Se il debitore non possiede nulla, come recuperare il credito?

Ilena D’Errico

13 Novembre 2025 - 01:20

Quando il debitore non possiede nulla è impossibile recuperare il credito? Ecco cosa si può fare per provare a ottenere il pagamento anche senza beni pignorabili.

Se il debitore non possiede nulla, come recuperare il credito?

Quando non si riesce a ottenere l’adempimento dal debitore il pignoramento è la via preferenziale per pretenderlo. Si riesce infatti a incentivare il debitore al pagamento o quantomeno a recuperare il credito, eventualmente parzialmente, dai beni stessi. In assenza di beni pignorabili, quindi, i creditori si sentono con le spalle al muro. Quando il debitore non possiede nulla o comunque nulla di rilevante ai fini dell’azione di recupero è effettivamente molto più complesso agire per far valere i propri diritti. Prima di darsi per vinti, però, è bene sapere che ci sono alcuni rimedi legali da tentare anche se il debitore è nullatenente.

Non tutte le situazioni sono analoghe, ovviamente, ma è comunque preferibile tentare tutte le strade utili prima di rinunciare (e attendere), sempre agendo con il supporto di un professionista. Vediamo di seguito le informazioni più importanti da ricordare quando si cerca di recuperare il credito da un debitore senza beni da pignorare.

Pignoramento di un nullatenente

Comunemente si definisce nullatenente la persona che non ha reddito da lavoro né beni di alcun tipo. Sebbene non si tratti di una categoria giuridica, la condizione del nullatenente è in tutto e per tutto assimilabile a quella di chi possiede beni o redditi che non sono pignorabili. Si tratta in particolare di:

  • Immobili inseriti nel fondo patrimoniale.
  • Prima e unica casa, ma soltanto se il creditore è l’Agenzia delle entrate – riscossione.
  • Pensione o stipendio oltre un quinto, detratto il minimo vitale.
  • Conto corrente oltre alla cifra determinata dalla legge.
  • Beni in comproprietà, ma soltanto per la parte altrui.
  • Beni indispensabili per lo svolgimento di una professione o dell’impresa oltre al quinto.
  • Fede nuziale, indumenti e altri oggetti essenziali.

Il debitore che non possiede redditi o beni oltre questi indicati non può effettivamente essere sottoposto al pignoramento, che è l’unica procedura in grado di soddisfare il creditore attraverso un adempimento coattivo. Per definizione stessa, non può essere eseguito il pignoramento contro un debitore nullatenente, in quanto non ha nulla (in senso assoluto o giuridico) di utile ai fini di questa misura.

Nonostante ciò, come premesso ci sono delle considerazioni da fare prima di arrendersi. La condizione del debitore, infatti, potrebbe essere meno limitante di quanto sembrerebbe a prima vista. Bisogna in particolare capire se il debitore è sempre stato nullatenente o se ha variato o celato il suo patrimonio per impedire il pignoramento, ma anche se qualcun altro potrebbe rispondere del suo debito.

Prescrizione del credito

Quando il debitore è effettivamente nullatenente il creditore non può recuperare il suo credito nell’immediato. Ciò non vuol dire che il debitore possa essere al riparo perenne dall’adempimento. Secondo l’ordinamento italiano, infatti, si risponde dei debiti con il patrimonio presente e futuro. Questo significa che se il debitore è nullatenente, il creditore potrà rivalersi su di lui in seguito, non appena le sue condizioni si saranno risollevate.

Per fare questo è però necessario che nel frattempo non sia intervenuta la prescrizione, di norma pari a 10 anni. Oltre il termine, infatti, il creditore non può più pretendere l’adempimento da parte del debitore, a meno che la prescrizione sia stata interrotta. Il creditore può quindi attendere il miglioramento delle condizioni del debitore inviando periodicamente delle diffide di pagamento, al fine di interrompere la prescrizione.

Le indagini per il recupero crediti

Il debitore nullatenente potrebbe apparire come tale, nonostante la presenza di beni e redditi celati o trasferiti per renderli inattaccabili. Allo stesso tempo, la nullatenenza del debitore al momento di nascita del debito potrebbe determinare la sua mala fede.

Il creditore può quindi avvalersi delle società investigative per rintracciare eventuali redditi e beni, così da stabilire il da farsi. Nel caso in cui risultino beni e redditi è, infatti, possibile richiedere il pignoramento (considerando che le spese sono a carico del debitore). Nelle altre situazioni, invece, sono disponibili diversi rimedi.

L’azione revocatoria contro donazioni e vendite

Le indagini e le visure sono fondamentali per individuare eventuali donazioni e vendite effettuate dal debitore per evitare di essere obbligato all’adempimento. Nel dettaglio, entro un anno dall’atto il creditore può rivalersi direttamente sui beni in oggetto, anche se di proprietà di terzi.

Entro 5 anni dall’atto di donazione o vendita è poi possibile esercitare l’azione revocatoria (sempre una causa civile) , che per l’appunto revoca il provvedimento del debitore rendendo i beni in oggetto attaccabili dal recupero crediti, purché si possa provare il fine fraudolento dell’atto contestato.

Debitore nullatenente sposato, erede o minorenne

Quando il debitore è sposato con il regime di comunione dei beni il creditore può pretendere il 50% del pagamento dall’altro coniuge, poiché può agire contro i beni appartenenti alla comunione per la metà, ossia la quota del debitore. In questo caso non si parla davvero di nullatenente, in quanto ci sono beni comuni, ma è frequente che vengano simulate separazioni o scioglimenti della comunione proprio per impedire l’azione dei creditori. Similmente, se il debitore nullatenente è minorenne l’adempimento deve essere preteso dai genitori, sempre che però il suo debito sia valido.

Nella situazione più fortunata, poi, il debitore cessa di essere nullatenente perché riceve un’eredità. In questo caso bisogna sapere che il creditore può rivalersi sui beni in oggetto e anche impugnare un’eventuale rinuncia entro 5 anni. Nel dettaglio, i creditori possono impugnare la rinuncia che arreca loro un pregiudizio, quindi anche se la rinuncia è avvenuta con buona fede del debitore.

La tipologia di debito e l’origine possono inoltre consentire un ampio margine di azione, nonostante l’assenza di beni da pignorare. È quindi necessario verificare con attenzione, con l’assistenza di un avvocato e la visione completa della documentazione, se ci sono altri soggetti che possono rispondere del debito. Per esempio, potrebbe essere presente un garante, oppure si ha un debito sottoscritto comunemente da più persone o ancora più soggetti responsabili in solido. Tutto dipende in questo caso dal debito specifico, ma non è raro che questi dettagli vengano sottovalutati, pertanto è bene sottoporre la questione a un legale.

Recupero crediti dagli eredi se il debitore è deceduto

Se il debitore nullatenente muore i suoi debiti passano agli eredi che accettano l’eredità, in proporzione della quota di ognuno. Tutti coloro che hanno accettato possono quindi essere citati in giudizio dal creditore per ottenere l’adempimento. Ciò non è ovviamente possibile quando i chiamati all’eredità rinunciano, mentre in caso di accettazione con beneficio d’inventario i beni personali degli eredi non sono attaccabili.

Denunciare il debitore nullatenente

È anche possibile denunciare il debitore nullatenente che ha contratto il debito pur sapendo che non avrebbe potuto o voluto pagare. Si parla in questi casi di insolvenza fraudolenta, punibile con la reclusione fino a 2 anni e l’ammenda fino a 516 euro, a meno che non si adempia. Può rappresentare quindi un incentivo al pagamento.

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