto di tutto rispetto nel panorama politico mondiale, trattando alla pari con uno degli uomini più potenti del mondo. C’è solo da sperare che la strategia di Trump ripaghi sul lungo termine, come il tycoon sembra ritenere.

L’incontro tra Putin e Trump è stato definito da entrambi produttivo e costruttivo, ma al di fuori si può solo dire che poteva andare peggio. Per esempio, gli Stati Uniti avrebbero potuto promettere la cessione dei territori ucraini oppure la Russa avrebbe dovuto cessare il fuoco, a seconda della prospettiva. Vista la complessità della situazione forse ci si aspettava troppo da un unico colloquio, ma il mondo è ormai stanco di sottostare alle logiche diplomatiche, tra attese, trattative estenuanti e negoziati infruttuosi. Eppure non si può pensare di metter fine a una guerra con tanta semplicità, né tanto meno i presidenti possono sbilanciarsi e minare la credibilità internazionale prima di avere delle certezze in mano.

Emblematica la dichiarazione di Trump ai giornalisti al termine dell’incontro “there’s no deal until there’s a deal” ovvero non c’è un accordo finché non c’è un accordo. Un gioco di parole molto semplice che però racchiude molto bene il senso di questo incontro, mettere insieme tutti i tasselli necessari ad arrivare a una soluzione. Soltanto alla fine si potrà dire di aver raggiunto un compromesso, frutto non di un unico incontro ma delle lunghe trattative precedenti. Il tycoon sembra fiducioso, sebbene molto meno combattivo rispetto ai giorni precedenti.

Abbiamo avuto un incontro estremamente produttivo e molti punti sono stati concordati. Ne mancano solo pochi. Non ci siamo arrivati, ma abbiamo ottime possibilità di arrivarci.

Ha dichiarato Trump, lasciando l’Occidente nell’incertezza.

Putin ha davvero vinto?

Non sappiamo cosa effettivamente si siano detti i leader e anche se non c’è stata una presa di posizione netta o un accordo, l’incontro potrebbe comunque condurre nella direzione giusta per la tregua. A dichiararlo è lo stesso Putin, che ha affermato:

Io e il presidente abbiamo instaurato un contatto molto buono, pragmatico e di fiducia reciproca - sottolinea - Ho ragioni di credere che continuando su questa strada potremo mettere fine al conflitto in Ucraina. Tanto prima tanto meglio. Il nostro Paese è sinceramente interessato a mettervi fine.

Nonostante ciò, la tregua non è stata ancora concordata e anche se l’intervento degli Stati Uniti non è stato fallimentare è Putin il vincitore indiscusso dei colloqui. Il Cremlino è riuscito a sfuggire alle sanzioni secondarie minacciate dagli Stati Uniti, è rimasto fermo sulle proprie posizioni ed è tornato alla ribalta nella politica internazionale, accolto con tutti gli onori ad Anchorage. Insomma, anche se i metodi di Trump dovessero rivelarsi davvero efficaci, oggi chi si può dire davvero soddisfatto del bilaterale è proprio Vladimir Putin, che si riabilita sulla scena internazionale e si riavvicina all’economia statunitense.

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