Rottamazione tributi locali, cosa cambia per Imu, Tari e bollo auto dal 2026

Patrizia Del Pidio

25 Novembre 2025 - 08:39

Nuova sanatoria per i tributi locali applicabile a discrezione dei sindaci, quando entra in vigore? Vediamo cosa contiene la Legge di Bilancio 2026.

Rottamazione tributi locali, cosa cambia per Imu, Tari e bollo auto dal 2026

La Legge di Bilancio 2026 introduce anche la rottamazione per i tributi locali. Non si tratta di una vera e propria adesione dei Comuni alla definizione agevolata del 2026, quando di una possibile pace fiscale a discrezione dei Comuni e delle Regioni. Cosa cambia per i contribuenti e come si può beneficiare della rottamazione per i tributi locali?

Imu, Tari, occupazione del suolo pubblico, bollo auto e multe stradali sono solo alcune dei balzelli che possono rientrare nella sanatoria a livello locale. Si tratta di una definizione agevolata che si discosta da quella nazionale per prevedere regole e benefici scelti a discrezione dei singoli governatori.

Nel testo bollinato della manovra di fine anno è previsto di dare ampio potere decisionale a Comuni e Città Metropolitane per prevedere sanatorie, condoni e definizioni agevolate.

Dopo il discarico automatico delle cartelle e i piani di rateizzazione allungati che possono arrivare, per tutti, fino a 120 rate, si continua nell’attuazione della riforma per giungere al principio di Fisco “amico” dei contribuenti. Nella Legge di Bilancio è sancito che i Comuni possono procedere in autonomia a introdurre decreti e condoni al fine di recuperare i crediti.

Rottamazione perenne, cos’è?

Con la novità si dà agli enti locali la possibilità di prevedere definizioni agevolate a livello territoriali che riguardano esclusivamente le proprie entrate: si parla di interventi che posso coinvolgere debiti per rette scolastiche, mensa, canone unico, Imu, Tari. Sull’Irap, invece, non si potrà intervenire.

Si tratta, quindi, di prevedere una serie di “condoni locali” per cambiare i rapporti con il Fisco anche quando si tratta di entrate comunali, regionali o provinciali.

L’ente locale puòintrodurre autonomamente tipologie di definizione agevolata che prevedono l’esclusione o la riduzione degli interessi o anche delle sanzioni, per le ipotesi in cui i contribuenti adempiano ad obblighi tributari precedentemente in tutto o in parte non adempiuti.

Si tratta, quindi, di una sorta di rottamazione dei sindaci che possono decidere di ridurre o azzerare interessi e/o sanzioni. Nel caso si decida di azzerare sia interessi che sanzioni si potrebbe procedere a una sorta di rottamazione a livello locale, potendo essere decisa autonomamente e in qualsiasi momento, senza che sia prevista anche a livello nazionale.

Quello che si vuole è che anche le tasse locali, le multe e gli altri tributi a livello locale cambino il loro aspetto.

Da una parte i Comuni potranno decidere di applicare sanatorie che prendono l’esempio dalle varie rottamazioni per i tributi a livello locale. Per chi paga le sanzioni stradali o le contestazioni di Imu e Tari entro un certo termine il Comune potrà prevedere una definizione agevolata con l’abbattimento di sanzioni e interessi. Lo sconto potrebbe arrivare fino a un terzo delle maggiorazioni previste per legge dando vita, di fatto, a una sorta di rottamazione perenne che i Comuni potranno mettere in atto ogni volta che il contribuente si mostra collaborativo e lo fa in tempi più o meno brevi.

Saranno, poi, le diverse amministrazioni locali a poter decidere i tempi entro cui bisogna pagare per poter beneficiare dello sconto. Potranno scegliere questa modalità di riscossione agevolata soltanto gli enti locali con i bilanci in ordine.

Sono escluse dal campo di applicazione le addizionali comunali e regionali all’Irpef perché, pur essendo stabilite annualmente dagli amministratori locali, sono comunque una maggiorazione dell’Irpef.

Sconti e agevolazioni per i contribuenti più meritevoli

Una delle premialità che potrebbe essere prevista in futuro è uno sconto per i contribuenti che addebitano Imu e Tari sul proprio conto corrente. Una delle prime ipotesi quantifica lo sconto a un massimo del 5%. In questo modo l’ente locale si garantisce l’entrata del tributo in tempi molto stretti e al contempo concede al cittadino (che tra l’altro in questo modo non deve neanche occuparsi fisicamente del pagamento, visto che viene prelevato in automatico) uno sconto sul dovuto.

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